Studenti Supsi subito al lavoro per «decifrare» la magia di Winterland
Il primo Winterland Locarno «ufficiale» (senza contare l’edizione 2023/2024, messa a punto in poche settimane) si è appena concluso. Ed è stato un successone. Le oltre 400.000 persone che l’hanno visitato, da fine novembre all’Epifania, sono lì a testimoniarlo. Una crescita di 100.000 rispetto alla «numero zero». Ma anche il concorso lanciato nel 2024 dalla Città per la gestione di un villaggio invernale parla chiaro: enjoy.swiss, gruppo vincitore della gara, lavorerà alla sua formula vincente nei prossimi quattro anni. Per capire il significato di questa grande «macchina» e per «decifrarne» i segreti, gli studenti della Supsi si sono messi subito al lavoro, più precisamente coloro che seguono il corso di laurea in gestione del tempo libero («Leisure Management») al Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale.
Presentazione al Palacinema
Scivolo, pista di ghiaccio, casette gastronomiche, proiezioni, concerti, giostre... Ogni proposta genera impatti economici, sociali e ambientali sul territorio. Sapere quali siano, permetterà di migliorare l’efficienza e la sostenibilità per i prossimi allestimenti. Ma non è tutto, perché oltre a pubblicare questa relazione finale, a partire dall’anno prossimo una studentessa o uno studente del percorso di diploma sarà coinvolta (o coinvolto) a tempo pieno come praticante in «casa enjoy», contribuendo all’organizzazione del «Winterland di domani».
Come fa notare il professor Alessandro Siviero al Corriere del Ticino durante l’appuntamento alla presentazione intermedia al Palacinema, «per la prima volta in questo ciclo di studi, due classi di anni differenti sono all’opera su un caso reale, dividendosi incarichi, ruoli e prospettive in un’analisi a tutto tondo. Chi segue il modulo «Operazioni» (secondo anno) analizza il programma di intrattenimento e proporrà soluzioni per ottimizzare le attività e svilupparne di nuove.
Un mese di tempo
Gli studenti del terzo anno, nel modulo «Impatti», valuteranno il lavoro dei colleghi concentrandosi su aspetti come sostenibilità, relazioni con i patrocinatori e i commerci locali. «Insieme, i due gruppi elaboreranno indicatori utili per misurare gli impatti economici, sociali e ambientali di ogni iniziativa», prosegue il 48.enne.
Tra i partecipanti, ecco Marie Belen, 23.enne di Agno, al terzo anno. «Abbiamo un mese di tempo per concludere la relazione, nella quale analizzeremo nel dettaglio i vari aspetti di influenza. Successivamente, la società utilizzerà queste informazioni per redigere un documento ufficiale. È interessante perché oggi non solo ci confrontiamo tra noi, ma pure con la direzione di Winterland, che ascolta con interesse le nostre prime riflessioni, fornendoci anche una serie di riscontri su quanto proponiamo di misurare».Le fa eco Patrick Fresca, 42 anni di Verscio, studente al secondo anno e che la manifestazione la conosce molto bene, abitandoci «dietro l’angolo»: «Il mio gruppo sta verificando tutto quanto è legato al mercatino e all’offerta enogastronomica attorno al pavilion trasparente dove si tengono gli eventi».
«Meglio di Zurigo»
«Abbiamo avuto l’onore di presentare la nostra prima idea e la sua elaborazione iniziale, che possiamo considerare ancora grezza. Ora dobbiamo approfondirla, ottenendo dati che ci permettano di migliorare e finalizzare il nostro rapporto. L’idea è di ottenere questi dati attraverso l’organizzazione», dice il nostro interlocutore. Che, sollecitato a fornire un parere «aperto» sulla trasformazione della piazza nella stagione più fredda, non esita a rispondere: «Non mi piace fare confronti, ma questo calza a pennello. Sono stato al mercatino natalizio di Zurigo, ma devo dire che non è paragonabile per niente a quanto abbiamo a Locarno: qui a Winterland siamo avanti anni luce. E sto parlando di Zurigo, attenzione», conclude.
«Chiesta una radiografia»
Entusiasta anche l’ideatore della festa, Michael Lämmler, nonostante la sua creazione sia «sotto esame»: «Abbiamo ricevuto ottimi suggerimenti, anche se siamo ancora in corso d’opera. D’altronde, abbiamo chiesto noi di farci fare una “radiografia” che consideri sia aspetti positivi sia negativi. E cercheremo di migliorare dove possibile», conclude il 45.enne.