Quegli alberelli di «Winterland» decorati dalle scuole elementari pensando all'ecologia
«Vedi? Devo fare così». Luca, sei anni, ha appena messo a terra una capsula di caffè in alluminio dorato, usata e svuotata. Solleva un piede in aria, piegando il ginocchio fino all’altezza del petto e poi giù di scatto, con tutto il suo peso. Ripete il gesto più volte, appiattendo il cilindro fino a trasformarlo in un dischetto. Soddisfatto, lo raccoglie e lo aggiunge a un mucchietto multicolore composto da tanti altri «pezzi» simili. Pronto per il prossimo, che subirà lo stesso procedimento.
Nell’aula di una delle sedi di scuola elementare della Città di Locarno, attorno a lui i suoi coetanei della «prima E» stanno svolgendo attività differenti, ma tutte con lo stesso scopo: realizzare le decorazioni di uno dei cinquanta alberi che saranno piazzati tra piazza Grande e il castello Visconteo creando un magico viale alberato durante Winterland, la grande manifestazione invernale che torna per il suo secondo anno consecutivo dal 21 novembre al 6 gennaio 2025. Un’azione che valorizza anche la prima certificazione ticinese di «Comune amico dei bambini» dell’UNICEF ottenuta dalla Città di Locarno nel 2021.
Coinvolgere e celebrare
All’idea, intitolata «Winty scuola», hanno aderito oltre 1.000 tra allievi e docenti di Locarno e dintorni. Cinquantacinque classi, ognuna con il suo abete rosso di circa un metro e mezzo di altezza. «Un progetto al quale il nostro Energy Partner, la ditta Emanuele Centonze SA, ha creduto molto», sottolinea Chiara Fuchs, che segue la promozione della manifestazione. «Intendiamo coinvolgere e celebrare le varie realtà del territorio includendole in Winterland. Ci sembrava logico, oltre che naturale, interessare in un qualche modo le future generazioni», dice ancora la 27.enne. Insieme a Chiara c’è anche la collega Fabienne Quaresma, pure lei intenta a osservare i piccoli al lavoro: c’è chi incolla, chi ritaglia e chi libera i contenitori metallici dai fondi di caffè.
Una giornata speciale
«Il sostegno della direttrice degli istituti scolastici comunali, Cristina Zeeb, è stato molto prezioso», racconta Quaresma. «Si sono annunciate classi dalla Vallemaggia e dalla Verzasca come da Tenero, Gordola, Gambarogno. Entro mercoledì, tutti gli alberi saranno messi al loro posto, già addobbati o pronti per l’applicazione del loro “vestito della festa”», spiega al Corriere del Ticino la 35.enne.
I giovanissimi partecipanti saranno invitati a una giornata tutta per loro, con proiezione del film d’animazione «Klaus» al Palacinema, una maccheronata sotto il pavilion trasparente seguita da una pattinata e dalla visita degli abeti da loro adornati.
Pensiero ecologico
Ma cosa succederà, una volta finito Winterland? Gli organizzatori hanno pensato anche a questo aspetto, in chiave ecologica: «Al termine della manifestazione, a gennaio, tutte queste piante in vaso saranno affidate a un contadino che se ne prenderà cura per tutto l’anno, fino alla prossima edizione».
Il pensiero ecologico si riflette anche nei ninnoli da appendere alle conifere simbolo del Natale. «Utilizziamo materiali di recupero per realizzare tre tipi di lavoretti», evidenzia Rossella Fuchs, docente titolare, che trova un paio di minuti per staccarsi dall’attività con il suo gruppetto.
Anche latta o bottiglie in PET
«Nella prima realizzazione, dei cartoni del latte diventano la materia prima per realizzare delle stelle; nella seconda, dei barattolini si “trasformano” in pupazzi di neve, riempiendoli con fogli di carta “a brutta” che avremmo dovuto buttare; nella terza, invece, abbiamo chiesto alle famiglie di recuperare le capsule di caffè per realizzare delle ghirlande. I bambini sono entusiasti e per loro il periodo delle festività rappresenta sempre una bellissima esperienza», afferma la 25.enne prima di tornare all’opera, dando il cambio alla collega, Vanessa Tarchini.
«Alla fine, avremo una trentina di ornamenti di questi tre tipi», rileva la docente specializzata. «Le altre classi faranno lo stesso e solo qui nella sede di Locarno-Solduno sono una quindicina ad aver aderito. Non tutte, però, avranno lo stesso tipo di oggetti», ammette la 26.enne. «C’è chi utilizza altri materiali, come latta o bottiglie di plastica. Noi insegnanti abbiamo scambiato una serie di idee con la docente di arti plastiche, Naomi Sabato, che è stata fonte di ispirazione».