Ecco il gustoso fondue-chalet d’altura che Winterland porta in piazza
Un gigantesco chalet si è materializzato dal 21 novembre in Piazza Grande a Locarno. Sembra un ologramma. «E invece no, è reale e fatto di legno. Lo si può toccare con mano», esclama Michael Lämmler, di enjoy.swiss, ideatore di Winterland, il villaggio natalizio che fino al 6 gennaio anima l’area dal Palacinema a Largo Zorzi con eventi, concerti, proiezioni della fiaba «Un abbraccio di stelle» (a cura del CISA Lab di Davide Grampa) su Palazzo Marcacci e pista di pattinaggio. È merito suo se la struttura alpina è lì dove si trova ora, in pieno centro.
Una sorta di portale ideale di collegamento tra la «Regina del Verbano» e San Bernardino, il suggestivo «balcone» del canton Grigioni sul Ticino. Un gustoso strumento di promozione - richiestissimo, tra l’altro -, all’interno del quale è possibile assaporare la fondue del Caseificio del Gottardo, con formaggi di mucca e di capra. «È un sigillo sulla collaborazione tra le due località», afferma Niccolò Meroni, responsabile marketing di San Bernardino Swiss Alps e Artisa Group.
I progetti di rilancio
«Stiamo investendo in numerosi progetti per il rispettivo rilancio», dice il 41.enne al Corriere del Ticino. Una cooperazione che, nella frazione di Mesocco, si manifesta con le proiezioni di Winterland Locarno su una serie di edifici di rilievo, i concerti anche con nomi di primo piano, oltre a un’ampia area dedicata alle casette, del tutto simili alle «gemelle sul piano», dov’è possibile acquistare prodotti locali e specialità.
«Prevediamo sviluppi importanti, sia qui sia nel Moesano», sottolinea l’imprenditore Stefano Artioli, «patron» della società immobiliare, ricordando il futuro del Grand Hotel Locarno, dell’ex Globus (future «Corti di Locarno») e dell’edificazione prevista tra Piazza Muraccio e, appunto, Piazza Grande. In tutto, un centinaio di milioni. Mentre su, tra le montagne, saranno trecento su dieci anni, tra alberghi, residenze, ristorazione e tanto altro.
Una serata speciale
«Facciamo crescere le iniziative, la creatività. E, soprattutto, possiamo creare un’offerta che possa piacere al pubblico e che possa sposarsi tra la montagna e il lago», riprende il 63.enne. Che, guardandosi intorno soddisfatto, evidenzia come gli organizzatori abbiano fatto un lavoro notevole. «Certo, sono stati bravissimi, hanno trovato una bella soluzione».
La serata è speciale, perché sono invitate tutte le realtà che hanno preso parte, in un modo o nell’altro, alla messa a punto di Winterland Locarno. «Un modo per ringraziarle dello sforzo profuso per realizzare questa grande impresa», osserva ancora Lämmler. «Il “Fondue Chalet San Bernardino” in fondo esiste pure grazie ai nostri contatti con ditte specializzate nella Svizzera tedesca, le quali ci hanno dato una “via preferenziale”, siccome edifici del genere sono prenotati con larghissimo anticipo, mentre per portare la nostra manifestazione in quota e viceversa abbiamo avuto soltanto alcune settimane», conclude il 45.enne.
Tra le persone presenti, anche Valentina Rampazzi, direttrice della nuova Accademia ticinese di arti sceniche, la scuola avviata con i fratelli Emanuele e Veronica che offre, nella sede di via Ballerini, corsi di danza, teatro e musica.
Mille collaborazioni
«È molto bello, la trovo un’azione straordinaria», spiega la 34.enne, che aggiunge come non si sarebbe mai aspettata una costruzione «così grande e così genuina, con le travi e tutto quanto». La giovane racconta come l’invito sia frutto del contributo nella passeggiata sonora dell’Orchestra della Svizzera italiana. Poco oltre, ecco Prisca Garbani, normalmente «fotografa ufficiale» della rassegna: «Questo posto è stupendo», commenta sorridente la 53.enne, aggiungendo che «non potevano fare di meglio. È una bellissima sorpresa. Ogni giorno scopro qualcosa di nuovo e spero continuino così».
Dessert «su misura»
Infine Davide Asietti, ritiene soddisfacente il servizio appena concluso: «Con la fonduta di capra, che al pari dell’altra serviamo con varie guarnizioni, abbiamo pensato agli intolleranti al lattosio». L’executive chef 47.enne rivela poi che «il nostro fornitore per il pane è la pasticceria Il Porto, la quale ha elaborato un dessert su misura per noi, chiamato “Winty”: un fiocco di neve con una base di castagne e una mousse di castagne, pere e una vaniglia del Madagascar». Con un ottimo gradimento da parte dei commensali.