Personale dall'Italia? «Sì, ma il 75% proviene dal Ticino»

«La pianificazione di una nuova strategia, che oltre agli scopi da voi citati ha soprattutto l’obiettivo di garantire un futuro alla stazione turistica, è già in corso. Considerata la tempistica appare però piuttosto ambizioso, se non totalmente utopico, pretendere di vederne i risultati nell’immediato. I numerosi cambiamenti intercorsi sul piano operativo, giuridico e all’interno del Consiglio di amministrazione rendono infatti la presente stagione invernale definibile a più livelli come di ‘transizione’». Una lunga conclusione, quella del Municipio di Faido, nello scritto di cinque pagine attraverso il quale ha preso posizione sulla petizione consegnata ad inizio mese - e sottoscritta da numerose persone provenienti da ogni angolo del Ticino - riguardante la stazione turistica di Carì, come appreso dal Corriere del Ticino. Petizione di cui il Legislativo, riunito ieri sera, ha preso formalmente atto.
«Il servizio verrà migliorato»
Nella missiva i cittadini riportavano «considerazioni, constatazioni e preoccupazioni» in merito alla gestione degli impianti di risalita della località medioleventinese nella corrente stagione. Come è noto da fine ottobre le due società che si occupavano del comprensorio si sono «unite» nella Nuova Carì impianti turistici SA. Il Comune ha aumentato il proprio contributo portandolo a 200 mila franchi annui. «Il CdA della società di gestione, così come il Municipio, è cosciente - e si rammarica - del fatto che questi cambiamenti hanno causato anche alcuni disservizi e farà il possibile per migliorare il servizio offerto alla clientela», sottolinea l’Esecutivo di Faido.
Gli aspetti sotto la lente
Uno degli aspetti finiti sotto la lente è stato l’assunzione di personale proveniente dall’estero, in particolare dall’Italia: «La società di gestione ritiene di aver effettuato le verifiche necessarie per attestare le competenze, le certificazioni e l’esperienza» dei nuovi collaboratori. Quelli residenti nel cantone corrispondono al 75% del totale, con oltre il 50% delle Tre valli. In merito all’innevamento programmato, si specifica che «l’impianto a disposizione allo stato attuale non permette l’innevamento totale del comprensorio, ma consente piuttosto di rinforzare e compensare, in determinati punti critici, l’apporto delle nevicate naturali».