Cara Carì, cosa vuoi fare da grande?

«Serve una strategia chiara per salvare Carì», titolavamo il 16 maggio 2023 un articolo online. L’appello lanciato dai partiti, e fatto proprio dal Municipio di Faido, sfocerà presto in una prima storica decisione. Martedì 22 ottobre il Legislativo sarà chiamato ad esprimersi sull’incorporazione della Nuova Carì società di gestione Sagl nella Nuova Carì impianti turistici SA, come avevamo riferito il 4 giugno. Il Comune medioleventinese da undici anni è proprietario delle infrastrutture con la seconda società citata e responsabile della gestione attraverso la prima. Dà lavoro ad una quarantina di collaboratori a dipendenza delle stagioni (ossia delle condizioni meteo, per capirci). Non nasce, dunque, un’entità ex novo, ma attivi e passivi (fa stato il bilancio al 30 giugno scorso) confluiscono direttamente in quella «assuntrice» che acquisisce inoltre la Casa alpina. E l’azionista (l’ente locale) rimane lo stesso, con il 100% del pacchetto.

Un capitale di 2,1 milioni
«Gli organi di entrambe le società attestano che le stesse non si trovano in situazione di perdita di capitale né di eccedenza di debiti», si legge nell’articolo 1 del progetto di fusione per incorporazione. La Sagl - destinata a sparire - tre mesi fa presentava attivi per 643.123,69 franchi e passivi per 622.123,69. Il capitale azionario della SA è così pari a 2,1 milioni; dopo l’unione presenta attivi e passivi per 3,85 milioni. Il Comune - per il tramite, di regola, del capodicastero Ambiente, turismo e sport (nella fattispecie Marco Manfrè), che fa parte del Consiglio di amministrazione - verrà sempre informato sull’andamento della società. La Commissione della gestione del plenum potrà visionare in qualsiasi momento i conti.
Manifestazioni e non solo
Nello statuto vengono poi specificati scopi e compiti della Nuova Carì impianti turistici SA, che in virtù dell’incorporazione della Sagl godrà di maggiore flessibilità e di più libertà per operare sul mercato. Spicca, oltre alla collaborazione con gli altri enti pubblici, pure quella con i privati «nel rilancio e nella pianificazione della stazione» e nell’organizzazione di «manifestazioni a carattere sportivo, ricreativo o culturale e la promozione» dell’intera regione. Vi è inoltre facoltà di partecipare a imprese finanziarie e commerciali con attività chiaramente analoghe. Non solo. La società può persino aprire succursali e filiali in Svizzera o all’estero. Lo scopo principale - si puntualizza nel primo articolo - rimane comunque «l’acquisto, la vendita, l’amministrazione, la gestione e l’esercizio di beni immobili in Svizzera e all’estero, in particolare di impianti di risalita, di trasporto, di infrastrutture e accessori, ivi compresi gatti delle nevi e impianti per l’innevamento artificiale, come pure esercizi pubblici, strutture alberghiere, case di vacanza, appartamenti, chioschi, negozi e tutto quanto connesso con l’esercizio di una stazione turistica».

L’interrogativo di fondo
Nulla viene detto - comprensibilmente, allo stato attuale - sull’interrogativo che si pongono oramai da anni i proprietari degli impianti di risalita ticinesi e non solo: vale ancora la pena puntare con tanto impegno (anche finanziario) sull’inverno? Oppure è preferibile destagionalizzare, dato che nevica sempre meno? L’ultimo inverno è stato in ogni modo positivo, rispetto alle due precedenti stagioni, in quanto sono stati triplicati i primi passaggi che sono stati pari a 26.500. Nella media pluriennale, insomma. Attraverso un secondo messaggio l’Esecutivo faidese chiede al Legislativo di approvare il contributo ricorrente fisso a carico del Comune (200 mila franchi, accordo iniziale di cinque anni): «Con questa proposta si vuole evitare che ogni anno figurino nei conti consuntivi del Comune degli importi variabili a copertura dei disavanzi». Ma nel caso in cui le cifre rosse fossero superiori? Ebbene, l’ente locale «non verserà alcun importo supplementare, ma la SA, a copertura delle perdite, dovrà attingere alle sue riserve o al capitale. Il contributo fisso da parte del Comune permette di preventivare ogni anno un importo avendo la certezza che questo non venga superato». In merito agli investimenti, infine, la società potrà aumentare il capitale (ma senza sostegno del Comune) o attivare nuovi prestiti.