Il caso

Quanti uffici postali chiuderanno in Ticino? «È presto per dirlo»

A partire da luglio La Posta aprirà un dialogo con Cantoni e Comuni – «L’obiettivo è di adeguare la rete alle esigenze e quindi alle abitudini dei clienti entro la fine del 2028»
© KEYSTONE/Peter Klaunzer
Jenny Covelli
30.05.2024 06:00

«Anche in futuro la popolazione potrà contare su una rete capillare con circa 2.000 sedi dotate di personale: la colonna portante sarà costituita dalle 600 filiali gestite in proprio, che si trasformeranno in veri e propri centri servizi in collaborazione con enti come banche, casse malattia, compagnie assicurative e autorità». È questa la frase con cui, ieri mattina, La Posta ha annunciato – indirettamente – la chiusura di 170 filiali, portando avanti, nei prossimi quattro anni, la strategia «Posta di domani».

Una decisione motivata dalla necessità di «far fronte a "tendenze irreversibili"». «La Posta si adegua alle esigenze della clientela, ciò significa che potenzia la propria offerta dove la domanda cresce, ad esempio nei servizi digitali e riduce o rinuncia dove la domanda è in calo», ci ha spiegato da noi sollecitato l'ufficio stampa del Gigante giallo. Che, a tal proposito, ha sottolineato come negli ultimi cinque anni i versamenti allo sportello hanno subito un crollo di oltre il 50%. «Non reagire a questa evoluzione, non sarebbe opportuno».

Particolarmente significativa è stata la contrazione nel traffico dei pagamenti allo sportello, superiore al 50% negli ultimi cinque anni. Ma anche il resto (lettere e pacchi agli sportelli)

La Posta intende rassicurare la popolazione: «Continueremo ad avere una rete stabile e continueremo a offrire anche punti di accesso fisici». Nei prossimi quattro anni verranno investiti complessivamente oltre 100 milioni, si può leggere nella nota della Posta. «Investiremo nella modernizzazione delle nostre filiali e nel nostro personale», precisano.

Non si sa ancora quanto sarà toccato il Ticino

Ma andiamo al dunque. Si parla della chiusura di circa 170 filiali. Quante in Ticino? Al momento non viene indicato quali regioni o filiali saranno interessate. «A partire da luglio, in collaborazione con i Cantoni e i Comuni interessati, cercheremo la migliore soluzione possibile, in grado di continuare a soddisfare le esigenze della clientela. L’obiettivo è di adeguare la rete alle esigenze e quindi alle abitudini dei clienti entro la fine del 2028».

Quante persone perderanno il lavoro?

Il sindacato syndicom accusa La Posta di «uno smantellamento senza precedenti del servizio pubblico». Il Gigante giallo, dal canto suo, risponde che «non si tratta affatto di uno smantellamento. Le filiali rimarranno, ma forse la forma cambierà (filiali in partenariato o servizio a domicilio, eccetera.)».

Una riduzione nel numero di filiali gestite in proprio comporta un taglio dei posti di lavoro. Tuttavia, prevediamo un maggiore reclutamento anche nella rete, in particolare per far fronte ai futuri pensionamenti e alla naturale fluttuazione fino alla fine del 2028

Nei prossimi quattro anni, la Posta continuerà anche a essere una datrice di lavoro interessante per il personale, ha dichiarato il CEO Roberto Cirillo. Ma come è possibile chiudere 170 filiali senza licenziare nessuno? «Naturalmente le nostre collaboratrici e i nostri collaboratori sono il cuore della rete, ed è per questo che affrontiamo ogni cambiamento con avvedutezza e responsabilità. In linea di principio, continueremo ad assumere nuove figure e a formare e perfezionare il personale esistente», risponde la portavoce. «È importante ricordare che stiamo procedendo per gradi e che le trasformazioni delle filiali saranno distribuite sull’intera durata del periodo strategico (fino alla fine del 2028). Questo ci permette di discutere la situazione con i Comuni e di determinare il fabbisogno di personale all’interno del settore, ma anche a livello interregionale». E qui viene il punto: «Una riduzione nel numero di filiali gestite in proprio comporta un taglio dei posti di lavoro. Tuttavia, nel breve e medio termine prevediamo un maggiore reclutamento anche nella rete, in particolare per far fronte ai futuri pensionamenti e alla naturale fluttuazione fino alla fine del 2028. In tutti i casi, discuteremo la situazione concreta con il personale interessato, nonché con i Comuni e i Cantoni e le parti sociali».

Correlati
La Posta chiude altre 170 filiali
Entro il 2028 resteranno 600 filiali gestite in proprio, scrive il Gigante giallo – Altrove «cercheremo insieme ai Comuni soluzioni sostitutive, tra cui la filiale in partenariato e il servizio a domicilio»