Mendrisio

«Se vi saranno persone di etnie diverse per il ruolo dei “Mori” saranno benvenute»

La Fondazione Processioni storiche prende posizione e chiarisce: «Non abbiamo deciso di togliere i personaggi che compongono la "corte" di Re Erode Antipa, ma solo di rispettare il tema dell’inclusività e delle diverse sensibilità di tutti gli esseri umani»
© Ti-Press / Alessandro Crinari
Red. Online
12.02.2024 17:01

La decisione di rinunciare al trucco facciale scuro per chi interpreta i «mori» durante la Funziun di Giüdee del Giovedì Santo, alle Processioni Storiche di Mendrisio, continua a far discutere. Tanto che la Fondazione ha deciso di prendere posizione, confermando di fatto quanto da noi anticipato due giorni fa: le Processioni, dalla fine del 2019, possono fregiarsi di essere una tradizione vivente che fa parte del patrimonio culturale immateriale UNESCO e nella preparazione del dossier bisogna tenere conto dell’importanza di presentare il tema dell’inclusività, anche in considerazione del fatto che nell’ambito delle commissioni esistono diverse sensibilità di persone che provengono da culture e realtà sociali molto eterogenee.

Una prima discussione sul tema della plausibilità di dipingere la faccia di nero a persone di etnia caucasica per rappresentare un’altra etnia era stata quindi già fatta nell’ambito della preparazione del dossier di candidatura (prima delle polemiche, ndr.), così come era stato discusso il tema della possibile presenza di persone di colore o di altre etnie tra i personaggi in Processione, se chiaramente e quando ve ne fosse stata la richiesta, scrive la Fondazione. «Di conseguenza, nel dossier è stato indicato che non vi sono discriminazioni e nessuna preclusione per nessuno in quanto le Processioni sono aperte a tutti coloro che vogliono parteciparvi (indipendentemente dalla religione, etnia o appartenenza politica, ma anche del luogo di domicilio) e per rendere questa intenzione evidente e concreta, è stato sviluppato un sistema di iscrizione online e, quest’anno, un regolamento. Inclusività e sensibilità per un mondo che cambia, è cambiato e cambierà e che non deve spaventarci, ma che ci chiede il rispetto per tutti e un’opportunità per tutti».

La Fondazione non ha deciso di togliere i personaggi che compongono la «corte» di Re Erode Antipa, ma solo di rispettare il tema dell’inclusività e delle diverse sensibilità di tutti gli esseri umani. «Se vi saranno persone di etnie diverse che vorranno assumere il ruolo dei “Mori” saranno chiaramente benvenute. Se non sarà possibile trovare queste persone, i personaggi sfileranno truccati, ma non avranno il volto dipinto per sembrare appartenenti ad un’altra etnia». Quindi, la precisazione: «Se la presenza di Re Erode Antipa ha un riferimento storico, lo stesso non vale per i quattro mori, che non è dato di sapere in quale momento dell’evoluzione della storia delle Processioni, sono stati inseriti e perché».

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