Bellinzona

Sempre più lavoro per Casa Marta: «In un anno quasi 200 ospiti»

Il bilancio dopo dodici mesi dall’inaugurazione della struttura d’accoglienza per chi si trova senza un alloggio – Con l’arrivo della stagione fredda aumenta il numero di persone che necessitano assistenza e servono anche più collaboratori
© CdT/Chiara Zocchetti
Irene Solari
25.11.2024 06:00

È stato un anno di attività intenso quello di Casa Marta, la struttura nel cuore di Bellinzona creata per accogliere chi si trova in difficoltà e ha bisogno di un tetto e di un luogo sicuro e confortevole. «In questi mesi abbiamo avuto tanto lavoro. Ma rimane ancora molto da fare», spiega Renato Minoli, presidente della fondazione promotrice del progetto. «La richiesta c’è e si vede: in un anno ci sono state oltre 180 persone che si sono rivolte a noi e che sono state ospitate a Casa Marta. A volte purtroppo abbiamo dovuto dire di no ad alcune richieste perché non avevamo più abbastanza spazio», racconta il nostro interlocutore con una punta di rammarico. È passato poco più di un anno dall’inaugurazione dell’edificio, dopo un lungo iter di lavori di restauro e Casa Marta ora può contare su una trentina di posti letto con camere individuali e due appartamentini per le famiglie. Sono state inoltre installate una lavanderia e una cucina professionale con una sala mensa-ristorante. Negli spazi comuni ci sono una sala riunioni, zone multiuso, un salotto e il giardino.

In fuga dalle difficoltà

Una rinascita, quella dell’edificio, che si accompagna anche alla rinascita interiore e personale dei tanti ospiti passati per Casa Marta, come racconta Minoli. «C’è chi si vuole fermare soltanto per una notte e chi invece resta per mesi interi». La struttura è pensata infatti per lasciare la massima libertà ai suoi ospiti e andare incontro alle necessità di chi si trova senza un tetto. «Se all’inizio, quando avevamo appena aperto, ad arrivare a Casa Marta erano soprattutto famiglie e donne con i loro figli che si allontanavano da situazioni difficili, adesso la nostra comunità è diventata molto più variegata», precisa il nostro interlocutore. «Spesso le persone che arrivano qui vengono indirizzate dai servizi sociali cantonali, ma abbiamo accolto anche famiglie che erano rimaste senza un alloggio a causa di un incendio che aveva distrutto la loro casa».

Piccoli passi

Con l’arrivo del freddo invernale, poi, il numero di persone che richiede assistenza tende ad aumentare. E Casa Marta non fa eccezione. Basti pensare che la struttura aveva già registrato un gran numero di richieste durante la bella stagione. «Con l’inverno, il brutto tempo e il freddo, ci sono sempre più persone che si rivolgono a noi e anche alle altre due strutture di accoglienza, Casa Astra e Casa Martini». Per far fronte alle numerose richieste, però, bisogna anche avere sufficiente personale che gestisca tutti gli spazi, sottolinea Minoli. Ma non solo. «Per strutture come la nostra l’unica soluzione sono i finanziamenti delle fondazioni o dei privati cittadini, che per fortuna non mancano. Anche le donazioni di pochi franchi ci permettono di stare in piedi». «Adesso stiamo mettendo a disposizione la nostra sala a varie associazioni cittadine per organizzare degli incontri. E abbiamo anche le serate con il circolo del cinema di Bellinzona. Vediamo che comincia ad esserci un buon riscontro». Come anche per i pranzi e le cene organizzati a Casa Marta da alcune associazioni, «sono piccole entrate che però ci aiutano ad andare avanti».

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