«Studiare all'Uni fuori dal Ticino? Sì, ci stiamo dentro»
C'è chi paga 390 franchi al mese – come Nikita, a Neuchâtel – per una stanzina in una casa condivisa con altre due ragazze. Oppure chi ne spende 950 –come Matteo, a Berna– ma vive tutto da solo in un grande monolocale. Martina, a Zurigo e sempre in alloggio condiviso, arriva a 700. «Ma mi è andata benissimo», esclama in collegamento via Microsoft Teams. Ma forse è andata meglio a Stefano, che per 800 franchi ha un bilocale a San Gallo condiviso con la sua ragazza, arrivando dunque a spendere appena 400 franchi al mese. Questa, in sintesi, è la fotografia della passione degli studenti ticinesi per i vari mercati immobiliari delle città universitarie svizzere. Tappa obbligata per chi decide di completare la formazione lontano da casa è la pagina Facebook «Cerca&Trova — studenti ticinesi d'oltralpe», aggiornatissima e ricca di annunci dedicati a quella particolare popolazione che, anno dopo anno, decide di uscire dai confini della Svizzera italiana. Qui si trovano stanze, appartamenti, mobili a poco prezzo. Il corredo ideale per chi mette piede, magari per la prima volta, in un luogo che diventerà familiare nel giro di qualche settimana. In ogni caso, una situazione ben diversa da quella degli studenti che, in Italia, hanno piantato le tende di fronte alle sedi degli atenei per protestare contro gli affitti insostenibili. Le ragazze e ragazzi che dal Ticino varcano le Alpi se la passano bene e «ci stanno dentro» nel budget. Tra borse di studio, lavoretti e aiuti finanziari dalle famiglie, le nuove sfide non sono un problema per loro.
«Pago così poco perché abbiamo deciso di dividere l'affitto in proporzione alla dimensione delle stanze», racconta Nikita Garganigo, che studia dirigenza e gestione sportiva a Neuchâtel. «Siccome la mia è la più piccola, ho la quota con la spesa più bassa». L'abitazione della 25.enne, originaria di Dino-Sonvico, si trova in città, a 20 minuti a piedi dall'Università. «Mi sposto in autobus, dato che ho lezioni in posti differenti. Siccome studio sport non sono sempre all'Università: spesso capita di dover raggiungere la palestra, oppure la piscina».
In generale, tutti i suoi colleghi hanno trovato una posizione a poca distanza dalla sede di riferimento per lo studio. «Sono a sette minuti dall'Uni e a 15 dal centro», sottolinea Martina Blajic, 24 anni, di Massagno, in dirittura d'arrivo con il suo master in chimica a Zurigo. «Ho pure la fortuna di avere dei boschi qui vicino». La sua ricerca di una sistemazione è stata ostacolata nientemeno che dal sistema universitario stesso. «Io e la mia amica abbiamo dovuto aspettare fino alla fine di agosto per sapere se avevamo superato l'esame di ammissione».
Dopo la conferma, è partita la frenesia della caccia. «Abbiamo trovato un bel posto, ma eravamo a 40 minuti di distanza. Avendo laboratorio fino alle 18 o anche fino alle 19, iniziava a diventare un po' pesante. Quindi ho deciso di spostarmi». La concorrenza, nella città-cantone, non gioca a favore. «Il posto dove sono ora è stato visitato da altri dieci. Devi fare buona impressione, andare d'accordo con le altre persone che sono già nell'appartamento». Blajic ha sentito vari racconti di studenti che hanno dovuto fare file che si allungavano sul marciapiede sotto l'ingresso.
Una situazione molto diversa rispetto ad altri centri universitari. Stefano Morandini, che da Mendrisio si è spostato fino a San Gallo per studiare economia aziendale, è alla fine del terzo anno, ha trovato un ventaglio di offerte sconfinato. «La prima ricerca l'ho fatta in piena pandemia, era l'aprile del 2020, e mi sono subito reso conto di quanto potesse essere facile trovare una sistemazione», illustra il 22.enne.
«Qui ci sono tanti appartamenti e sinceramente pensavo che costassero anche di più. Certo, non tutti sono rinnovati o all'ultimo grido, però comunque sono tutti ideali per gli studenti. Soltanto il primo giorno avevamo già un giro di sette appuntamenti per vedere altrettante possibilità». Il giovane evidenzia come questo non sia il primo appartamento che ha trovato. «Quando avevo deciso di cambiare, ne avevo comunque visti subito altri dieci».
Posto per tutti
Anche Matteo Leoncini, da Berna, conferma. «Trovare qualcosa a Berna molto più semplice che trovare qualcosa in una grande città come Zurigo». Il 23.enne, di Carona, studia dentaria e vive nella capitale della Confederazione da quattro anni: è al primo anno di Master. Fino a un mese fa, era anche presidente dell'Associazione degli studenti ticinesi a Berna. «Siamo sempre riusciti a trovare degli appartamenti anche per i membri dell'associazione. Non ci sono mai stati problemi o persone che non sono riuscite a trovare una sistemazione».
Il giovane ha deciso di vivere da solo. Una scelta – dice – presa anche con il consiglio dei genitori. La sistemazione gli piace, perché è a cinque minuti dalla clinica nella quale devono lavorare in questo periodo «e a 5 minuti dal centro sportivo dell'Università di Berna, dove gli studenti hanno l'opportunità di praticare attività».
Sono in molti a scegliere un alloggio per studenti per i primi mesi, per poi cambiare verso una sistemazione più definitiva. «Ma ho anche la fortuna di avere una zia che vive qui e che ha potuto fare qualche sopralluogo, accelerando ulteriormente i tempi», ammette Leoncini.
Una casa «più mia»
«Sì, questo è proprio il mio caso», spiega Andrea Barzaghini, che da Locarno si è spostato a Lucerna per studiare giurisprudenza. «Ho fatto tutto il percorso: dalla casa studenti alla camera in un appartamento condiviso, per poi arrivare al monolocale. Quindi ho visto tutta la trafila, diciamo. Mi ero detto: inizio a studiare e vedo come va e se mi piace. Dopo un anno ho voluto cercare una sistemazione, una casa che potevo sentire più mia. Partire con l'idea di entrare nella casa studenti è la cosa più rapida e intelligente da fare, anche perché il contratto prevede termini piuttosto flessibili». Oggi, Barzaghini alloggia a dieci, quindici minuti a piedi dall'Università e spende 850 franchi al mese. «Che da queste parti – aggiunge – per un monolocale è una cifra interessante».
Problemi di alloggio, quindi, a Lucerna neanche l'ombra. «Esatto, tutti sono riusciti a trovare una nuova sistemazione. La scelta di restare in una casa studente è, appunto, una scelta. Ci sono molti miei compagni, infatti, che sono rimasti lì per quattro anni e, probabilmente, completeranno il loro percorso di studi lì perché si trovano bene. In ogni caso, si capisce che qui c'è meno ansia nella ricerca di una casa rispetto alle grandi città».
Un po' come ha potuto sperimentare Nikita Garganigo, a Neuchâtel. «È facile trovare, anche perché c'è ricambio, ma non troppi studenti. Gli studenti ticinesi, più o meno, sono sempre lo stesso numero da un semestre all'altro». La sua stanza le piace. In effetti, spende meno rispetto agli altri suoi colleghi delle altre città svizzere. «È vero, non è molto grande. E non dimentichiamo che una delle stanze sarebbe stata un salotto, ma trasformata in camera da letto». Come in altre soluzioni simili alla sua, gli spazi comuni sono la cucina abitabile e il bagno. «Dopo tre anni, il fatto di non avere un salotto un po' pesa. Però, considerando che sono solo tre anni di Università, va benissimo così».
«Prezzi proibitivi in Ticino»
«Ho amici che spendono poco più di me, ma hanno appartamenti più grandi», dice la 25.enne. «Ma questo l'ho trovato subito e mi son trovata bene anche con la ragazza che era già qui». Alla giovane, la vita in condivisione non pesa. «Ho sempre vissuto, sia qui sia dove mi trovavo prima, a Lucerna, senza problemi. Bisogna adattarsi alle altre persone e questa è la vita da studenti, no? Penso che, come ticinesi, sia un'esperienza da fare, quella di frequentare un'Università fuori cantone».
Già. Ma come sarebbe stato, se non fosse emigrata dal Ticino? La spesa sarebbe stata più alta, più bassa? «Non credo che sarei uscita di casa, quindi da quel punto di vista non avrei speso di più. È anche vero che la tassa universitaria è più alta, duemila franchi contro i 515 che si pagano qui. Non ho mai fatto i calcoli, anche perché non sono mai stata interessata a studiare in Ticino».
Martina Blajic, da Zurigo, si spinge anche oltre: «I prezzi in Ticino sono diventati proibitivi. Sì, parlo anche degli affitti. Qui, poi, abbiamo anche dei ritrovi dedicati agli studenti, in cui praticano prezzi più bassi rispetto al resto dei locali. Senza contare che la spesa nei grandi distributori costa uguale, qui come nella Svizzera italiana».
Lavoretti, una boccata d'ossigeno
Far quadrare i conti, per i giovani in trasferta oltre i confini ticinesi, è una sfida comunque importante. «La famiglia contribuisce in modo importante alle mie spese», afferma Andrea Barzaghini. «Ma cerco di fare molta attenzione per tenerle il più basse possibile». Gli fa eco Matteo Leoncini. «Ricevo 200 franchi alla settimana per le mie spese, oltre all'affitto». Lavoretti estivi o nel tempo libero sono una boccata d'ossigeno. «Ho avuto la possibilità di svolgere dei turni di sorveglianza notturna negli ospedali. Si viene pagati bene, 250-300 franchi a notte», dice sempre Matteo. Martina, invece, lavora alle scuole di Massagno durante l'estate «come insegnante di matematica e di tedesco. L'ingaggio è stabilito livello cantonale e il salario è paragonabile a quello di una docente». «D'estate trascorro alcune settimane nel programma Lingue e sport, mentre d'inverno insegno sci», aggiunge Nikita. Che conclude sottolineando come gestire la spesa sia un'impresa alla quale ci si deve abituare: «Ci si rende conto che è davvero una grande uscita, in termini di soldi».