Svizzera

Pacchi bomba a Ginevra, in manette un 61.enne svizzero

L'uomo è fortemente sospettato di essere coinvolto nel caso degli ordigni che hanno ferito diverse persone nel 2024, anche una ragazzina di 12 anni
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Red. Online
12.03.2025 12:10

Pacchi bomba a Ginevra. Un uomo è stato arrestato oggi, nella città di Calvino, nell'ambito dei casi finora avvolti nel mistero. Lo conferma il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) in una nota. Si tratta di un cittadino svizzero di 61 anni. L'arresto è avvenuto nell'ambito di una vasta operazione di polizia condotta da fedpol e dalla polizia cantonale di Ginevra.

L'uomo è fortemente sospettato di essere coinvolto nell'attivazione degli ordigni esplosivi improvvisati che hanno ferito diverse persone a Ginevra nel 2024. In particolare, di aver partecipato attivamente alla fabbricazione e alla collocazione dei suddetti ordigni e all'invio delle lettere minatorie e delle richieste di riscatto.

«Questo arresto rappresenta un importante risultato delle intense indagini condotte in stretta collaborazione dalle autorità federali e cantonali, che hanno coinvolto numerosi investigatori federali e cantonali, diversi servizi specializzati provenienti da tutta la Svizzera e con il significativo supporto degli specialisti di Europol. La positiva collaborazione tra le varie forze di polizia, in particolare quella ginevrina, e i partner coinvolti ha svolto un ruolo fondamentale», precisa la nota.

Di che cosa stiamo parlando

La vicenda riguarda in particolare le esplosioni di pacchi bomba avvenute in aprile, ad agosto e in novembre dello scorso anno a St-Jean e Grange-Canal, nel canton Ginevra. In una era rimasta gravemente ferita una bambina di dodici anni. L'ultimo episodio risale al 22 gennaio, quando un pacco sospetto è stato scoperto in un edificio in rue de la Corraterie, una strada del centro di Ginevra ai margini del quartiere bancario.

Nello stesso contesto, diverse lettere minatorie e richieste di riscatto erano state inviate a società operanti in Svizzera. Tanto che Patek Philippe, il produttore svizzero di orologi di lusso, aveva scritto ai suoi dipendenti invitandoli a esercitare «cautela e discrezione». Erano infatti stati presi di mira un ingegnere, esperto di meccanica, dipendente da molti anni, e un orologiaio specialista di meccanismi, anche lui nell’azienda da molto tempo.

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