Il caso

A caccia di fantasmi fra pericoli e simboli satanici

Nonostante il divieto d’accesso, all’ex Sanatorio di Piotta non mancano i curiosi che nottetempo o alla luce del sole entrano e poi pubblicano dei video su YouTube incoscienti dei rischi legati all’edificio fatiscente - Un esperto: «La struttura sta cadendo a pezzi»
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
24.10.2024 06:00

Un po’ «Ghostbusters». E tanto «Stranger Things», dal titolo della fortunata serie di Netflix dedicata al soprannaturale. Sta di fatto che l’ex Sanatorio di Piotta, risalente a fine Ottocento ed in disuso dal 1962, è viepiù meta dei «turisti del paranormale» o quantomeno di chi ha un debole per i luoghi abbandonati. Basta andare su YouTube e si trova di tutto. Dai tour fatti nottetempo ai blitz che avvengono alla luce del sole. Arrivano dal Ticino, da Oltralpe e persino dall’Italia (in special modo dal nord della Penisola) per una visita corredata da video che poi vengono pubblicati online e condivisi fra gli appassionati. E questo nonostante all’ingresso della struttura ci sia il cartello che vieta l’accesso: «Il proprietario declina ogni responsabilità». C’è anche una recinzione, che viene però facilmente aggirata. Il complesso è fatiscente. Ergo: pericoloso, come d’altronde emerge in modo lampante da alcuni filmati.

La cassaforte, le scarpe e le arnie

Scale malconce ed instabili (addirittura, in certi casi, mancano i gradini), il soffitto che in alcuni punti è crollato, vetri e sporcizia ovunque, quelli che sembrano dei caloriferi abbandonati al loro destino. Spuntano persino una cassaforte, quasi si trattasse di una caccia al tesoro, una scarpa di quelle che indossavano i nostri nonni, quel che rimane di letti e materassi ed arnie delle api scaraventate a terra. E poi, eccoli: scritte sataniche nonché simboli e numeri che richiamano l’esaltazione al male ed al peccato, che ovviamente non riproponiamo. Aggiungiamoci pure, infine, una vasca da bagno sporca, sì, ma non si capisce bene di quale liquido. «Forse hanno ucciso un animale», afferma uno dei videoamatori. Un macabro rito? Possibile. Ve ne avevamo già riferito sull’edizione del 21 giugno 2021, portando all’attenzione il filmato di un uomo incappucciato intento a compiere un rituale degno di un film horror.

Il campus? Idea sempre attuale

A suo tempo dal Comune ci avevano spiegato di aver più volte sollecitato gli attuali proprietari ad intervenire per evitare queste scorribande illegali. L’edificio è in mano alla Ice Sport International Academy SA (che fa capo ad un gruppo di investitori kazaki), che l’ha acquistato nel novembre 2016 dal Cantone per 750.000 franchi con l’obiettivo di ristrutturarlo ed insediarvi un centro di formazione per gli sport invernali. Che, comprensivo altresì di un campus in stile nordamericano, prevede un investimento di 120-150 milioni di franchi. «La struttura sta cadendo a pezzi. Ma di più non posso dirle dal punto di vista delle misure di sicurezza. Non rientra in quelli che sono i miei compiti...», rileva una persona che oramai da oltre un decennio sta seguendo da vicino il dossier. Impossibile, infatti, raggiungere l’imprenditore a capo del progetto per avere una sua reazione. Lo stesso nostro interlocutore, ci dice, non riesce a parlarci da un anno. L’iniziativa è tuttavia sempre attuale, chiediamo? «Da quello che mi era stato detto a suo tempo, sì», chiosa il nostro interlocutore.

Il «Sottosopra» leventinese

Chiudiamo con quel youtuber dedito al paranormale che nel complesso di Piotta ci è entrato con un K2, un rilevatore di campi elettromagnetici. Di fantasmi, per farla breve. Posandolo ad un occhio (simbolo della tradizione mistica quale apertura verso realtà non accessibili, come ben sanno i fedelissimi di «Stranger Things» in virtù del «Sottosopra», il mondo parallelo) disegnato su un muro afferma di essere certo che vi sia almeno una presenza «spettrale». Di sicuro vi sono i pericoli. Non entrate, che è decisamente meglio.

I malati di tubercolosi

Fondato dal dottor Fabrizio Maffi nel 1905, al Sanatorio di Piotta venivano ricoverati i pazienti con la tubercolosi, il «mal sottile»: nella regione, a quei tempi, una morte su quattro era dovuta alla malattia infettiva cronica. Altre strutture sorsero ad Agra e a Medoscio. Nel 1919 fu rilevato dal Cantone per 470 mila franchi. Due anni più tardi riprese l’attività sotto la direzione del medico Martino Allegrini. Il complesso, dotato di 76 camere, occupava una superficie di 47.000 metri quadrati. Chiuse nel 1962; la diffusione delle malattie polmonari si era arrestata. Nel 2016 è stato ceduto dal Cantone alla Ice Sport International Academy che intende realizzarvi un’accademia per giovani talenti degli sport sul ghiaccio.

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