Ticino

Apertura domenicale dei negozi: «Nessun obbligo, solo una libertà in più»

Presentato il comitato a favore della modifica della legge cantonale sull’apertura dei piccoli commerci in votazione il 18 giugno
© CdT/Chiara Zocchetti
Giona Carcano
22.05.2023 13:08

Si è presentato questa mattina a Bellinzona il comitato interpartitico – composto da Lega, PLR, UDC e Centro – a favore della modifica della legge cantonale sull’apertura dei negozi in votazione il 18 giugno. «L’obiettivo principale», spiegano i promotori, «è quello di aumentare la flessibilità e le opportunità nel settore commerciale, tenendo conto delle sfide che il commercio al dettaglio affronta». Sfide portate dal turismo della spesa e del crescente fenomeno degli acquisti online, esploso in seguito alla pandemia. La modifica, evidenziano, si prefigge altresì di fornire un aiuto alla sopravvivenza dei piccoli commerci, garantendo allo stesso tempo un equilibrio tra le esigenze dei consumatori, le opportunità dei commercianti e la tutela dei diritti dei lavoratori.

I punti chiave della proposta sono essenzialmente tre: permettere una domenica in più di apertura, adeguando il quadro normativo alla legge federale già in vigore; consentire ai negozi di prolungare di un’ora l’orario di chiusura nei giorni festivi non parificati alla domenica e nelle domeniche precedenti il Natale (si passerebbe dalle attuali 18.00 alle 19.00); estendere la possibilità di aprire la domenica ai negozi con una superficie compresa tra 200 e 400 metri quadrati nelle regioni turistiche. «La proposta, approvata lo scorso autunno dal Gran Consiglio, va incontro alle esigenze dei turisti e dei residenti», le parole di Andrea Censi (Lega). «Apriamoci verso una società moderna, dinamica, con un messaggio positivo». Alessandro Speziali (PLR) ha da parte sua ricordato la genesi della modifica di legge, «nata durante la pandemia, quando la gente ha riscoperto i piccoli commerci». Commerci che hanno sofferto durante il lungo periodo COVID, e che in seguito si sono ritrovati ulteriormente in difficoltà a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime dovuto alla guerra in Ucraina. «Abbiamo voluto dare una risposta al settore», ha proseguito Speziali. «Il commercio, inoltre, contribuisce a mantenere il cantone attrattivo a livello turistico. Questa apertura è ragionevole, misurata e concreta. Inoltre, è una possibilità, non un obbligo. Si tratta di concedere una libertà in più al settore del commercio. Bisogna lavorare sulla cultura dell’accoglienza: spesso troviamo le città turistiche del cantone piene di gente ma con i negozi chiusi. Riportiamo vitalità nei nostri nuclei, creando un circolo economico virtuoso a beneficio di tutti». «La protezione dei lavoratori è assolutamente garantita», ha sottolineato da parte sua Lara Filippini (UDC). «I contratti collettivi non saranno toccati in alcun modo. La modifica permetterebbe di concedere una libertà in più al settore». Per Cristina Maderni (PLR), invece, la proposta «asseconda un nuovo stile di vita dando la possibilità al settore del commercio di lavorare, senza dare sussidi». Inoltre, «le aperture domenicali passerebbero da 3 a 4. Una proposta di buon senso, e che di fatto seguirebbe quanto già previsto dalla legge federale».

La modifica, ha ricordato in conclusione Censi, è ben accolta dallo stesso settore del commercio. «Non a caso, oggi, ci troviamo in uno di quei piccoli commerci (il negozio Patchwork di Bellinzona, ndr) che beneficerebbe delle misure in votazione». La proposta, ricordiamo, è osteggiata dai sindacati UNIA e OCST, così come dal Partito socialista, che nei mesi scorsi avevano raccolto le firme necessarie per il referendum. 

Correlati
Aperture dei negozi che dividono: opportunità oppure inganno?
Il 18 giugno in Ticino i cittadini si esprimeranno su alcune misure volte a dare maggiore flessibilità al settore della vendita: la quarta domenica di apertura generalizzata, un'ora in più nei festivi non parificati e l'aumento del limite di superficie per le deroghe nelle località turistiche