Industrie

Bedano, ora è ufficiale: Mubea chiuderà nel 2025

L’azienda che da 50 anni produce molle per valvole cesserà la produzione alla fine di marzo del prossimo anno – I licenziamenti saranno una settantina, alcuni già nei prossimi mesi – È stato elaborato un piano sociale, ma i sindacati alzano la voce – Coppi: «Lavoratori trattati in modo vergognoso»
Nelle scorse settimane l’azienda aveva confermato di essere in difficoltà. © CdT/Gabriele Putzu

Adesso è ufficiale: la Mubea, che produce da più di 50 anni molle per valvole destinate all’industria automobilistica, cesserà la produzione a Bedano il 31 marzo 2025. Ciò interesserà una settantina di persone. I primi licenziamenti saranno effettivi per la fine dell’anno in corso e sono previsti un piano sociale volontario e un sostegno attivo nella ricerca di nuovi posti di lavoro. A comunicarlo, questa sera, è stata la stessa Mubea in una nota firmata da Piergiorgio Giuliani, membro del CdA di Mubea. L’azienda, lo ricordiamo, nelle scorse settimane aveva confermato di essere in difficoltà e non aveva escluso l’addio dal Luganese, avviando un processo di consultazione. Questa sera, come detto, la conferma.

Interrotta anticipatamente

La consultazione con dipendenti e sindacati era stata avviata lo scorso 20 agosto e si è conclusa anticipatamente oggi, mercoledì 11 settembre, su richiesta dei lavoratori. «Il Consiglio di amministrazione, dopo aver analizzato attentamente le proposte presentate dai dipendenti, ha ritenuto di non poterle prendere in considerazione in quanto non risolutive delle difficoltà che affliggono la realtà produttiva di Bedano e dunque non sufficienti e giustificate ad evitare la chiusura dello stabilimento» e ha «con rammarico deliberato la cessazione della produzione a Bedano per il 31 marzo 2025». Sono una settantina i dipendenti che saranno coinvolti. Mubea «farà uno sforzo particolare per garantire l’impiego alla maggior parte dei lavoratori fino alla chiusura definitiva dello stabilimento, mentre unicamente una decina di dipendenti terminerà il proprio servizio già con la fine del corrente anno».

Per Paolo Coppi, sindacalista dell’OCST, questo episodio è «l’ennesima conferma che la procedura di consultazione non funziona. È una critica al sistema, perché è uno strumento formale che serve solo a qualcuno per ripulirsi la coscienza e c’è ben poca consultazione». I primi a non essere soddisfatti, in questo caso, sono proprio i lavoratori, che «si sono indignati per come sono stati trattati. Parliamo di un’azienda presente sul territorio da tanti anni e di dipendenti che hanno fatto di tutto per mantenerla su questo territorio. Vederli trattati così è poco edificante».

Mubea ha anche elaborato un piano sociale che comprende principalmente incentivi economici: «Sono previsti provvedimenti per lavoratori dai 58 anni e la possibilità per i dipendenti che trovano un’occupazione alternativa di lasciare l’azienda in tempi rapidi. L’azienda è inoltre disposta a prendere in considerazione individualmente casi di rigore eccezionali» e «fornirà anche un servizio di outplacement e di collocamento attivo». Di contro, il piano sociale piace poco sia all’OCST, ma in primis ai lavoratori. «Parliamo di una azienda che possiede ancora una solidità enorme e si comporta così per difendere i propri investimenti. Proporre 2 mensilità a dipendenti che hanno un’anzianità media che supera i 10 anni e che hanno fatto di tutto per difendere l’occupazione è oggettivamente vergognoso».

I motivi della decisione

Ma quali sono i motivi che hanno portato a questa decisione? «A seguito della crescita che ha preso piede nel mercato delle auto elettriche – afferma l’azienda –, si è ridotto lo sviluppo di nuovi motori a combustione interna non lasciando intravedere nuove opportunità commerciali. Il volume produttivo si è già ridotto drasticamente e le previsioni economiche indicano un trend costantemente negativo. L’aumento del forte tasso di cambio e gli elevati costi di produzione che ne derivano gravano sempre di più sull’impresa. A ciò si aggiungono le sfide economiche sul piano mondiale rappresentate dagli elevati costi energetici e dall’inflazione».

Anche SPS SA valuta l'addio

Sono giorni complicati per Bedano. Oltre alla Mubea, il comune potrebbe perdere anche un’altra delle sue aziende: come riferito lo scorso 29 agosto, SPS Switzerland SA intende infatti chiudere la sede luganese entro il 2025. E a rischio ci sono 17 posti di lavoro. «È chiaro che il Comune dovrà far fronte a un calo delle entrate fiscali», aveva commentato allora il sindaco Dario Fraschina.

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