Il caso

Bellinzona è una città dai capelli bianchi

Entro il 2052 le persone con più di 80 anni sono destinate pressoché a raddoppiare sfiorando quota 6.000 – Attualmente il 21,5% circa della popolazione è già nell’età della pensione – Ecco perché è inevitabile rilevare l’istituto Greina, demolirlo e poi realizzare una nuova struttura
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
30.12.2024 19:30

È una città che invecchia a vista d’occhio. Entro il 2052 la popolazione con più di 80 anni che vivrà a Bellinzona è destinata quasi a raddoppiare. Passerà dagli attuali 3.058 residenti ad oltre 5.820. Un aumento importante che, di conseguenza, necessiterà un adeguamento dell’offerta dei servizi dedicati alla terza e quarta età, nella fattispecie per quanto riguarda i posti letto nelle case per anziani.

Il dato è estrapolato dalla risposta che il Municipio ha dato all’interpellanza presentata dal gruppo della Lega dei ticinesi in Consiglio comunale (primo firmatario Sacha Gobbi). Dei cambiamenti, dunque, che saranno obbligatori «nonostante l’obiettivo della pianificazione integrata LAnz-LACD di favorire il mantenimento degli anziani al proprio domicilio il più a lungo possibile. Attualmente 25 persone in situazione urgente sono in lista d’attesa. La pianificazione cantonale stima, a medio termine, un deficit di 250 posti letto» negli istituti, sottolinea l’Esecutivo.

Ottimizzare le risorse

Sia chiaro: la Turrita segue un trend in atto da tempo. L’invecchiamento della popolazione è infatti una costante in Ticino come nel resto della Svizzera. E la capitale, con un tasso pari al 21,5%, non fa eccezione. Circa 10 mila abitanti (su un totale di quasi 46 mila) hanno 65 o più anni. Il Municipio non è rimasto con le mani in mano, chiedendo ad un’azienda specializzata di svolgere un’analisi dettagliata dell’evoluzione demografica così da avere, come detto, delle indicazioni chiare sulla base delle quali prendere poi delle decisioni politiche. Occorre basarsi sui numeri, certo, ma altresì essere lungimiranti. In questo senso rientra, a detta del consesso guidato dal sindaco Mario Branda, la volontà di rilevare la casa anziani Greina, complesso a nord di Bellinzona che conta una sessantina di posti letto e dà lavoro a 94 collaboratori. Verrà presa in gestione dalla Città (già lo è, transitoriamente, dal 2023), demolita e poi ricostruita.

La soluzione ottimale

È la soluzione ritenuta ottimale dagli esperti per uno stabile edificato nel 1966. «In vista di un’integrazione definitiva nella Rete anziani cittadina e con l’obiettivo di ottimizzare le risorse sono stati avviati gli adeguamenti necessari - precisa l’Esecutivo -, indipendentemente dall’ente proprietario della struttura (oggi è una società cooperativa, n.d.r.). Questi includono interventi sulle modalità di lavoro, sul sistema di qualità e sull’informatica, in linea con le attività previste e riconosciute dal contratto di prestazione tra il Cantone e l’attuale ente proprietario. Una volta definiti gli ultimi dettagli e approfondimenti il Municipio si pronuncerà in via definitiva e allestirà un messaggio per formalizzare il passaggio» di mano.

Quel nodo da sciogliere

Le valutazioni formali e finanziarie sono cominciate nell’estate 2022. Attenzione, la gestione in rete avverrà comunque, anche qualora Bellinzona decidesse di non rilevare la Greina. Come mai? In quanto «le sue dimensioni ridotte non le permettono di operare autonomamente in modo sostenibile nel medio-lungo termine».

Le discussioni si sono focalizzate soprattutto sulla questione della cassa pensioni dei collaboratori. «Il tema della realizzazione di una nuova casa anziani per soddisfare la necessità di posti letto non è invece direttamente legato all’acquisizione» del complesso di via Pizzo di Claro. Che ha una durata di vita stimata di 10 anni ancora. Prima di far entrare in funzione le ruspe, in ogni modo, verrà tagliato il nastro di un moderno istituto: «Eventuali interventi manutentivi che dovranno essere effettuati nel frattempo beneficeranno dei sussidi cantonali previsti».

In prospettiva verranno ritoccate le tariffe?, chiedeva infine la Lega. Il proprietario non ha margine di manovra nella loro determinazione, visto che la retta è commisurata al reddito e alla sostanza della persona residente.

Una volta era Stalingrado

La Greina porta la prestigiosa firma dell’architetto Augusto Jäggli. La struttura è stata realizzata nel 1966 grazie al ricavato della vendita delle cosiddette «case dei ferrovieri» del quartiere di Pratocarasso (ai tempi soprannominato «Stalingrado»). Nel 1995 l’istituto è stato completamente ammodernato, mentre nel 2006 si sono conclusi i lavori alla nuova ala. Le case anziani della Città di Bellinzona sono attualmente quattro. Si tratta di quella di Sementina (80 posti letto), della Residenza Pedemonte nella capitale (76 posti), della Comunale in via Mesolcina in città (72 posti) e del Centro Somen di Sementina (50 posti).

Correlati
Con la Greina sboccia anche l'ente autonomo
Bellinzona, è in dirittura d’arrivo l’integrazione dell’istituto nella rete delle case anziani comunali: il vetusto complesso verrà demolito per fare spazio ad una nuova struttura - Il Municipio non esclude, inoltre, altre edificazioni in futuro
Volata finale per la Greina
Bellinzona: dall’inizio dell’anno la casa anziani privata è gestita in regime transitorio in attesa che la Città decida se integrarla nella propria rete - In febbraio entrerà in carica il capostruttura che affiancherà il direttore del Settore - Interventi anche nelle altre strutture
Rivoluzione in vista per la Casa anziani Greina
Andrea Bordoli lascerà la direzione a fine 2022 per una nuova sfida professionale mentre si riflette sull'integrazione della struttura nella rete della Città, opzione caldeggiata anche dal Cantone - Non si esclude addirittura un passaggio di proprietà al Comune