Sotto la lente

Con la Greina sboccia anche l'ente autonomo

Bellinzona, è in dirittura d’arrivo l’integrazione dell’istituto nella rete delle case anziani comunali: il vetusto complesso verrà demolito per fare spazio ad una nuova struttura - Il Municipio non esclude, inoltre, altre edificazioni in futuro
© CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
13.05.2024 06:00

È uno dei messaggi municipali più attesi di questo primo scorcio della nuova legislatura. Stiamo parlando dell’integrazione della Greina - istituto a nord della Turrita che conta una sessantina di posti letto e che dà lavoro a 94 collaboratori - nella rete delle case anziani comunali. Si tratta del quinto (ed ultimo) tassello e che, con ogni probabilità, sfocerà nella costituzione dello specifico ente autonomo come richiesto più volte dalla politica. La durata di vita della struttura, realizzata nel 1966 dall’architetto Augusto Jäggli con il ricavato della vendita delle cosiddette «case dei ferrovieri» del quartiere di Pratocarasso (ai tempi soprannominato «Stalingrado»), è stimata in 8-10 anni. E dopo cosa accadrà? L’ipotesi più gettonata, e che gode del beneplacito degli specialisti, è quella che prevede l’edificazione di un complesso ex novo che dovrà «aumentare il numero di posti letto disponibili sul territorio». È quanto puntualizza l’Esecutivo cittadino nella risposta all’interrogazione di Fabio Briccola (PLR).

Come l’Araba Fenice

«In accordo con il Cantone e gli attuali proprietari della casa anziani Greina si stanno attuando le misure preparatorie necessarie all’integrazione della casa nella rete anziani della Città. Nei prossimi mesi verrà allestito un apposito messaggio all’indirizzo del Consiglio comunale. L’impatto finanziario sarà nel limite del possibile neutro per quanto riguarda i costi di “ingresso”», spiega il consesso guidato dal sindaco Mario Branda. Il 2025, dunque, sarà l’anno decisivo. La Greina sarà come l’Araba Fenice. Verrà demolita e poi ricostruita.

È la soluzione ritenuta ottimale dal gruppo di lavoro intersettoriale che ha il compito di definire «le priorità e pianificare gli interventi di manutenzione delle strutture per anziani della Città, ritenuta la necessità di garantire la continuità operativa» degli istituti. Il complesso di via Pizzo di Claro è stato completamente ammodernato nel 1995, mentre nel 2006 si sono conclusi i lavori alla nuova ala. Ciò significa che se il santo non vale la candela, come si suole dire, non resta che un’alternativa: abbatterla e costruirla da zero. Il dossier, come è noto, è passato dalle mani di Giorgio Soldini (non rieletto) a quelle di Vito Lo Russo, neomunicipale, che ha assunto le redini del Dicastero anziani e ambiente.

I posti letto sono oltre 600

I posti letto nelle case per anziani situate sul territorio cittadino, afferma infine l’Esecutivo, pianificati per soggiorni definitivi sono 556, mentre in regime subacuto e di breve durata 50 (cure acute transitorie, soggiorni temporanei terapeutici e soggiorni temporanei). Ad inizio marzo «la lista di attesa di tutte le case per anziani presenti sul territorio di Bellinzona contava 58 richieste, mentre i posti liberi erano 3». Il Municipio prevede delle nuove edificazioni oppure altre soluzioni per rispondere alle crescenti future esigenze della terza età?, chiedeva Fabio Briccola. «È un’ipotesi al vaglio dell’apposito gruppo di lavoro», conclude l’Esecutivo. Gli anziani, in città, rappresentano un quinto della popolazione.

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