Caccia alla legionella, piscina (e tubi) fuori uso

Rubinetti chiusi. Docce degli spogliatoi inaccessibili così come la piscina scolastica. D’altronde, di fronte a un potenziale rischio, non bisogna tergiversare. Nelle condotte dell’acqua delle palestre di via Soave a Chiasso è infatti stato trovato il batterio della legionella. Una questione da trattare con una certa serietà, che ha richiesto un intervento drastico. E che, allo stesso tempo, ha necessitato di un’informazione puntuale alle famiglie degli allievi delle scuole elementari della cittadina. Ieri, infatti, i genitori hanno ricevuto una missiva firmata dal direttore Andrea Lavezzo. Nella lettera il direttore spiega che «in data 16 febbraio il Laboratorio cantonale ci ha informati telefonicamente che, nell’ambito dei prelievi della "Campagna acque piscine e docce 2024", un campione d’acqua di una doccia degli spogliatoi delle palestre di via Soave è risultato "non conforme"». Il motivo è stato presto identificato: «La non conformità – si legge – è data dalla presenza del batterio della legionella».
Situazione delicata, evidentemente. «Si tratta di un microrganismo ambientale che si sviluppa in ambienti acquatici e ha trovato delle condizioni di proliferazione molto favorevoli nei sistemi idrici creati dall’uomo». Un batterio che si trasmette alle persone «per inalazione di aerosol d’acqua contaminata – si comunica nella missiva diretta alle famiglie –, cioè respirando un miscuglio di aria e di goccioline d’acqua contenenti dei batteri». E tutto ciò può portare allo sviluppo della legionellosi. In tal senso il Dipartimento della sanità e della socialità, nella documentazione legata alla campagna annuale che viene svolta, spiega che la legionellosi «è una grave infezione polmonare causata da determinati batteri del genere legionella. La legionellosi – si specifica – si manifesta in varie forme, da quelle completamente asintomatiche, a sindromi febbrili (Febbre di Pontiac) fino alle polmoniti».
Bambini meno esposti
Nella missiva consegnata ai familiari si specifica, ad ogni modo, che «I bambini sono meno esposti al rischio di contrarre la legionellosi, infatti esso aumenta con l’avanzare dell’età» e che la malattia «si manifesta generalmente da due a dieci giorni dopo il contagio», il cosiddetto periodo d’incubazione. «La scuola è stata chiusa il 9 febbraio per le vacanze di carnevale», motivo per il quale «al rientro non vi sono stati più possibili contatti poiché le fonti d’acqua sono state chiuse.
Tutto chiuso
La presenza del batterio della Legionella, come detto, ha spinto la direzione – in collaborazione con altri attori – a mettere in atto delle misure di protezione piuttosto drastiche. «In collaborazione con i nostri custodi, l’Ufficio tecnico e AGE (l’Azienda acqua, gas ed elettricità, ndr) abbiamo analizzato la situazione e predisposto il dispositivo per il ripristino della situazione». E i tempi, si fa presente, saranno piuttosto lunghi poiché si tratta di risanare tutto l’impianto.
Per quel che concerne l’utilizzo della palestra e degli spogliatoi non vi saranno problemi. Resterà però aperto un unico bagno, «riservato a situazioni di emergenza». In nessun caso – si fa presente – gli utenti della struttura possono entrare in contatto con acqua corrente e di conseguenza inalarne delle particelle. Resterà invece chiusa fino alla scomparsa del batterio la piscina.
Contagio? Quasi escluso
Visto l’accaduto, a quale rischio sono stati esposti i fruitori degli spazi? «Possiamo ragionevolmente considerare estremamente bassa, se non esclusa, la possibilità che i vostri figli siano stati contagiati dalla legionella – rassicura il direttore avendo inoltre sentito il parere dell’Ufficio del Medico cantonale –. Ciò nonostante vi chiediamo, in caso di malattia, di prestare attenzione ai sintomi e di indicare al medico curante il possibile contatto con il batterio, in modo che possa fare la diagnosi e prescrivere la cura corretta».