Cannabis ricreativa, in Gran Consiglio due fronti opposti
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Approderà presto in Gran Consiglio il tema di un’eventuale sperimentazione dell’uso della cannabis ricreativa in Ticino. La possibilità di far svolgere direttamente dal Cantone un progetto pilota di questo tipo – concessa per legge sul piano federale dal 2021 – da qualche tempo era al vaglio della Commissione sanità e sicurezza sociale. La quale, come avevamo anticipato su queste colonne la scorsa settimana, si è spaccata in due fronti. Spaccatura che è stata siglata proprio questa mattina, quando la Commissione ha firmato due rapporti che tra qualche settimana saranno discussi in aula.
Il rapporto di maggioranza (relatori Maurizio Agustoni del Centro e Lara Filippini dell’UDC, siglato anche dalla Lega a parte del PLR), mette l’accento sulla poca utilità di un’operazione di questo tipo. «Non si tratta di decidere se si può o meno sperimentare, poiché la possibilità è già data sul piano federale. E se qualcuno vuole farsi avanti può farlo e la decisione spetterebbe poi all’Ufficio federale di sanità pubblica», premette Agustoni. «In realtà – prosegue il capogruppo –, si tratta di decidere se il Cantone in quanto tale deve farsi lui stesso promotore di un progetto pilota. E a nostro modo di vedere muoversi in questa direzione avrebbe poco senso». Per quale motivo? «Non pensiamo sia un compito specifico del Governo o dell’amministrazione stimolare un progetto di vendita della cannabis». Come dire: se qualche associazione vuole farsi avanti può già farlo, ma «non si capisce perché dovrebbe essere l’autorità cantonale a promuovere un progetto simile». Per la maggioranza, inoltre, «visto che delle sperimentazioni sono già in corso in altri Cantoni, perlopiù da diversi anni, il valore aggiunto che potrebbe portare un progetto svolto in Ticino sarebbe praticamente nullo». Più in generale, poi, secondo Agustoni «ogni tipo di sperimentazione porta con sé dei rischi» e quindi «non avrebbe senso prendersi dei rischi quando altre realtà stanno già sperimentando, in varie forme, questa possibilità». Oltretutto, chiosa il capogruppo, «per una questione strettamente di competenza federale».
Ben diverso, va da sé, l’approccio della minoranza (composta da PS, Verdi e l’altra parte del PLR). Come spiega il vice-presidente del PS Danilo Forini (co-relatore del rapporto con la collega dei Verdi Giulia Petralli) «è nell’interesse del Ticino farsi trovare pronto alle probabili modifiche legislative a livello nazionale». Insomma, un progetto pilota permetterebbe al nostro territorio «di acquisire le competenze necessarie per gestire e regolamentarne l’utilizzo, con particolare attenzione alle questioni legate alla salute e alla protezione dei minori». Anche perché, fa notare Forini, «è vero che ci sono altri Cantoni che portano avanti delle sperimentazioni, ma il Ticino ha la peculiarità di essere un territorio di frontiera», con tutto ciò che ne consegue. Per il socialista, dunque, i servizi cantonali dovrebbero avere un ruolo attivo, anche perché «far finta di niente – quando sappiamo che l’uso ricreativo della cannabis è molto diffuso – sarebbe la risposta peggiore che possiamo dare».