Cadro

Caso Arash, la Croce Rossa Svizzera prende posizione

Il giovane afghano si è tolto la vita lo scorso 11 luglio in un centro asilanti gestito da CRSS su mandato del Cantone — «Non abbiamo reso pubblico il tragico evento per evitare il rischio di emulazione»»
Red. Online
20.07.2023 10:27

La Croce Rossa Svizzera - Sezione del Sottoceneri (CRSS) prende posizione sul caso di Arash, il giovane afghano che l'11 luglio si è tolto la vita al centro asilanti di Cadro (centro gestito, appunto, da CRSS su mandato del Cantone).

«Fino ad oggi», si legge nel comunicato stampa, «CRSS ha deciso di non entrare nel dettaglio di questa vicenda, la prima all’interno dei suoi centri, e questo a tutela della famiglia e della persona che purtroppo ha perso la vita lo scorso 11 luglio. Oggi, suo malgrado, CRSS è obbligata a prendere posizione, e se ne dispiace; i continui attacchi da parte di alcune persone, così come la continua eco mediatica, hanno generato esattamente l’effetto che si voleva evitare, cioè quello del rischio di emulazione. Era il motivo per il quale, oltre al rispetto per la persona coinvolta, CRSS aveva deciso di non rendere pubblico il tragico evento. Ora, nei centri della CRSS, la vicenda e quanto affermato contro l’operato di CRSS, in particolare dall’avvocato Iglio Rezzonico, hanno fatto sì che divenisse appunto effettivo e preoccupante il rischio di emulazione».

«Tornando al caso specifico, CRSS ha preso a carico il ragazzo rapidamente, con empatia e professionalità (non è stato affatto lasciato da solo, senza alcun sostegno, isolato) cercando di sostenerlo in ogni modo, con l’attivazione di una rete medica, di una rete sociale e di una rete psicologica. La sua grande difficoltà ad aderire a tutte le forme di aiuto messe in campo non ha fatto mai desistere CRSS né con lui né, peraltro, con nessun ospite dei centri che abbia manifestato disagio. CRSS non intende tornare sul caso specifico, perché trova l’accanimento attuale non rispettoso della sua memoria e neppure della famiglia, provata da un lutto che viene amplificato dall’eco mediatica e da qualche strumentalizzazione di troppo».

«CRSS è aperta al dialogo e alla critica, è pronta a migliorarsi e regolarmente discute con le istituzioni per trovare soluzioni che rispondano alle tante difficoltà delle persone che arrivano nei centri. Come già detto nei giorni scorsi da altre persone, sicuramente ci sono strutture che mancano e misure supplementari che possono essere attivate. CRSS fa tutto quanto possibile con le risorse disponibili, con competenza, umanità e soprattutto grande passione, forte dei suoi valori. Siamo convinti che sia importante portare avanti miglioramenti nella presa a carico dei richiedenti l’asilo, ma va fatto con un dialogo costruttivo, svolto ai tavoli competenti.

Gli attacchi ingiustificati a CRSS fomentano dinamiche disfunzionali all’interno dei centri. Le persone, assai vulnerabili, che quotidianamente vengono prese a carico dal personale Croce Rossa rischiano di perdere la fiducia di fronte a una narrazione contraria ai fatti e spesso interessata. CRSS precisa che è inveritiero quanto indicato a proposito di dati e di cifre, e sono del tutto infondate le accuse di una presa a carico insufficiente da parte di CRSS».

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