«Ci sono ancora troppi punti pericolosi»

«Sono già intervenuto in passato su questo tema, dapprima come presidente della Regione Moesa, in seguito quale granconsigliere. Purtroppo devono sempre accadere incidenti gravi affinché si intervenga con misure concrete ed efficaci (vedi anche gli incidenti successi in tempi recenti a Sufers e nel tunnel di San Fedele a Roveredo). A nord della galleria del San Bernardino l’Ufficio federale delle strade (USTRA) è intervenuto in maniera importante, soprattutto a nord di Sufers, con la relativa separazione delle corsie. Tra Mesocco e San Bernardino, invece, ci sono ancora oggi troppi punti pericolosi, per una strada di montagna che non si può considerare a tutti gli effetti un’alternativa all’asse del San Gottardo». Interpelliamo Samuele Censi poche ore dopo il grave incidente della circolazione capitato oggi verso mezzogiorno sull’A13 – sinistro costato la vita ad una persona, mentre altre due sono ricoverate all’ospedale in condizioni giudicate serie: coinvolti un minivan con targhe tedesche e una vettura immatricolata in Italia, la Polizia cantonale cerca testimoni (chiamare il numero 091/822.85.00) – a circa un chilometro dall’uscita di San Bernardino.
Situazione insostenibile
Il sindaco di Grono, parlamentare e presidente della Deputazione del Grigioni italiano a Coira è scosso. Sa bene di cosa parla, visto che appena l’autunno scorso aveva chiesto al Consiglio di Stato retico, attraverso un’interpellanza, di valutare delle misure per porre rimedio a una situazione giudicata insostenibile. Traffico in aumento, disagi per la popolazione, inquinamento ambientale e fonico e, sfortunatamente, anche alcuni incidenti gravi. Come, appunto, quello odierno. «Laddove si è intervenuti separando le corsie la situazione è notevolmente migliorata, come a sud del castello di Mesocco», rileva il granconsigliere mesolcinese.
Il Governo, per bocca della direttrice del Dipartimento infrastrutture, energia e mobilità Carmelia Maissen, il 17 ottobre aveva risposto davanti al plenum che Coira è altresì preoccupata per il traffico in costante crescita lungo l’autostrada A13. Non solo nei periodi per così dire caldi, come durante le vacanze estive, ma anche nel resto dell’anno.

Il gruppo di lavoro
A questo proposito l’Esecutivo cantonale l’anno scorso ha istituito un gruppo di lavoro di cui fanno parte pure i rappresentanti dei Comuni e delle regioni nonché i funzionari dell’USTRA. Ciò con l’obiettivo di contenere al minimo gli effetti negativi. Il tema, ovvio, è federale. Ma serve la collaborazione di tutti per elaborare dei progetti che consentano di porre rimedio ad una situazione che non deve essere sottovalutata e, l’abbiamo visto, che può rivelarsi purtroppo pure pericolosa.
L’incontro a Berna
Sedersi al tavolo con Berna si può. Samuele Censi tre anni fa, assieme ai colleghi deputati del Circolo di Roveredo Manuel Atanes e Nicoletta Noi Togni, aveva invitato le autorità cantonali e federali a migliorare la sicurezza nella galleria di San Fedele a Rorè dopo l’ennesimo incidente grave (quattro, di cui uno mortale) dal 2016. Il 2 dicembre 2020 a Palazzo federale l’allora direttrice del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni nonché presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga aveva incontrato il consigliere nazionale grigionese Martin Candinas, il consigliere di Stato Mario Cavigelli e il granconsigliere e sindaco di Grono che si era fatto portavoce delle preoccupazioni delle istituzioni e dei cittadini del Moesano. Il tunnel è sicuro, si era detto, sebbene vi siano dei margini di miglioramento. Il prossimo tavolo di discussione, ora, deve essere quello della sicurezza lungo l’A13. Per evitare altre tragedie.