La critica

«Così il Palazzetto dello sport sarà un sarcofago»

L’MPS ha presentato un atto parlamentare critico rispetto alle modifiche apportate al progetto del Polo sportivo di Lugano, in particolare alle nuove palestre – Al Cantone si chiede se sia tutto a posto a livello legale – A non convincere è in particolare la rinuncia alle vetrate che svilirebbe e appesantirebbe l’intero edificio
Le vetrate sono state mantenute per lo stadio di calcio (a sinistra) ma non per le palestre. ©Città di Lugano
Federico Storni
12.09.2024 19:20

«Lugano si vanta di fare opere belle - ha detto in conferenza stampa il granconsigliere MPS Giuseppe Sergi - ma con la rinuncia alle vetrate il Palazzetto dello sport diventerà un sarcofago». «Mercoledì il vicesindaco Roberto Badaracco ha parlato di rifiniture e affinamenti, e di ottimizzazioni - ha rincarato Matteo Poretti, sempre dell’MPS. - Ma questo è un cambiamento radicale di progetto che snatura il Polo sportivo e snatura il voto dei cittadini sul Polo sportivo stesso». Se, insomma, mercoledì la Città ha voluto sottolineare con un certa fretta (probabilmente proprio per anticipare l’MPS) che il cantiere del PSE procede tutto sommato nella norma, il Movimento per il socialismo, che in occasione del referendum sul PSE nel 2021 era tra i contrari al progetto, ha qualche dubbio in più. E per affondare il colpo ha inoltrato una ricca interpellanza (19 quesiti) al Consiglio di Stato, concentrandosi anche su un certo percepito «laissez faire» del Cantone stesso sul tema.

Perché ora?

La scelta di rinunciare alle vetrate, va precisato, non è una novità. La relativa domanda di costruzione risale al gennaio 2023 (a mo’ d’esempio il 3 gennaio di quell’anno il Corriere delTicino titolava: «Il 2023 del Polo sportivo inizia con l’oscuramento delle facciate»). Perché dunque sollevare ora il tema e non un anno e mezzo fa, in fase d’approvazione della variante del progetto? «Perché solo adesso siamo arrivati ad avere un quadro completo della situazione», ha risposto Sergi alla nostra domanda, aggiungendo poi che «a Lugano paghiamo l’assenza di una nostra presenza istituzionale». La licenza edilizia per realizzare la variante è nel frattempo cresciuta in giudicato.

Quel parere negativo

Un rendering diffuso qualche anno fa, prima del referendum, che mostra le vetrate poi accantonate.
Un rendering diffuso qualche anno fa, prima del referendum, che mostra le vetrate poi accantonate.

Al di là delle tempistiche, l’MPS ha affermato che la scelta di rinunciare alle vetrate comporterebbe dei problemi legali. La tesi della forza politica è - con le parole diSergi - che nel preavvisare positivamente la domanda di costruzione «secondo noi gli uffici cantonali preposti hanno interpretato in modo discutibile le norme di legge». Ed è di questo in sostanza che si chiede conto al Cantone. Con la «pesante modifica» ora il Palazzetto dello sport contravverrebbe alle direttive dell’Ufficio federale dello Sport, al Regolamento sull’igiene del suolo e dell’abitato, a delle norme antincendio e alla Legge sulla protezione dei beni culturali («Le distanze minime dall’ex Termica, l’edifico tutelato a livello locale che ospita il Cinestar, sono rispettate? Gradiremmo saperlo»).

L’MPS pone poi particolare attenzione sul parere consultivo della Commissione del paesaggio - un gremio di esperti del settore - che ha preavvisato negativamente le modifiche, scrivendo che esse «sviliscono la qualità del progetto edilizio» e portano a edificare «una costruzione molto più impattante dal punto di vista paesaggistico». Nonostante ciò l’Ufficio cantonale della natura e del paesaggio (UNP) ha dato il suo nullaosta all’opera, ritenendo preponderanti le motivazioni avanzati dal committente, cioè un bisogno di privacy durante gli allenamenti per le società sportive e problemi legati al tifo violento. Il timore, cioè che qualcuno potesse frantumare le vetrate. Giustificazioni, quelle dell’UNP, che hanno lasciato «allibiti» quelli dell’MPS, che ora ne chiedono conto al Cantone: «Non bastava qualche tenda? Ci sembra piuttosto una misura di risparmio».

La questione della capienza

C’è poi la questione della riduzione dei posti nell’Arena sportiva da 10.000 a circa 8.250, chiesta dal Football Club Lugano. Al proposito Sergi ha sottolineato come l’MPS abbia sempre sostenuto che il nuovo stadio fosse sovradimensionato, e questa riduzione ne sarebbe la conferma, mentre Poretti ha rincarato: «È un privato che impone cambiamenti a opere pubbliche: per noi è una cosa abbastanza grave». In questo senso nelle recenti risposte della Città a un’interrogazione di socialisti e verdi sul PSE si legge che «il contratto di locazione tra Città di Lugano e FC Lugano SA è prossimo alla conclusione e sarà inoltrato per informazione al Consiglio comunale, come da procedura».

Critiche ai parcheggi di Cornaredo Sud

A proposito di lamentele sul PSE, socialisti, Verdi e Più Donne hanno di che rimostrare verso il progetto «fratello» Cornaredo Sud, ovvero la creazione di una nuova pista d’atletica. Le domande dei consiglieri comunali (formalizzate oggi in un'interrogazione con prime firmatarie Tamara Merlo e Nina Pusterla) vertono però sui parcheggi, già oggetto d’opposizione da parte dell’Associazione traffico e ambiente. Al Municipio si rimprovera di aver proceduto in tutta fretta senza fare uno studio sui parcheggi. La Città ha fatto una perizia in seguito, che ne raccomanderebbe la diminuzione, ma per gli interroganti quegli stalli proprio non dovrebbero esserci perché sarebbero dannosi per il quartiere di Molino Nuovo e andrebbero a scapito di una possibile area verde. Al Municipio chiedono in sostanza di render conto delle sue scelte.

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