Cultura indipendente, c’è l’ipotesi ex Macello

La cultura indipendente potrebbe trovare spazio all’ex Macello, nella sua parte rinnovata. Parliamo della costruzione più a nord del complesso – che a sud accoglieva la sede, poi demolita, del CSOA Il Molino – già usata in passato per eventi pubblici e mostre. A questa location, nelle ipotesi, si aggiungono altri spazi comunali e il grottino della Stampa. Di definitivo non c’è nulla, ma sono queste le opzioni principali su cui si sta concentrando il gruppo di lavoro costituito dalla Città insieme ai rappresentanti della cultura alternativa (da non confondere con l’autogestione, ndr) e ai servizi comunali. L’obiettivo: trovare degli spazi da mettere a disposizione delle varie associazioni, anche con la formula del bando di concorso a termine. Spazi che verrebbero utilizzati come sale prove o per organizzare dei piccoli eventi.
Il consenso politico
«Il dialogo con le associazioni è aperto e positivo e, come Città, siamo molto soddisfatti», afferma al CdT il vicesindaco e capodicastero Sport, cultura ed eventi, Roberto Badaracco. L’obiettivo è arrivare in Municipio con una richiesta di credito da circa 270 mila franchi, che serviranno per adeguare gli edifici. «Stiamo lavorando insieme per una proposta condivisa da sottoporre al Consiglio comunale. Parliamo comunque di una cifra irrisoria rispetto agli investimenti della Città» spiega Badaracco. Insomma, sul tema degli spazi per la cultura indipendente, Lugano vuole arrivare ad un avere un consenso allargato. È stato così sin dalle prime battute. Ossia dalla composizione del gruppo di lavoro, del quale fanno parte mezza dozzina di esponenti della cultura indipendente, con rappresentanti per ogni tipologia di offerta: da quella musicale alle arti sceniche, passando per la danza. In ogni caso, prosegue il vicesindaco, il messaggio verrà presentato idealmente a inizio del 2025. Prima, c’è da archiviare il Preventivo.
Edifici più grandi
La Città, però guarda anche oltre. A spazi più grandi, ideali per spettacoli di dimensioni maggiori, sulla scorta della Straordinaria. Il discorso, in questo caso, è più complesso. Le opzioni sul tavolo, infatti, spesso portano a strutture di proprietà del Cantone: è il caso della Scuola di sartoria di Viganello (SAMS), che necessiterebbe però di un corposo restyling, e lo stabile C (dismesso ma parzialmente utilizzato) del comparto scolastico ex SUPSI di Trevano: soluzione ipotizzata dall’ex municipale Cristina Zanini Barzaghi sulle colonne de La Domenica. «È uno scenario che stiamo valutando» conferma Badaracco. «Insieme al capodicastero Edilizia pubblica Raoul Ghisletta abbiamo incontrato la Sezione della logistica del Cantone per individuare le soluzioni più adatte e poi andare in Consiglio di Stato». Un’opzione luganese sul tavolo però c’è sempre. E si tratta di un «ritorno»: l’ex depuratore sul Piano della Stampa. Proprio quello che tre anni fa era stato proposto come sede agli autogestiti. Un’offerta caduta nel vuoto sia per una questione di «immagine» (era appena stato demolito il centro sociale e il clima era rovente) sia per la lontananza dal centro città e dai mezzi pubblici (in futuro, però, non sarà più così).

Oltre i confini cittadini
La ricerca di soluzioni per la cultura indipendente, infine, si estenderà anche oltre i confini della Città. «Come discusso in Municipio abbiamo chiesto al Consiglio Direttivo dell’Ente regionale per lo sviluppo del Luganese di inviare una lettera a tutti Comuni invitandoli a farsi avanti se dovessero avere a disposizione degli spazi» afferma Badaracco. Insomma, Lugano si sta muovendo. La sua speranza è che altri enti possano seguire l’esempio.