Cure a domicilio, il settore fa quadrato
Quando il fine è comune e perdipiù lodevole, le divergenze di pensiero tendono a perdere la loro forza e la collaborazione tra le parti diventa l’unica via percorribile. Accostare questo discorso al settore delle cure a domicilio – un ambiente affollato e complesso – non è per nulla scontato. A maggior ragione se l’ultimo anno è stato caratterizzato da un rimpallo di colpe tra pubblico, privato e indipendenti nel tentativo di addossare, a qualcuno, la responsabilità del caos che regna in questo ambito. La musica, però, è cambiata: è stato istituito un tavolo di lavoro al quale hanno deciso di sedersi i rappresentanti dei principali attori coinvolti, ovvero l’Associazione svizzera degli spitex privati (ASPS), la Conferenza dei servizi di assistenza e cura a domicilio di interesse pubblico (SACD) e l’Associazione svizzera infermieri sezione Ticino (ASI). Tutti sono concordi su un aspetto, il più importante: bisogna mettere mano alle regole del settore.
Ma non è tutto. Si sta lavorando per aggiungere altre sedie al tavolo, in modo che siano rappresentati anche vari uffici del Dipartimento della sanità e della socialista e le casse malati. Ultima novità, la più incisiva per mettere ordine nell’ambiente e chiesta a gran voce: la moratoria che fissa un contingente su spitex e infermieri indipendenti autorizzati a esercitare dovrebbe essere decretata dopo il 1. luglio.
Dita puntate e strette di mano
La domanda è presto fatta: come si è passati dalle dita puntate alle strette di mano? Lo scorso dicembre il consigliere di Stato a capo del Dipartimento della sanità e della socialità, Raffaele De Rosa, ha invitato la SACD a istituire un gruppo di lavoro con tutti gli attori coinvolti per trovare delle soluzioni. Tradotto: basta litigare, mettetevi d’accordo. Detto, fatto. Sempre durante il mese di dicembre, il presidente e il direttore dell’Associazione assistenza e cure a domicilio Malcantone e Vedeggio, Daniele Bianchi e Stefano Motta, hanno avuto un incontro esplorativo con la delegata ticinese dell’ASPS, Paola Lavagetti, e la presidente dell’ASI, Luzia Mariani-Abächerli. La convinzione comune è che solo attraverso lo studio di misure condivise si possa impostare una nuova governance. Inoltre, la situazione è tale da necessitare un intervento regolatore, stabilendo dei requisiti di qualità che permettano di finanziare adeguatamente solo chi li rispetta.
I punti che avevano scaldato gli animi, lo ricordiamo, erano stati l’esplosione dei costi (e del numero di attori coinvolti), le fatture arrotondate per eccesso, il mancato controllo strutturale del sistema e i requisiti minimi di qualità. Trovando dei punti di convergenza, le varie associazioni hanno deciso di fare fronte comune e istituire questo tavolo di lavoro. Ma a una condizione: che ognuno elenchi i criteri su cui puntare per cambiare in meglio le cose. Il lavoro è ancora in corso, ma se la memoria non ci inganna, questa unione di intenti è una primizia in Ticino. Non è mai successo, nell’ambito dell’assistenza e cura a domicilio, che settore pubblico e privato si mettessero insieme per trovare delle soluzioni.
Focus sull’economicità
Altro punto importante è l’intenzione di fare sedere le casse malati al tavolo di lavoro per avere il controllo su un fattore cruciale, per non dire il nodo della questione: l’economicità delle prestazioni erogate. Ebbene, una assicurazione malattia ha già avuto un incontro con alcuni attori coinvolti e le trattative stanno andando avanti. Così come sta andando avanti il lavoro dei funzionari del DSS per l’attuazione del nuovo articolo 55b della LAMal, introdotto conseguentemente alle modifiche previste nell’iniziativa “Per cure infermieristiche forti”. Proprio su questo aspetto si era espresso il direttore del DSS in una lettera inviata alla SACD lo scorso dicembre, in cui metteva nero su bianco cosa avrebbe comportato questa modifica della LAMal. In particolare, con l’entrata in vigore del nuovo articolo di legge, «prevediamo la possibilità di introdurre una moratoria nel rilascio delle autorizzazioni ad esercitare a carico dell’assicurazione per gli operatori attivi nel settore cure a domicilio nei Cantoni i cui costi annui, per assicurato, superano quelli della media svizzera». In altre parole, decretando la moratoria si fisserà un tetto alle autorizzazioni ad aprire nuovi spitex e ad esercitare per gli infermieri indipendenti.