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Delitto di Aurigeno: emergono nuovi dettagli sull'arma

A vendere la Glock all'omicida sarebbe stato l'impresario bellinzonese titolare della ditta già travolta, nel 2017, dallo scandalo dei permessi falsi — L'imputato nega di aver avuto contatti con il 42.enne
©Chiara Zocchetti
Red. Online
09.08.2023 19:00

Emergono nuovi dettagli sul delitto di Aurigeno, specificatamente sulla Glock con cui l'11 maggio il 42.enne ha ucciso il custode delle Scuole ai Ronchini. L'arma — questo lo si era scoperto subito dopo il delitto — era stata rubata da un'abitazione privata nel Locarnese. Ma chi l'ha data all'omicida? Secondo quanto riferito dalla RSI, potrebbe trattarsi di un impresario bellinzonese di origini balcaniche, titolare della ditta travolta, nel 2017, dallo scandalo dei permessi falsi. L'autore del colpo nel quale è stata trafugata l'arma è stato arrestato alla fine di maggio proprio a Bellinzona, in un appartamento del già citato impresario. Sarebbe stato proprio il ladro a mettere gli inquirenti su questa pista, affermando di aver consegnato l'arma all'imprenditore, e lui l'avrebbe venduta all'omicida. Quest'ultimo, a tal proposito, ha preferito non parlare.

Anche l'impresario, spiega la RSI, è finito in manette un paio di settimane fa per una serie di furti. Ma sulla Glock ha dichiarato di non sapere nulla, così come di chi l'ha utilizzata. Attualmente l'uomo è accusato, così come l'omicida, del reato di assassinio. Da stabilire se in qualità di complice o correo.

A causa del pericolo di fuga e di inquinamento delle prove, ha stabilito il giudice dei provvedimenti coercitivi Ares Bernasconi, l'impresario dovrà rimanere in carcere almeno fino alla fine di settembre.

Tre colpi

Accertato, nel frattempo, il numero di colpi esplosi nel corso dell'attacco avvenuto ad Aurigeno. Due hanno colpito il custode delle Scuole ai Ronchini all’altezza dei polmoni, mentre un terzo è andato a vuoto. L'omicida, difeso da Fabio Bacchetta-Cattori, si trova tuttora alla Farera. I famigliari della vittima sono rappresentati da Giorgia Maffei. L’inchiesta è condotta dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri.

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