Le inchieste

Droga via chat criptata: una scarcerazione di peso

È stato rilasciato lo scorso luglio uno dei principali indagati dell’importante traffico di stupefacenti organizzato tramite SkyECC – Avrebbe pianificato e gestito lo smercio di svariati quintali di marijuana e hashish
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Nico Nonella
24.09.2024 06:00

Ci sono novità nell’ambito del maxi-traffico di marijuana, hashish e cocaina via chat criptata che da oltre un anno sta tenendo impegnati gli inquirenti ticinesi. Al momento risultano aperti due filoni d’inchiesta affidati a più procuratori pubblici e, stando a nostre verifiche, una delle presunte figure chiave dell’operazione è stata scarcerata lo scorso luglio dopo nove mesi di carcere preventivo. In base ai riscontri d’inchiesta l’uomo, un cittadino italiano, è sospettato di aver organizzato il trasporto e lo smercio di svariati quintali di marijuana e hashish tramite l’app di messaggistica SkyECC, un sistema di comunicazione criptato ora non più accessibile che ha funto da fil rouge di questa intricata vicenda. Nei confronti dell’uomo sono in ogni caso state disposte delle misure sostitutive previste dall’articolo 237 del Codice di procedura penale. Tra queste troviamo il versamento di una cauzione; il blocco dei documenti d’identità e di legittimazione; l’obbligo di dimorare e rimanere in un luogo o edificio determinato; l’obbligo di annunciarsi regolarmente a un ufficio pubblico e il divieto di avere contatti con determinate persone.

Un’inchiesta internazionale

Come detto, a unire le varie inchieste è l’applicazione di messaggistica criptata SkyECC. Nel 2021 le forze di polizia di Belgio, Francia e Paesi Bassi avevano sequestrato diversi telefoni cellulari e server utilizzati da migliaia di criminali per scambiare messaggi crittografati tramite questa chat. Le tracce avevano portato anche in Svizzera e grazie alla collaborazione con Europol e Fedpol, lo scorso anno in Ticino erano stati effettuati circa venti arresti. Le inchiesta aperte dal Ministero pubblico (inizialmente se ne era occupata la pp Marisa Alfier, che lo scorso aprile aveva lasciato la Procura) hanno come detto un denominatore comune: le importazioni e la distribuzione di stupefacente tra il 2019 e il 2023 sarebbero stati coordinate proprio tramite l’app SkyECC. Grazie alle informazioni fornite dalle autorità belghe nei mesi precedenti, gli inquirenti ticinesi erano riusciti a collegarne diverse chat criptate a numeri di telefono veri e propri. A loro volta collegati a volti e nomi.

Le prove acquisite

Far luce su questo caso, va da sé, è molto complesso. A confermarlo è anche una sentenza del Tribunale federale del 30 ottobre 2023, dalla quale è emerso che uno degli indagati, posto in detenzione preventiva (decisione da lui contestata invano) è sospettato aver preso in consegna «un imprecisato quantitativo di marijuana» – si parla di almeno 30 chilogrammi – destinato «all’alienazione in Ticino». In base a quanto ricostruito, l’uomo «aveva in uso un PIN che gli permetteva di accedere alla menzionata piattaforma di comunicazione», ossia a SkyECC. Addirittura, è emerso sempre dalla decisione dell’Alta Corte, un altro imputato aveva subito diverse pressioni in carcere affinché ritrattasse le proprie ammissioni.

Nel ricorso era anche stata messa in dubbio l’ammissibilità delle prove, ossia i dati raccolti nelle chat. Nella sua sentenza, tuttavia, il Tribunale federale aveva riconosciuto che «allo stadio attuale del procedimento e dall’esame degli atti risulta che i dati sono stati acquisiti correttamente, mentre non vi sono riscontri che siano stati acquisiti illecitamente dagli inquirenti francesi, belgi o olandesi, ragione per cui possono essere utilizzati». In ogni caso, spetterà a un giudice di merito pronunciarsi. A questo proposito, alcune informazioni emergono da una sentenza del Tribunale penale federale (TPF) del 20 settembre 2023. Il TPF si era espresso sul caso di un cittadino albanese arrestato il 6 dicembre 2020 a Basilea Città dopo essere stato intercettato al confine con 10 chili di cocaina e un telefonino su cui era installata l’app SkyECC. L’uomo era stato indagato per droga anche dalla Procura di Aachen, che aveva chiesto le chat agli inquirenti elvetici. Il TPF aveva dati via libera stabilendo che «i dati sono stati qualificati come prove rilevanti nel procedimento penale svizzero e possono esserlo anche in quello condotto in Germania». Ancor più interessante è il fatto che, come ricordato dai giudici federali, «all’inizio 2023 il Tribunale penale cantonale di Basilea Città è stato il primo tribunale a occuparsi delle chat di SkyECC in un altro caso e ne ha affermato l’utilizzabilità nei procedimenti penali per traffico di cocaina nell’ordine delle tonnellate» .

Il traffico di droga via SkyECC non vede impegnati solo gli inquirenti europei. Il sito skyecc.com è infatti stato posto sotto sequestro per ordine dell’Ufficio del procuratore del Distretto meridionale della California, dell’FBI, della DEA e della Polizia canadese (la compagnia che gestiva l’app era nata nel 2008 a Vancouver).
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