E se il Giro d'Italia arrivasse a Carì?
Al momento è solo un’idea stimolante, suggestiva. Ma le voci hanno già iniziato a circolare, come appreso dal Corriere del Ticino. E se Carì ospitasse un arrivo di tappa del Giro d’Italia del 2026? Mica poi tanto peregrino. Con i suoi 22 tornanti l’ascesa alla località medioleventinese ricorda quella mitica all’Alpe d’Huez del Tour de France, che ogni volta attira decine di migliaia di appassionati di ciclismo. Dopo quelli del 2016 e di quest’anno (con il dominio del corridore del team UAE Adam Yates, vero mattatore dell'appuntamento elvetico) al Tour de Suisse, insomma, la stazione turistica posta a 1.650 metri di altitudine fra meno di due anni potrebbe accogliere la carovana rosa.
Magari ci sarà pure il Fenomeno
E chissà che a tagliare per primo la linea del traguardo non possa essere quel fenomeno che risponde al nome di Tadej Pogačar, che il Giro l’ha stravinto per la prima volta il maggio scorso. La salita è perfetta per lui; una specie di serpentone come quello che l'ha portato a trionfare sotto lo striscione del Mottolino, a Livigno, nella tappa regina. Secondo il Mattino di oggi alla base della «pazza» idea di Carì ci sarebbe l’ex ciclista e politico Rocco Cattaneo. Secondo nostre informazioni si aggiungerebbero anche delle personalità della valle che vogliono portare un grande evento in Leventina. Dopo averci provato - sempre parlando delle due ruote leggere - con i Mondiali, gli Europei e con la Grande Boucle, stavolta sembrerebbe essere il caso del Giro.