Il caso

Ecco perché il Governo ha detto no

Nuovo quartiere alle Officine FFS di Bellinzona: nel dettaglio i contenuti della decisione del Consiglio di Stato – Fra informazione non lacunosa, processo decisionale e azzonamenti non necessari
© CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
22.01.2024 18:00

Tutti respinti. Nulla da fare per gli undici ricorsi inoltrati contro la variante di Piano regolatore del quartiere che si svilupperà a tappe al posto delle Officine FFS di Bellinzona, approvata dal Legislativo il 4 aprile 2023. Come anticipato oggi pomeriggio dal Corriere del Ticino online, il Governo ha mostrato il pollice verso alle censure. Lo ha fatto, nella decisione di 17 pagine presa il 17 gennaio, puntualizzando che il tema è «stato trattato in maniera specifica ed approfondita» sia a livello di commissioni sia in occasione della seduta di Consiglio comunale. «Il processo decisionale non è pertanto avvenuto alla leggera», come affermavano i contrari, poiché i membri del plenum, anche se confrontati con opinioni contrastanti, hanno comunque «potuto deliberare con cognizione di causa» sull’argomento, coscienti dello stato attuale delle schede pianificatorie.

I futuri contenuti

Il Municipio è sempre stato convinto della bontà di quanto fatto e della risoluzione adottata dal plenum. Ed il Consiglio di Stato lo ha ribadito. Nella lunga premessa l’Esecutivo cantonale ha ripercorso le tappe che hanno portato alla decisione di trasferire lo storico stabilimento industriale dalla Turrita a Castione. Liberando, in questo modo, oltre 100.000 metri quadrati di terreni che accoglieranno - ad un tiro di schioppo dalla stazione FFS della capitale - il Parco dell’innovazione, la SUPSI, contenuti formativi, residenziali, amministrativi, sociali, culturali, commerciali ed alberghieri nonché l’Almenda, l’ampio polmone verde che si troverà di fronte alla «Cattedrale» (bene protetto). Il Legislativo ha dato via libera al Piano particolareggiato (ed al relativo credito di 250 mila franchi per gli approfondimenti e l’allestimento della documentazione finale) con 42 sì, 9 no ed un astenuto. Contro l’ok sono stati interposti undici ricorsi che chiedevano l’annullamento in quanto, secondo loro, l’informazione non sarebbe stata adeguata. Fra chi ha avanzato delle censure vi sono l’Unione contadini ticinesi, l’ex vicesindaco Felice Zanetti, gli avvocati Curzio Fontana, Filippo Gianoni (già municipale), Mario Molo e Carlo Postizzi, il granconsigliere dei Verdi Marco Noi e la deputata e consigliera comunale di Più Donne Maura Mossi Nembrini.

«Un lungo iter procedurale»

Per il Consiglio di Stato non c’è stata, per contro, nessuna violazione della Legge organica comunale: «Il Legislativo è stato chiamato ad esprimersi sul messaggio con dei contenuti ben precisi, frutto di un iter procedurale ben definito nel corso del quale anche ai cittadini è stata data la possibilità di presentare osservazioni al momento della pubblicazione». Il Governo ritiene che la variante di PR sia stata il frutto di «un lungo e complesso iter procedurale» (iniziato con la famosa «Dichiarazione d’intenti» dell’11 dicembre 2017, quando in sostanza ci fu la conferma che le Officine FFS avrebbero lasciato Bellinzona dopo oltre un secolo) che ha necessitato, come normale, pure di alcuni approfondimenti. Fra questi vi sono stati quelli concernenti il dimensionamento del Piano particolareggiato in funzione delle diverse tappe di sviluppo previste dal 2017.

Osservazioni e critiche

Nello specifico, relativamente alla mancata informazione alla popolazione addotta da alcuni ricorrenti, il Governo afferma che la critica è da considerare «infondata». Gli abitanti e i consiglieri comunali sono stati «debitamente» informati e hanno potuto «partecipare attivamente al processo pianificatorio, formulando osservazioni, critiche e suggestioni che sono state oggetto di valutazione da parte del Municipio che ne ha poi dato riscontro» al Legislativo con il messaggio sulle modifiche pianificatorie accolto, appunto, quasi un anno fa dal plenum a larghissima maggioranza. A titolo abbondanziale il presidente Raffaele De Rosa e i colleghi ricordano inoltre il sito Internet www.quartiereofficine.ch (ancora attivo, ma non più aggiornato).

In conclusione, sulla censura in merito al fatto che le Officine non sarebbero azzonate, il Consiglio di Stato sottolinea che il comparto è già «interamente situato in zona edificabile, ragione per cui non vi è necessità di eventuali compensi agricoli».

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