Assise criminali

Finto conte e cavaliere di Malta, ma vero professionista della truffa

Inflitti cinque anni e mezzo a un cittadino italiano che aveva raggirato nove vittime fingendosi un esperto finanziario e filantropo mondiale – Si è impossessato di oltre 4 milioni di franchi grazie anche a una società farlocca a Lugano
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
27.09.2024 18:51

«Ha manipolato tutto e tutti con l’unico scopo di fare la bella via sulle spalle delle vitti. La sua società farlocca altro non era che uno specchietto per le allodole creata ad arte per irretire potenziali investitori». La Corte delle assise criminali presieduta dal giudice Amos Pagnamenta (a Latere Luca Zorzi e Fabrizio Monaci) non ha avuto dubbi: quella orchestrata dall’imputato tra la fine del 2019 e il gennaio dello scorso anno è stata una vera e propria truffa per mestiere. Pesante anche la pena inflittagli – 5 anni e mezzo di carcere oltre all’espulsione per 8 anni – seppur sensibilmente inferiore ai 7 anni e 10 mesi chiesti dalla procuratrice pubblica Francesca Nicora.

Gli occhi su LuganoAirport

L’imputato – un 58.enne italiano residente nel Luganese a processo da giovedì con le accuse di truffa aggravata, amministrazione infedele, falsità in documenti e riciclaggio – è stato descritto come un «professionista della truffa», abile ad adattarsi ogni volta al background e agli interessi delle sue vittime. Per carpire la fiducia celle vittime, appena arrivato in Svizzera nell’agosto del 2019 l’uomo aveva costruito un complesso castello di bugie: si era finto un gestore patrimoniale, prendendo in affitto un prestigioso palazzo in via Cantonale e affermava di essere in trattativa per acquisire lo scalo di Lugano Airport (aveva effettivamente concorso, ma era stato subito escluso) e quello di Pisticci, in provincia di Matera; di essere partecipe nel rilancio di San Bernardino e di voler costruire venti ospedali in Paesi in via di sviluppo. Quanto alle truffe, l’uomo prometteva investimenti con tassi d’interesse faraonici (l’11 o il 24% al mese, o addirittura rendite da un milione a settimana), affermava di aver ottenuto concessioni per l’estrazione dell’oro in Africa e nel Sud Est asiatico. Nove vittime ci erano cascate e gli avevano consegnato oltre 4 milioni di franchi, ma gli investimenti, in realtà, non erano mai stati effettuati: il denaro veniva usato per le spese personali del 58.enne così come per quelle della sua società, la H24 (già solo l’affitto del palazzo luganese costava oltre 160 mila franchi all’anno). Il 58.enne riusciva con abilità ad adattarsi alle sue vittime per carpirne la fiducia: con un appassionato dei Cavalieri di Malta (e con altre vittime) si era finto «Priore» dell’Ordine – a Lugano aveva un’associazione, la «Sovereign Order Hospitallers of Saint John of Jerusalem, Knights of Malta O.S.J.» con tanto di totem e logo (non autorizzato dai Cavalieri veri, come appurato dal CdT) all’entrata della sede della H24 –; con l’agente di un noto «tiktoker» italiano aveva millantato di voler costituire una scuderia di Formula 1, di voler acquistare il Monza Calcio e di voler un giorno diventare presidente della Repubblica italiana.

Per quanto riguarda il credito COVID, la Corte ha concluso che sì, un raggiro c’è stato. Anche se... «La società era attiva dal dicembre 2019 e nel 2020 non aveva la necessità di beneficiare di questi aiuti. Ma li ottiene presentando una cifra d’affari di 13 milioni in pochi mesi».

I campanelli d’allarme

L’imputato, dal canto suo, ha sempre respinto l’accusa di truffa e ha negato di essersi mai presentato come un cavaliere di Malta. È vero, aveva ammesso giovedì durante l’interrogatorio, i soldi erano stati usati per spese personali ma questo perché gli investimenti che avrebbe voluto fare, per esempio nell’oro, avevano avuto qualche intoppo. «Non si può parlare di inganno astuto: bastavano pochi controlli per rendersi conto che le sue erano solo delle sparate. Un tasso d’interesse del 24%, per esempio, è irrealistico. I campanelli d’allarme c’erano. Anzi, erano vere proprie sirene...», aveva argomentato il suo legale, l’avvocato Massimiliano Parli, battutosi per una massiccia riduzione della pena proposta dall’accusa: 3 anni parzialmente sospesi per amministrazione infedele. Per la Corte, però, «frottole tanto grandi sono la conferma dell’abilità dell’imputato nel creare il contesto in cui venivano proposte. L’imputato ha agito con astuzia, sfoggiando stratagemmi per mostrarsi chi non era». Pertanto, il sedicente cavaliere di Malta, in carcere dal giorno del suo arresto (il 17 gennaio 2023) è stato riconosciuto colpevole di tutti e quattro i capi d’accusa contestatigli.

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