Fra le bancarelle da 145 anni

Provate a chiedere ad un luganese, un locarnese oppure ad un momò cosa invidia di Bellinzona. Siamo pronti a mettere una mano sul fuoco che alcuni risponderanno la Fortezza (che nostalgia quando li si chiamavano ancora castelli...), qualcuno il polo biomedico, moltissimi il mercato del sabato. Persino su Google raccoglie nettamente più «risultati» rispetto agli altri due. L’appuntamento per antonomasia della Turrita, organizzato dalla Società dei Commercianti, quest’anno festeggia 145 anni tondi tondi. Non è un caso che ne parliamo oggi, quando la parte bassa del viale Stazione fino a via Camminata si animerà di buon mattino grazie alle bancarelle dove si troveranno esposti prodotti nostrani, frutta e verdura, polli, pane e tanto altro ancora. Chi sta leggendo l’articolo c’è di sicuro già stato, quindi non dobbiamo dilungarci oltre. Spazio invece alla storia, questa sì forse poco conosciuta.
Un Cantone ad alta tensione
Fu nientemeno che il Consiglio di Stato, nel 1878, a stabilire che il mercato della capitale doveva svolgersi il mercoledì, ogni due settimane. Come mai? Perché il giorno prima si teneva quello di Lugano ed il giorno seguente a Locarno. Per inquadrare il momento storico occorre dire che quelli erano anni di forte tensione politica in Ticino, culminati nei cosiddetti «fatti di Stabio», ovvero la sparatoria avvenuta il 22 ottobre 1876 alle terme in cui morirono quattro persone. Una tragedia che divise in due il cantone e, in generale, un fanatismo che, purtroppo, scriveva le pagine più dolorose nell’imminenza delle elezioni, nell’acerrima lotta fra liberali e conservatori. A Sud delle Alpi si contavano circa 120.000 abitanti, di cui quasi 4.000 nella Turrita. Pianificare i mercati principali, immaginiamo, non doveva essere pertanto evidente. L’appuntamento turrito (di cui, qualche edizione, era peraltro andata in scena già nel 1876) «si teneva all’aperto e in caso di cattivo tempo veniva accolto sotto i portici e nelle scuderie della caserma», si legge sul sito dei Commercianti che riportano uno scritto del compianto Plinio Grossi e di Brenno Pezzini.

«Uno chic tutto proprio»
Di fronte al successo si decise, da un lato, di elaborare uno specifico regolamento (nel 1882) e di stabilirne lo svolgimento il sabato invece del mercoledì. Lungo il viale, naturalmente, e nelle piazze Nosetto e San Rocco (l’odierna piazza Indipendenza). «Il mercato bellinzonese ha in sé uno chic tutto proprio. Non soffre leggi né lezioni di estetica, ma anche nell’apparente disordine vi spunta un quid originale che piace e fa passare delle mezz’ore intere a guardare un po’ tutto», si legge in un articolo pubblicato all’inizio del Novecento. L’Esecutivo propose in seguito di spostare l’ubicazione nelle piazze Giardino e Governo. Ci fu una vera e propria sollevazione popolare e di quasi tutto il Consiglio comunale. Non se ne fece perciò nulla, a parte definire nel dettaglio quali merci potevano essere vendute e dove.
La petizione ed il sì alle urne
Passarono una quarantina d’anni prima che, nel 1947, ben 600 bellinzonesi attraverso una petizione chiesero di organizzare il mercato in via Dogana, presumiamo nei pressi dell’attuale Ufficio del medico cantonale, a due passi da Palazzo delle Orsoline. Il Legislativo disse sì. Fu però lanciato il referendum. Si andò alle urne; e i cittadini approvarono il trasferimento. Vi rimase per alcuni anni e in seguito si spostò tra Palazzo Civico e la Murata. Ma la soluzione non fece breccia e l’appuntamento settimanale cessò. Fino al 1975 quando venne rilanciato dal commerciante Nino Galli.
Il 1878 nel mondo
Il 1878 viene ricordato per alcuni eventi che, a modo loro, hanno segnato o segneranno la storia mondiale. Il 9 gennaio muore il primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II di Savoia, al potere da quasi tre decenni. Sul trono sale il figlio, sopravvissuto ad un tentativo di assassinio il 17 novembre dello stesso anno. Il 7 febbraio scompare papa Pio IX, dopo bene 32 anni di pontificato. Viene eletto Leone XIII. Il 13 giugno si apre il Congresso di Berlino che rettifica la destinazione dei territori turchi in Europa ed accoglie la neonata Bulgaria. Infine, il 18 dicembre 1878, nasce il rivoluzionario sovietico Iosif Stalin.
