Il caso

«La ricetta? Il mercato ogni giorno»

Bellinzona: titolare per quattro decenni di un negozio nel centro storico, Carlo Banfi si esprime sulla nuova chiusura di un commercio – «A mancare sono proprio i bellinzonesi»
Merce in esposizione all'esterno di un negozio in piazza Nosetto. © CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
12.01.2023 06:00

«La bacchetta magica purtroppo non ce l’ha nessuno, men che meno il sottoscritto. Soluzioni? Veramente difficile trovarne, per non dire quasi impossibile. Per fortuna che abbiamo il mercato, altrimenti la situazione nel centro storico sarebbe ben più grave». Sa di cosa parla Carlo Banfi, vicepresidente della Società dei Commercianti della Turrita. Assieme alla moglie Anita (entrambi, oggi, sono consiglieri comunali) ha gestito per quattro decenni il negozio di frutta e verdura in via Camminata, a due passi da Palazzo Civico. A fine 2015 la decisione di gettare la spugna - per raggiunti limiti d’età e in quanto i figli non hanno voluto proseguire con l’attività - dopo anni di grande impegno ma anche di soddisfazioni. Come il contatto quotidiano con i clienti, che faceva del punto vendita dei conosciutissimi coniugi un luogo di aggregazione per i cittadini di tutte le età.

«È aumentata l’offerta»

Ci siamo rivolti a Carlo Banfi per capire se ci può essere una ricetta per contrastare la chiusura di attività commerciali nelle città ticinesi. L’ultima in ordine cronologico, per quanto riguarda la capitale, è quella che abbiamo riferito nell’edizione del 3 gennaio: Divarese, boutique di calzature presente in piazza Collegiata dal 1985, metterà la parola fine alla sua storia bellinzonese nelle prossime settimane. Il titolare Sergio Barbagallo, da noi intervistato, aveva elencato fra i vari motivi la stanchezza, l’assenza di un successore e la corsa al prezzo più basso. «Posso capirlo. I tempi sono cambiati. Quando abbiamo iniziato non c’erano né i centri commerciali né, soprattutto, lo shopping online. La torta, come si suole dire, allo stato attuale è divisa in sempre più fette e a noi piccoli commercianti restano solamente le briciole», puntualizza il nostro interlocutore.

È un problema che non riguarda esclusivamente la capitale, beninteso. Ma tutti i poli del nostro Cantone, le cui autorità stanno cercando dei rimedi per scongiurare (o quantomeno limitare) altre saracinesche abbassate. «Oggi tutti vendono tutto. È aumentata l’offerta ovunque. Riescono a sopravvivere i negozi che dispongono di prodotti specifici o particolari, che difficilmente si trovano da altre parti. Cito il Bio Casa in piazza Nosetto, per fare un nome. Nella Turrita non sono i turisti a mancare, i quali gli acquisti li fanno, ma proprio i bellinzonesi, il cliente indigeno. Se chi in centro ci abita o ci lavora non si reca nei negozi e negli esercizi pubblici sotto casa, poi diventa durissima», rileva Carlo Banfi.

Fra tradizione e novità

L’àncora di salvezza in un mare viepiù in burrasca è data, in città, dal mercato. Sia quello del sabato, una tradizione che si perpetua da quasi 150 anni, sia l’appuntamento del mercoledì che si svolge prevalentemente in primavera ed in estate. «Basta recarsi a Bellinzona il sabato mattina, in qualsiasi periodo dell’anno. Arrivano visitatori da ogni angolo del Ticino e, durante la bella stagione, anche da oltre San Gottardo. È qualcosa di unico che genera indotto a cascata. Per gli espositori, certo, ma pure per i negozi del centro storico e per i ristoranti e i bar. Se non ci fosse quell’evento, con ogni probabilità, la città sarebbe deserta», annota Carlo Banfi, il quale di questa storica manifestazione è il responsabile. Ecco perché, come detto, da alcuni anni si è deciso di replicare il mercoledì, limitatamente alla parte bassa del viale Stazione. «Alcuni commercianti ci hanno ringraziato, perché si sono resi conto che attira più clienti nella capitale e quindi nei negozi. Prima mi chiedeva una ricetta. Ecco, bisognerebbe organizzare il mercato ogni giorno... Missione impossibile, però».

Uffici all'ex Botty?

«Non ci sono requisiti particolari per l’occupazione degli spazi. Potrebbero anche essere riconvertiti in ufficio». Dalla primavera 2021 l’ex negozio di calzature Botty in piazza del Sole è desolatamente vuoto a seguito del fallimento della società. Il complesso è di proprietà della Suva, la cui portavoce Regina Pinna-Marfurt ci spiega che si spera di affittare gli spazi nel corso di quest’anno: «La zona del pianoterra è di particolare interesse perché presenta un’ampia vetrina frontale». Vi sono stati per caso dei contatti con la Città o con il Cantone per l’insediamento di uffici e/o sportelli? «La pianificazione dell’amministrazione comunale rispettivamente cantonale è di competenza delle rispettive autorità. In merito ad un eventuale interessamento, come in tutte le trattative di questo genere, non si danno in ogni caso informazioni prima della conclusione effettiva di un eventuale accordo».

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