Politica

Fumata bianca per preventivo e stabile EFG

Firmati in gestione i rapporti sui due tanto discussi dossier della politica cantonale
© CdT / Gabriele Putzu
Red. Ticino&Svizzera
23.01.2024 14:38

Dopo mesi e mesi di discussioni, la Commissione gestione e finanze questa mattina ha finalmente «portato a casa» due importanti dossier: il Preventivo 2024 e il credito per l'acquisto dello stabile EFG per insediarvi la cittadella della giustizia ticinese. 

L'intesa sul preventivo (sancita stamane tra Lega, Centro e PLR), va detto sin da subito, è parecchio fragile. Non a caso gli stessi partiti, ognuno con la propria sfumatura, porteranno in Parlamento alcuni emendamenti per «smussare» l'intesa. L'accordo, almeno sui punti più contestati, prevede: il mantenimento del contributo di solidarietà chiesto ai dipendenti pubblici; l'eliminazione del taglio sui sussidi di cassa malati; la conferma della non sostituzione dei funzionari partenti nella misura del 20%. 

Oltre a ciò, la maggioranza della Gestione ha pure formulato due auspici. Il primo riguarda i sussidi di cassa malati e prevede che, nell'ottica di contenere la spesa, nei prossimi mesi Governo e Gestione si incontrino per rivedere la formula che determina il diritto agli aiuti. Il secondo auspicio riguarda il risparmio sul settore dell'asilo. Concretamente si chiede al Governo di non spendere più di quanto il Cantone incassa dalla Confederazione per questo settore. 

Con queste novità, il deficit preventivato per il 2024 dovrebbe aggirarsi attorno ai 120 milioni (invece dei 95,7 preventivati dal Governo). 

Ai due estremi del Parlamento, va poi ricordato, PS e UDC presenteranno due rapporti di minoranza. E se l'intesa tra Lega, Centro e PLR reggerà effettivamente alla «prova dell'aula» lo scopriremo solo fra un paio di settimane. 

Sul fronte dello stabile EFG, invece, il rapporto (del relatore Matteo Quadranti) è stato firmato da Lega e PLR, a cui si aggiungono alcune sottoscrizioni da parte di PS e Centro. Numeri che, in aula, dovrebbero permettere al dossier di incassare anche il sì del Parlamento. Rimane, però, l'incognita legata al referendum finanziario obbligatorio, che potrebbe «scattare» in Gran Consiglio con il voto favorevole di 25 deputati. 

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