L'intervista

«Guardiamo alle future generazioni dando alla Città quello che le manca»

Giubiasco, il capodicastero Territorio e mobilità Mattia Lepori si esprime sul quartiere che sorgerà alle Ferriere - Quasi 400 nuovi abitanti ed oltre 300 impieghi - Il sito è inquinato, ma non va risanato
Il municipale Mattia Lepori davanti all'azienda del Borgo. © CdT
Alan Del Don
30.09.2024 16:12

«Ciò che non abbiamo osato, abbiamo certamente perduto», affermava Oscar Wilde. Il Municipio di Bellinzona non vuole avere rimpianti. E sta cesellando la Città di domani. Quella del 2040, e dei decenni seguenti. Nel futuro - oltre al comparto che si svilupperà a tappe sui terreni delle Officine FFS nella capitale, di cui oramai conoscete ogni particolare visto che ne abbiamo riferito ripetutamente - c’è un altro (nuovo) quartiere che vedrà la luce e sul quale sono riposte molte aspettative.

Fra tre lustri

Sorgerà entro tre lustri su parte dei sedimi delle Ferriere Cattaneo di Giubiasco, vicino alla stazione ed al nodo intermodale, grazie alla sinergia pubblico-privato e ad un investimento di almeno 200 milioni di franchi. Anche in questo caso i contenuti saranno misti, suddivisi in due specifiche zone (artigianale e commerciale la prima e per appartamenti la seconda): polo congressuale-culturale e degli eventi, esercizi pubblici, uffici, negozi, spazi verdi, piazze, percorsi ciclabili. Ci sarà di che sbizzarrirsi. Verranno creati oltre 300 posti di lavoro. Il messaggio di una ventina di pagine è stato trasmesso oggi ai consiglieri comunali, come anticipato dal CdT online.

L’azienda non se ne va

Le storiche Ferriere occupano quei fondi (per complessivi 46.620 metri quadrati) dagli anni Trenta del secolo scorso. Non se ne andranno dal Borgo, ma hanno deciso che era tempo di riconvertire e riqualificare la superficie. Il precedente Esecutivo del Comune di Giubiasco aveva dato il là agli aspetti pianificatori. Che quello della Turrita aggregata ha poi approfondito e sviscerato nei dettagli, fino alla pubblicazione della variante lo scorso marzo, come avevamo riferito sull’edizione del giorno 14. Sul tavolo dell’Esecutivo sono giunte cinque osservazioni da parte di associazioni di categoria, società e privati.

«Ne abbiamo tenuto conto nella stesura del messaggio, in quanto era proprio questo lo scopo della consultazione - sottolinea il capodicastero Territorio e mobilità Mattia Lepori -. Si tratta indubbiamente di un progetto importante. È contraddistinto dalla riqualifica e dalla rivalorizzazione di un’area industriale oramai vetusta che accoglierà contenuti che oggi a Bellinzona mancano». L’azienda - specializzata nella costruzione di locomotive, vagoni e carri - oggi occupa nel Borgo una quarantina di collaboratori. Non lascerà completamente il sedime. Rimarranno le attività amministrative e legate all’engineering, mentre per quanto concerne la parte industriale si stanno valutando delle alternative nel Bellinzonese.

La forgia, bene tutelato

Il moderno concetto di «rinascita» dell’area, elaborato dallo studio Durisch-Nolli Architetti di Massagno che ha partorito «Urbandipity», si caratterizza per cinque tappe indipendenti ognuna delle quali terrà in considerazione gli aspetti relativi agli spazi comuni, d’incontro e di svago così come quello dei parcheggi (in particolare sotterranei) e le rampe di accesso. Due le zone, dicevamo. Verso la ferrovia ci sarà la Zona artigianale e commerciale del quartiere Ferriere (ArCo-Fe), destinata ad attività artigianali, contenuti alberghieri e della ristorazione, contenuti congressuali (ridando lustro alla vecchia forgia di 2.000 metri quadri, risalente all’inizio del 1900, tutelata quale bene culturale d’interesse locale: è in corso uno studio per identificare eventuali altri beni degni di protezione), formativi, amministrativi, commerciali di vendita e di servizi, attività industriali e per il tempo libero.

Altezza minima degli edifici pari a 13 metri, massima di 16,5 (con possibilità di arrivare a 22,5). «Molto interessante per la Città, soprattutto, è l’edificazione della struttura alberghiera annessa alla forgia dove troverà posto una sala multiuso modulabile che conterà fino a 1.000 posti. Il complesso potrà ospitare spazi formativi, congressuali e culturali», puntualizza Mattia Lepori, il quale nei suoi primi cinque mesi e mezzo a Palazzo Civico ha seguito con attenzione il dossier.

Il parco, i giardini e la siepe

L’altra, per contro, verso viale 1814 che cambierà aspetto in virtù di percorsi alberati, sarà la Zona residenziale intensiva del quartiere Ferriere (Ri-Fe, caratterizzata da tre aree edificabili distinte), destinata all’insediamento di abitazioni, attività alberghiere, della ristorazione (nella misura minima dell’80%), come pure attività amministrative, commerciali, formative e piccole attività artigianali. Si è rinunciato, invece, all’edificazione di un edificio alto 30 metri che avrebbe dovuto diventare la porta d’ingresso rivolta verso il nascituro Parco fluviale. La realizzazione di quest’ultima parte è vincolata al suo concreto utilizzo.

Cosa significa? Che si ha la possibilità di passare a quella successiva soltanto dopo che «la parte edificata nei lotti precedenti sarà stata occupata almeno in misura del 50%». Non sono esclusi degli istituti scolastici di grado secondario e terziario, con ogni probabilità nel campo delle cure mediche e infermieristiche per sfruttare la vicinanza con il nascituro ospedale regionale del Sopraceneri alla Saleggina.

Un parco, aperto al pubblico, sarà accessibile in corrispondenza della Villa Cattaneo, impreziosita dai giardini e dalla monumentale siepe. Alla luce dei nuovi contenuti si ipotizzano in media 3.356 movimenti giornalieri. Da notare - e bisognerà tenerne conto in fase di cantiere - che l’intera superficie rientra nella zona archeologica; come non ricordare, a questo proposito, la necropoli scoperta negli scorsi anni nel Borgo e risalente al periodo compreso tra il XII secolo avanti Cristo ed il II secolo dopo Cristo. Ci saranno altre sorprese?

Tempistiche ed iter

«La definizione delle tappe di realizzazione è necessaria per regolare lo sviluppo insediativo per rapporto allo sviluppo demografico della Città, per limitare eventuali fenomeni di sfitto o di distorsione del mercato immobiliare e per garantire un assetto urbano e paesaggistico qualitativo», annota il Municipio. Si procederà, per la zona residenziale, sulla base dei ritmi di crescita della popolazione. E sappiamo che la Turrita, dall’aggregazione, ha costantemente il segno «+» davanti alle cifre, in controtendenza con gli altri poli ticinesi: «La volontà politica è quella di continuare ad attrarre nuovi abitanti, pure da fuori Cantone, anche grazie a progetti di portata strategica come quello qui proposto». Dopo il via libera del Legislativo (previsto entro Natale) i documenti verranno pubblicati per la procedura di approvazione da parte del Governo che deciderà pure su eventuali ricorsi.

Ambiziosi, sì, ma con testa

«Alla pari dei miei colleghi di Municipio credo molto in questo progetto innovativo, polifunzionale ed attrattivo che guarda alle future generazioni. A coloro, cioè, che ne beneficeranno», chiarisce il capodicastero Territorio e mobilità. Non è troppo ambizioso, per Bellinzona, portare avanti contemporaneamente due progetti strategici rilevanti (ex Officine FFSe Ferriere)?, chiediamo. «La domanda è pertinente. Sono cantieri che cambieranno il volto di altrettante zone. Si tratta di due progetti diversi. Quello di cui stiamo discutendo è promosso da privati (i proprietari dell’azienda e la Alfred Müller SA; n.d.r.) che hanno concordato con la Città determinati contenuti. Il quartiere all’Officina è un partenariato FFS, Cantone e Città», risponde Mattia Lepori.

Amianto e piombo?

Ben più dettagliato del messaggio municipale è il rapporto di pianificazione (58 pagine) curato dallo Studio di architettura e pianificazione Guscetti di Minusio. «Parte del fondo è classificata come sito inquinato che, sulla base delle indagini preliminari eseguite, non deve né essere sorvegliato né essere risanato», spiegano gli esperti. La centenaria storia delle Ferriere Cattaneo di Giubiasco, tuttavia, non consente di escludere la presenza di materiali da costruzione contenenti amianto, piombo e bifenili policlorurati (PCB) nelle strutture industriali.

«Per la natura del comparto, rumore e radiazioni non ionizzanti non costituiscono una criticità. Il sedime si colloca a lato della linea ferroviaria del Gottardo, sulla quale transitano giornalmente importanti quantitativi di sostanze pericolose per l’ambiente e la popolazione». In questo caso il rischio, secondo l’Ufficio federale dei trasporti, è ritenuto «accettabile».

I posteggi saranno 681

All’entrata nord del futuro comparto ci saranno l’albergo e la piazza; a sud, per contro, cittadini, utenti e visitatori troveranno la forgia (che serve per riscaldare il metallo) ed un’altra agorà. Gli edifici residenziali verranno realizzati a mo’ di corte; al centro la galleria con contenuti commerciali ed amministrativi nonché un boulevard che potrebbe anche essere collegato alla stazione FFS. Secondo lo scenario studiato si prevedono 392 nuovi abitanti e 316 posti di lavoro, per complessive 708 unità insediative.

«L’organizzazione e la gestione della mobilità tengono conto delle possibili relazioni con il futuro ospedale alla Saleggina e con la prospettata nuova fermata TiLo delle Semine», si puntualizza. I percorsi dedicati all’accessibilità pubblica e privata sono di regola sia pedonali sia ciclabili. I posteggi per le vetture saranno 681. In merito al rumore, il traffico stradale risulterà più critico di quello ferroviario.

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