Sentenza

«Ha tradito la fiducia di chi lo considerava un confratello»

Cinque anni e mezzo al trader che ha attinto ai milioni affidatigli da una facoltosa donatrice di Scientology: «Ha agito per ingordigia, lasciando ogni cautela davanti a una pentola piena di dobloni» - Prosciolto da ogni accusa il presunto complice
© CdT/Chiara Zocchetti
Federico Storni
17.10.2024 19:17

È stato condannato a cinque anni e mezzo da scontare e all’espulsione per sette il trader italiano 53.enne a processo da lunedì per aver abusato della fiducia datagli da diversi confratelli di Scientology, attingendo in particolare - per svariate milioni di franchi: dovrà restituirne una trentina - dal denaro affidatogli da quella che è stata descritta come la più grande donatrice del sedicente movimento religioso, una miliardaria americana. «Di fatto li ha usati come se fossero soldi propri», ha detto il presidente della Corte delle assise criminali Amos Pagnamenta. Ma in realtà erano destinati a finanziare l’attività di una società creata ad hoc e attiva nella compravendita dell’acciaio, sperando che facesse utili: «Dagli atti è pacifico che questa fosse l’intenzione dell’investitrice. L’imputato non aveva alcuna legittimazione per attingere al capitale, né per effettuare donazioni a Scientology, né per tantomeno per finanziare il suo elevatissimo stile di vita».

È stato per contro prosciolto da ogni addebito il suo presunto complice, un 46.enne ucraino professionista del settore, difeso dall’avvocato Paolo Bernasconi, che era accusa di aver compilato una fattura falsa: «Ha allestito documenti contabili in modo leggero ma le sue dichiarazioni sono credibili e pensava che dietro quella operazione vi fosse una reale fornitura di merce».

«Dal minuto uno...»

Malgrado il suggestivo contesto in cui si sono svolti i fatti, si è insomma trattato di una banale sottrazione di capitale. I difensori dell’imputato, gli avvocati Tuto Rossi e Damiano Salvini (che con tutta probabilità faranno appello), avevano provato ad argomentare che ciò fosse avvenuto dietro pressione di membri di Scientology affinché l’imputato donasse il più possibile, ma per la Corte di questa pressione agli atti non vi è traccia: «Emergono rapporti amichevoli e lui stesso ha dichiarato di credere che se avesse rallentato con le donazioni non vi sarebbero state particolari conseguenze».

Vi è piuttosto la sorpresa del trader all’apprendere di essere stato denunciato: «Semmai pensava che al peggio avrebbe ricevuto una tirata d’orecchi dalla Commissione etica di Scientology. Comprensibile dunque il suo stupore nell’apprendere che i suoi confratelli avevano deciso di adire le vie penali dopo essersi resi conto di quanto aveva sottratto».

Quanto alle sue motivazioni, per la Corte si è trattato di ingordigia. «Aveva decenni d’esperienza nel settore, con attività che funzionavano senza ritorni economici strabilianti. Le sue cautele sono venute meno quando ha trovato la pentola con i dobloni d’oro». Vale a dire i milioni che l’investitrice ha immesso nella sua società: «Dal minuto uno in cui ha ricevuto il finanziamento ha iniziato a prelevare a mani basse senza possibilità di rientrare dal debito, tradendo la fiducia di chi gli aveva affidato somme ingentissime e lo considerava un confratello». Il trader, per la Corte, sapeva che i controlli su di lui non sarebbero stati particolarmente pressanti perché vi era fiducia, e ne ha approfittato. Anche le donazioni a Scientology non sarebbero state del tutto disinteressate, ma gli avrebbero permesso di avere accesso a una cerchia esclusiva composta da persone facoltose. Oltre a «dare ossigeno al suo ego».

La villa in Florida

A mente della Corte in tutto ciò l’imputato «non sembra essersi reso conto della gravità di quanto da lui commesso». A esempio di ciò è stata citata la vicenda della vendita della sua villa in Florida. Vendita perorata con insistenza dal trader stesso , malgrado il dissenso del giudice Pagnamenta. La villa è però stata venduta lo stesso all’insaputa del giudice - e degli attuali avvocati del trader - e il 53.enne dice di non sapere dove sia il provento. Una versione a cui la Corte non crede e da cui ha tratto che il trader «disponeva di valori che permettevano di rimborsare in parte il danno», preferendo però farne diverso uso.

L’altro filone in aula mercoledì

La vicenda avrà in ogni caso una coda penale nei prossimi giorni. Mercoledì 23 ottobre apparirà in aula l’amministratore di una delle società del 53.enne, un fiduciario attivo in città e in passato presidente della missione di Scientology di Lugano. Il suo processo è stato disgiunto in quanto reo confesso e si terrà nella forma del rito abbreviato. La proposta di pena concordata fra le parti (l’uomo è difeso dall’avvocata Letizia Vezzoni) è di tre anni, di cui sei mesi da scontare. La Corte è chiamata a ratificarla o respingerla. I reati a suo carico sono quelli di amministrazione infedele aggravata, riciclaggio di denaro e contravvenzione alla Legge sulle fideiussioni solidali COVID-19.

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