Il lupo sul Monte Generoso: «Lo vedo quasi ogni sera»
«Non lo vedevo da un po’ più di una settimana, ma ora è tornato, l’ho visto stanotte (ieri, ndr) verso le 2.45 che correva dietro alle pecore». A raccontarci la convivenza forzata con il lupo è Aurelio Clericetti, allevatore sulle pendici del Monte Generoso. I suoi animali pascolano nei prati in vetta al monte, su una superficie molto estesa e quest’estate – ci racconta – ricevono regolarmente le visite di un lupo, «tra fine giugno e metà luglio si è presentato quasi ogni notte», racconta.
Che il lupo quest’anno abbia più volte fatto capolino anche nel Distretto più a sud del Cantone non è una novità. I primi avvistamenti (e predazioni) sono stati segnalati a fine marzo e aprile (a Somazzo, Corteglia e Roncapiano in particolare). L’Ufficio della caccia e della pesca ha sempre parlato di esemplari in transito (e non di lupi stazionari). Ciò che sembra emergere stando al racconto del nostro interlocutore è che la presenza del grande predatore sulle pendici del Generoso attualmente si stia prolungando. «L’ho visto più volte, la prima all’inizio mi è sembrata una grossa volpe, poi ho capito che era un lupo». Clericetti sul Generoso accudisce 70 pecore, una ventina di capre e una decina di mucche. Animali che deve ormai sorvegliare ogni notte, per proteggerli dal (presunto) lupo. A una certa ora «di solito verso le dieci di sera» si sente trambusto, «poi lo vedi che fa correre le pecore». Per farlo scappare di solito «basta urlare. Ma così non si può andare avanti, è un disastro», ammette.
Clericetti spiega di aver già perso 4 agnelli, mentre due risultano dispersi. Le predazioni sono state segnalate anche al Cantone, che ha fatto le necessarie analisi per determinarne il responsabile. Quella di fine marzo a Somazzo è stata attribuita a un lupo. Per quella di fine aprile non è stato invece possibile identificare un colpevole, il campione di DNA non era interpretabile, ma il nostro interlocutore ha pochi dubbi in merito e un lupo, in quel periodo, è stato avvistato più volte nella regione. «Per quella del 12 luglio (un agnello è stato trovato morto e due risultano dispersi, ndr) mi ha chiamato il guardiacaccia proprio stamattina (ieri, ndr), mi ha detto che è stato un lupo».
Secondo Clericetti, il predatore sta trovando rifugio nella zona dell’alpe Squadrina. Per ora, ci dice, «sembra si aggiri solo sul Generoso, non ho sentito di altri allevatori della regione alle prese con questo problema». E sembra attacchi solo pecore e agnelli: «Le capre si rifugiano in posti meno accessibili, le pecore sono quindi più esposte», prosegue. Cosa fare quindi? «Bisogna arrivarne a una – è la conclusione –, perché ora controllo tutte le sere ma con le settimane che passano e le giornate che si accorciano sarà sempre più difficile. In ottobre fa notte alle 17, come fai a controllare? Un’alternativa è vendere gli animali e basta, non è mica pensabile di tenerli in stalla con tutto il pascolo che c’è sul Generoso». Ma questa, intuiamo, è una possibilità a cui Clericetti non vuole troppo pensare. Gli animali, in fondo, sono la sua vita. «Noi vorremmo che il lupo fosse ucciso», ammette. Il tema è delicato, ma l’ammissione è legata alla sua constatazione che la convivenza è inconcepibile: «I guardiacaccia sono stati qui due volte, lo hanno allontanato, ma è restato lontano solo una notte, poi è tornato».