Il caso

«Il nuovo stadio al quartiere Officine»

Bellinzona: i tifosi dell'ACB e l'ex sindaco Brenno Martignoni Polti invitano il Municipio a considerare fin da subito l'opzione - Ecco i motivi principali di un'idea che fa sognare i granata
© CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
30.09.2022 06:00

L’entusiasmo fa sognare, certo. Soprattutto quando si parla di sport, un insieme di emozioni indimenticabili nella vita di ognuno di noi. In Città il buon avvio di stagione dell’Associazione calcio Bellinzona in Challenge League (palcoscenico che il club è tornato a calcare dopo nove anni contraddistinti dal fallimento e dalla lenta risalita) ha galvanizzato i tifosi notoriamente già molto passionali. I vertici ci hanno messo del loro, vero, visto che per bocca del patron Pablo Bentancur non hanno nascosto di puntare alla promozione dopo una campagna acquisti – va detto – coi fiocchi.

Sì, bene, ma, dove si giocherebbe in caso di ascesa? Difficilmente (per non dire che la missione è impossibile) si potrà farlo nel vetusto Comunale, benché il Municipio si sia adoperato a più riprese per renderlo funzionale alla causa granata. Occorre dunque pensarci già ora, e siamo sicuri che la dirigenza ed il Comune lo stanno facendo. Oggi, dalle nostre colonne, l’ex sindaco ed attuale consigliere comunale del gruppo Lega-UDC Brenno Martignoni Polti mette sul tavolo una proposta concreta: il futuro quartiere che si svilupperà a tappe al posto delle Officine FFS, destinate come noto a Castione.

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Un’ipotesi che, stando a quanto ci risulta, piace eccome anche ai fans più fedeli del sodalizio della capitale. I quali informalmente avrebbero già sottoposto l’idea ad alcuni membri del Municipio. Prima di procedere, però, occorre fare un po’ d’ordine. La scorsa primavera è stato pubblicato il Piano particolareggiato del comparto che sorgerà dove da oltre un secolo ha sede lo stabilimento industriale. Sulla base delle osservazioni trasmesse l’Esecutivo elaborerà il messaggio da sottoporre al Consiglio comunale verosimilmente entro la fine dell’anno. Non siamo ancora ai contenuti dell’area da circa 120.000 metri quadrati; anche se, ovvio, alcuni sono già noti: la sede della SUPSI ed il Parco dell’innovazione sono oramai assodati, così come gli uffici cantonali incentrati sulla promozione economica nonché contenuti educativi, culturali, sociali, commerciali, residenziali ed alberghieri e forse i laboratori di ricerca del Politecnico federale di Zurigo.

«Altre logiche al Comunale»

Allora, perché non lo stadio, si è chiesto Brenno Martignoni Polti? «Sarebbe la soluzione ideale per più motivi. Due quelli principali. Da un lato in quanto l’innovativo quartiere si troverà in prossimità del nodo ferroviario. Vi sarebbe così la possibilità di creare dei corridoi protetti di collegamento diretti con l’impianto che potrebbe ospitare altri eventi, in primis concerti di richiamo. Dall’altro si tratta, appunto, di una zona attualmente libera, da pianificare. Una vasta area da ripensare, insomma. Quindi è ora il momento di avanzare delle proposte. Anche nell’ottica di una ridisposizione, mentale, di Nuova Bellinzona. Quello delle Officine è uno spazio “sacro”. Fulcro di una resistenza popolare, lo sciopero del 2008, che ha fatto storia e ha esaltato l’opinione pubblica. È altresì evidente che il Comunale, oggi come oggi, più che quelle del calcio sembra seguire le logiche di un’infrastruttura per l’atletica, sulla scia del crescente successo del meeting internazionale», afferma il nostro interlocutore.

Il pionieristico comparto, va specificato per completezza d’informazione, nascerà indicativamente solo dal 2026-2030. Nel frattempo bisognerebbe in ogni caso trovare un’altra arena per il club granata. La via più percorribile, ma costosa, è quella che prevede l’affitto del campo da un club svizzero, come riferito all’«Eco dello Sport» tre settimane fa dallo Chief Legal Officer della Swiss football league Marc Juillerat. Su questo ed altri fronti se ne saprà di più quando l’ACB, in primavera, presenterà il corposo dossier per ottenere la licenza per giocare (come tutti sperano) in Super League.

La collaborazione con i privati

Intanto torniamo a Brenno Martignoni Polti, che è perfettamente cosciente che per portare avanti un discorso simile è indispensabile attivare delle collaborazioni fra pubblico e privato. «Gli stadi più recenti si costruiscono in modalità di “joint venture”, con la condivisione dei rischi, delle risorse e degli eventuali profitti. Mi vengono in mente gli esempi di Sciaffusa (con la Lipo) e di Thun (con il centro commerciale e i marchi più noti, tra cui la Migros). Proprio riguardo alla Migros ricordo che la famosa cupola in piazza del Sole è stata edificata più di mezzo secolo fa su sedime comunale. Avrebbe dovuto essere provvisoria. Invece è ancora lì. Può darsi, adesso, che si offrano l’occasione propizia ed il giusto momento per spostare l’asse verso il quartiere delle Officine», puntualizza l’ex sindaco, che è intenzionato a formalizzare quanto prima l’idea.

I progetti naufragati

Quando era al timone, nel 2009, sembrava in dirittura d’arrivo il progetto «Bellarena» in via Tatti a Bellinzona. Poi non se ne fece nulla a seguito dello stop imposto dal Cantone per motivi tecnici: «In quel preciso momento storico, favorevolissimo all’ACB reduce dalla promozione e dalla finale di Coppa Svizzera raggiunte nel 2008 e dalla conseguente esperienza in Coppa UEFA, era un’opportunità da cogliere. Purtroppo ci fu chi la mise a tacere per partito preso. Un peccato, poiché importanti realtà commerciali, come IKEA, avevano già considerato seriamente di insediarsi. Circostanze che avrebbero concorso alla realizzazione di uno svincolo completo».

Naufragata la «Bellarena», le forze vennero canalizzate sullo stadio «DaiTicino» che avrebbe dovuto essere edificato a Castione. Il fallimento della SA granata nel 2013 sotto la gestione del presidente Gabriele Giulini, purtroppo, tolse però ogni speranza ai sogni dei tifosi dell’ACB. E quindi non rimase che sistemare il buon vecchio Comunale. Anche perché il Municipio di Arbedo-Castione aveva nel frattempo modificato il Piano regolatore che prevedeva, appunto, la possibilità di costruire un impianto sportivo multifunzionale in zona industriale. Dove nel 2026 sorgeranno le moderne Officine FFS da 580 milioni di franchi.

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