Il ricorso fuori dal tunnel
In questi anni, i grandi progetti nel Luganese sono stati accompagnati quasi regolarmente da ricorsi e opposizioni. Il «capofila» è senz’altro il Tram treno – ne parleremo più avanti – che ne ha letteralmente fatto incetta e lo stesso era successo per il Piano regolatore del comparto della Trincea di Massagno (TriMa) e quello della Stazione FFS di Lugano (StazLu). Ed è proprio di quest’ultimo progettone che vi parliamo in questo articolo. Già, perché ad essere oggetto di ricorso è stato anche uno dei suoi «pilastri»: il nuovo sottopasso Genzana, ideato per far «rifiatare» il tunnel di Besso, giunto al limite delle sue capacità.
Stando a una sentenza del Tribunale amministrativo cantonale (TRAM) pubblicata oggi, infatti, ad essere contestata era stata la commessa concernente le opere di impresario costruttore per la realizzazione, assegnata lo scorso 29 maggio dal Consiglio di Stato al consorzio vincitore. La decisione, si legge, era stata impugnata dal gruppo arrivato secondo in graduatoria, il quale riteneva di essere stato eccessivamente penalizzato dalla valutazione della propria offerta in relazione al criterio delle referenze. In estrema sintesi, aveva presentato due referenze munite solo di un giudizio della direzione lavori esterna e non dal committente per il quale il gruppo aveva svolto dei lavori. Per questo motivo, il Cantone – committente dei lavori per il nuovo sottopasso Genzana – aveva valutato negativamente le referenze presentate.
Per la Corte (presieduta da Flavia Verzasconi, a latere Matteo Cassina e Fulvio Campello) la valutazione è stata ritenuta corretta. In ogni caso, va precisato, il ricorso non ha portato a ritardi nella procedura: il 2 luglio la Corte ha parzialmente accolto la domanda di concessione dell’effetto sospensivo al ricorso, permettendo al committente di sottoscrivere il contratto con il Consorzio vincitore limitatamente all’esecuzione delle opere più urgenti delle undici fasi di progetto previste. E infatti, una ventina di giorni più tardi il Dipartimento del territorio, le FFS e la Città di Lugano avevano annunciato l’avvio della costruzione delle installazioni del cantiere del nuovo sottopasso Genzana. La fine dei lavori, lo ricordiamo, è prevista nel 2027. La vicenda si è conclusa il 18 ottobre scorso, quando il TRAM ha infine respinto il ricorso.
Quel concorso annullato
In apertura abbiamo parlato della rete tram-treno del Luganese. Il riferimento a quest’opera non è stato casuale: sempre oggi, il TRAM ha pubblicato la sentenza con cui conferma la decisione del Consiglio di Stato di annullare il bando per la progettazione definitiva dell’opera. Bando che, lo ricordiamo, in passato era transitato altre due volte in via Pretorio 16, sede del Tribunale amministrativo. Il caso è noto: il Cantone aveva dovuto cedere le redini dell’opera alla Rete tram-treno del Luganese (RTTL) SA, la società anonima di interesse pubblico costituita lo scorso 26 ottobre su richiesta dell’Ufficio federale dei trasporti e incaricata di occuparsi del progetto fino alla sua consegna. Lo scorso aprile il Consiglio di Stato ha così deciso di annullare tutto sulla base di tre motivazioni: «nessuna delle offerte presentate soddisfa i criteri di idoneità imposti dal bando; «le offerte sono scadute»; «il Cantone Ticino non è più committente dell’opera». La decisione era stata impugnata dal Consorzio Lugano Mobilità, vincitore di una battaglia legale combattuta fino al Tribunale federale, il quale aveva invitato il Cantone a procedere a una nuova assegnazione della commessa (poi annullata). Ebbene, per il TRAM ha concluso che «la decisione di annullare il concorso appare fondata su un motivo oggettivo che consiste, di fatto, nell’abbandono del progetto», non più nelle mani del Cantone. «Tanto più che la RTTL SA ha espressamente indicato che assumendosi la responsabilità dello stesso intende impostare il bando di concorso ex novo, a seconda delle proprie esigenze».