Territorio

No, (quasi) nessuna barricata contro la trincea e la stazione

Nonostante le importanti modifiche apportate, Lugano, Massagno e le FFS non ricorreranno contro le decisioni del Consiglio di Stato sui Piani regolatori della nuova Città Alta – Lombardi: «Non del tutto soddisfatti, ma...»
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
07.02.2024 06:00

Il dossier sul futuro assetto della Città Alta fa un altro, deciso passo avanti. Dopo aver incassato, lo scorso 20 dicembre, il via libera da parte del Consiglio di Stato, le basi pianificatorie per il campus universitario della SUPSI e la copertura della trincea ferroviaria di Massagno (TriMa) e per il comparto della stazione FFS di Lugano (StazLu2) non andranno incontro a opposizioni da parte dei tre attori pubblici in gioco: i Comuni di Lugano e Massagno e le Ferrovie federali svizzere. Ovviamente restano sul tavolo diversi ricorsi da parte dei privati, ma è stato scongiurato un niet di peso – quello dell’ente pubblico, appunto – che avrebbe potuto rallentare notevolmente un restyling pianificatorio atteso da decenni.

La matita rossa del Governo

L’esito era tutt’altro che scontato. Pur avallando i due Piani regolatori – il TriMa proposto da Lugano e Massagno e lo StazLu dalla Città in riva al Ceresio – il Consiglio di Stato aveva usato più volte la matita rossa. Se il PR TriMa era stato sostanzialmente approvato senza stravolgimenti di sorta, altrettanto non si può dire del PR StazLu. Qui le modifiche e le correzioni del Governo avevano riguardato in particolare l’altezza delle future costruzioni (una su tutte, l’ex Posta all’incrocio fra il piazzale di Besso e via Basilea), ridotta a 22,7 metri in linea con gli edifici esistenti e avevano bocciato alcune proposte di edificazione su via Basilea. Pure cassata la nuova alberatura sulla stessa via.

Pollice verso anche ai 140 posteggi sul terreno a nord della stazione (che ospiterà il campus della SUPSI) richiesti quattro anni fa da una risicata maggioranza del Consiglio comunale di Lugano, così come alle possibilità edilizie sul terreno delle FFS a sud della stazione ferroviaria (oggi c’è un posteggio). Qui sono previsti due stabili: in entrambi, le attività amministrative/commerciali sono limitate «a quanto di pertinenza delle attività alberghiere e della Stazione FFS» e non è stata approvata la destinazione abitativa in uno dei due edifici.

Modifiche importanti che hanno cambiato parte dei piani delle FFS, ma le stesse – ci conferma la direttrice per la Regione Sud, Roberta Cattaneo – hanno deciso di non ricorrere, anche per non rischiare di paralizzare un dossier così importante. E lo stesso, sia per quanto riguarda il PR TriMa, sia per il PR StazLu2, farà la Città di Lugano. «La procedura cantonale è durata tre anni e mezzo e ci vorrebbero ragioni molto gravi per rimettere tutto in discussione e prolungare ancora un iter che deve andare a buon fine», afferma il capodicastero Sviluppo territoriale, Filippo Lombardi. «Anche se non siamo del tutto soddisfatti di quanto deciso dal Consiglio di Stato, rinunciamo a ricorrere». Tramonta definitivamente, dunque, la richiesta del Consiglio comunale di creare 140 stalli aggiuntivi: la volontà del Legislativo si è scontrata con il diritto cantonale, il quale stabilisce che il numero di posteggi si determina sulla base di parametri predefiniti.

Come Lugano, anche Massagno non si opporrà alla decisione sul suo PR. O meglio, il Comune della neosindaca Simona Rusconi ricorrerà su un aspetto puntuale del PR TriMa, ossia il vincolo su un terreno comunale che dovrà essere utilizzato per alloggi a pigione moderata. In ogni caso, spiega Lombardi, «ciò non dovrebbe avere effetto sospensivo». E per quanto riguarda i 5-6 (almeno) ricorsi di privati contro il PR StazLu, «il Governo è andato parecchio incontro alle richieste dei privati: mi auguro che l’effetto sospensivo non venga concesso e che si possa trovare una soluzione tra le parti».

Gli obiettivi della Città

Insomma, scongiurate delle opposizioni che avrebbero fatto parecchio rumore, adesso è il momento di guardare ai prossimi passi. «Per la Città è importante mettere a posto il comparto senza ulteriori interruzioni ed essere pronti per quando arriverà il tram-treno sotto la stazione. Le priorità – prosegue Lombardi – sono due: l’unità operativa tra la stazione stessa e la fermata sotterranea del tram e il nodo intermodale sul piazzale ex Pestalozzi. Un’altra priorità è la realizzazione del campus della SUPSI: sia per darle una sede degna, sia per il collegamento diretto con il trasporto pubblico».

Correlati
Ecco come cambierà la Città alta
Nei prossimi anni il comparto della stazione FFS e le sue immediate vicinanze verranno stravolti sotto vari aspetti - Abbiamo illustrato i numerosi progetti in una serie di articoli