Il testimone (sotto inchiesta) smonta la tesi del complotto

Non ha dovuto fare molti passi, il giudice d’Appello del TPF Olivier Thormann, per arrivare nell’aula penale in cui si stava svolgendo il processo. Peccato però che il magistrato sia dovuto entrare come testimone e, soprattutto, che su di lui sia stata aperta un’indagine in relazione all’affaire-FIFA. Già, la vera novità, confermata dalle parole del diretto interessato – i media d’Oltralpe ne avevano già riferito negli scorsi giorni – è proprio l’inchiesta a suo carico. Per chi non lo conoscesse, Thormann era il procuratore federale responsabile di tutti i filoni dell’inchiesta sulla FIFA. Egli avrebbe preso parte ad almeno un incontro segreto con Gianni Infantino e, per questo, era stato sospeso nel novembre del 2018 dall’ex procuratore generale della Confederazione Michael Lauber. Sì, proprio lui: lo stesso magistrato finito al centro delle polemiche mediatiche (e poi dimessosi) per... beh, lo stesso motivo. Il risultato: Thormann ha lasciato a novembre 2018 e Lauber nel luglio del 2020.
Thormann è stato sentito in qualità di testimone, con il difensore di Platini, Dominic Nellen, che ha – inutilmente – tentato di sostenere la tesi di un complotto ai danni del suo cliente. In buona sostanza, la segnalazione sui pagamenti sarebbe emersa proprio in periodo di elezioni in seno alla FIFA e avrebbero tarpato le ali a Platini, allora presidente dell’UEFA, e spianato la strada a Gianni Infantino. Essendo indagato – per incontri segreti con l’allora capo delle finanze FIFA, Marco Villiger – Thormann non ha potuto rispondere a tutte le domande ma, in estrema sintesi, ha dichiarato che l’inchiesta contro Blatter e Platini è nata dalla più ampia indagine sulla FIFA del maggio 2015. L’allora segretario generale Marcus Kattner gli aveva segnalato questi pagamenti, e proprio in seguito a ciò, il 25 settembre 2015, Blatter e Platini erano stati interrogati. Insomma, nessun intrigo: «Abbiamo ricevuto una segnalazione e aperto un incarto».