Ticino

La Giustizia e diritti torna a chiedere accesso al rapporto Galliani

Con due missive inviate al Governo e alla Commissione amministrativa del Tribunale d’appello, i deputati domandano di poter vedere il documento stilato dall’avvocata - Chiesti chiarimenti pure in merito a nuove audizioni svolte sul caso venutosi a creare al TPC
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
05.11.2024 20:30

La Commissione giustizia e diritti – tramite due lettere raccomandate inviate oggi al Consiglio di Stato e al presidente della Commissione amministrativa del Tribunale d’appello (TA), Giovan Maria Tattarletti – è tornata a chiedere l’accesso all’ormai famoso «rapporto Galliani», ossia il documento contenente gli accertamenti preliminari svolti dall’avvocata Maria Galliani, su incarico del Consiglio di Stato, per far luce sul presunto caso di mobbing tra due segretarie del Tribunale penale cantonale.

Documento che, come aveva chiarito in un comunicato stampa la Commissione amministrativa del TA, è dapprima stato inviato al Governo e poi, appunto, al presidente della stessa Commissione amministrativa.

Nelle due missive, firmate dal presidente della Commissione Giustizia e diritti Fiorenzo Dadò, viene in primis ricordato che nell’agosto di quest’anno l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio ha trasmesso alla Commissione la richiesta dei deputati dell’MPS di attivare l’alta vigilanza sulle autorità giudiziarie «in risposta alla situazione di grave disagio venutasi a creare nel Tribunale penale cantonale (TPC)». In questo contesto – con denunce e segnalazioni reciproche «che hanno leso gravemente il prestigio e l’autorevolezza della magistratura nel suo complesso» – la Giustizia e diritti spiega che «la richiesta di avere copia del rapporto Galliani, lungi dal riguardare una mera procedura amministrativa/disciplinare relativa a due collaboratrici del Tribunale d’appello, è invece strumentale alla valutazione, da parte della stessa Commissione Giustizia e diritti, dell’operatività e del buon funzionamento del TPC, alla luce della situazione venutasi a creare e in pieno accordo con la richiesta di intervento ricevuta dall’Ufficio presidenziale e il dettato costituzionale».

Insomma, in parole povere per la Giustizia e diritti l’accesso a tale documento è imprescindibile per svolgere il suo ruolo di alta vigilanza sulle autorità giudiziarie. «È infatti evidente – si legge nella lettera inviata al presidente della Commissione amministrativa – che la Commissione (ndr. Giustizia e diritti) deve poter avere accesso a tutta la documentazione (...) al fine di poter valutare ed eventualmente decidere se e come esercitare le proprie prerogative di alta vigilanza sulle autorità giudiziarie».

Val la pena ricordare, però, che nel comunicato di settembre la Commissione amministrativa aveva già chiarito che, «nella misura in cui tali atti d’inchiesta costituiscono degli accertamenti preliminari dei fatti volti a permettere all’autorità di nomina di decidere se aprire un procedimento disciplinare/amministrativo nei confronti della persona segnalata e/o di altri collaboratori attivi presso il TPC, gli stessi sono naturalmente coperti dal segreto d’ufficio, ragione per la quale, pena la violazione di quest’ultimo, il loro contenuto non può assolutamente essere divulgato a terzi».

Come dire: la Commissione amministrativa aveva già fatto capire che il rapporto non sarebbe stato inviato a nessuno, nemmeno alla Giustizia e diritti. Non a caso, la prima richiesta di accesso al rapporto fatta dalla Giustizia e diritti era stata bocciata.

Le altre domande

Ma non è finita qui. Nella missiva invitata a Tattarletti la Giustizia e diritti chiede pure alcuni chiarimenti in merito a un altro aspetto. «Secondariamente – scrivono i deputati nella lettera – alla Commissione è giunta indicazione secondo cui la Commissione amministrativa sta procedendo (...) a effettuare una serie di audizioni di tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nella situazione venutasi a creare presso il TPC». Di conseguenza, la Giustizia e diritti «vorrebbe sapere per quale motivo si sta procedendo a effettuare queste nuove audizioni, posto che le persone in questione dovrebbero essere state già sentite dall’avv. Galliani». La Giustizia e diritti, su queste nuove audizioni vuole dunque vederci chiaro. «Pur nel rispetto dei rispettivi ruoli – si legge nella lettera – (...) la Commissione chiede di sapere con quali modalità formali e sostanziali la Commissione amministrativa del TA proceda all’audizione delle persone in questione e, in particolare se si è garantita l’effettiva tutela del diritto di essere sentiti in ogni sua forma».

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