Bellinzona

«La ricerca cambierà il Ticino»

Il sindaco Mario Branda e la nuova prospettiva del Cantone fra USI, ospedale universitario e polo biomedico
Alan Del Don
19.07.2022 06:00

«La ricerca ed il polo biomedico sono parte costitutiva del futuro di Bellinzona. Non diventeremo Basilea, però è un settore estremamente interessante, da noi ancora nella sua fase iniziale che se però dovesse davvero prendere piede ci porterebbe in una nuova dimensione. Ecco perché intendiamo anche commissionare uno studio per capire, in questo momento, cosa sta portando il settore della ricerca. Riteniamo che già oggi l’apporto al territorio sia importante». Ci ha creduto fin dall’inizio, alla pari dei colleghi di Municipio, ed ora i risultati sembrano dargli ragione. Il sindaco della capitale Mario Branda sa che la biomedicina è uno degli assi attorno ai quali ruoterà la Città dei prossimi 20-30 anni. Che ieri si è arricchito di un nuovo elemento. Come anticipato dal CdT lo scorso 6 luglio, in via Pometta si è insediata la Choose Life Biotech (CLB), che ha sottoscritto un accordo di collaborazione con la IBSA Institut Biochimique SA di Lugano. L’obiettivo è quello di indagare aree innovative e all’avanguardia nello sviluppo di progetti di ricerca farmaceutica.

«Servono idee e soldi»

Prima l’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB) e l’Istituto oncologico di ricerca (IOR). In seguito l’acquisto dello stabile Fabrizia in via Vela da parte del Comune che ha già tre «inquilini» eccellenti, vale a dire la start-up inglese Peptone, la European School of Oncology e l’International Extranodal Lymphoma Study Group. E adesso la CLB, azienda biotecnologica indipendente, partner di Bios+. Le prospettive sembrano rosee. Per lo sviluppo del polo biomedico serve l’unione di intenti, ma anche il sostegno politico e non solo: vero sindaco, chiediamo? «Il Cantone sicuramente si sta muovendo nella giusta direzione. Tuttavia per noi resta fondamentale, soprattutto, la collaborazione per quanto concerne lo sviluppo del comparto alle Officine FFS ed il sostegno, anche del Cantone, all’IRB e allo IOR. La ricerca necessita soldi, per le infrastrutture e per portare a Sud delle Alpi ricercatori di fama internazionale. Forse, in Ticino, non vi è ancora piena consapevolezza di cosa significa fare ricerca in grande stile, ad alto e altissimo livello». Perché se il polo biomedico darà i risultati che tutti si aspettano, a beneficiarne sarà l’intero territorio. «Sono tre le tessere del mosaico che si devono combinare per dare una nuova prospettiva al nostro Cantone: l’USI e la sua facoltà di biomedicina, la ricerca ed il futuro ospedale universitario, che non dovrà per forza avere sede solo a Bellinzona (ma da noi sicuramente avere una sede importante), che fungerà da trait d’union e motore propulsore tra studio accademico e ricerca di laboratorio».

Verso un’eccellenza svizzera

Da una visione, quale era quella della fine degli anni Novanta sulla spinta in primis del professor Giorgio Noseda, a una realtà viepiù consolidata. «Basandoci sulle infrastrutture già esistenti e sulle competenze acquisite ci sono sia la forza sia il potenziale per far nascere qualcosa di veramente importante in Ticino. Fra vent’anni potremmo vantare un’eccellenza non solo a livello svizzero - conclude il sindaco Mario Branda -. Occorre però, ribadisco, la piena consapevolezza, essere cioè pronti ad assumersi qualche rischio e a investire. Ciò che stiamo cercando di fare a Bellinzona. Crediamo fortemente nella ricerca e nello sviluppo del polo biomedico. Per questo la Città ha deciso di rilevare lo stabile Fabrizia in via Vela, l’ex sede dell’IRB. Allo stato attuale rimane libero solo il quarto piano, verosimilmente fino a metà 2023, in quanto vi sono già dei contatti con società interessate ad insediarvisi. Ci rendiamo conto che servirebbe già ora un piano in più».

Sono convinto che la collaborazione con una grande azienda come IBSA ci consentirà di sviluppare approcci farmaceutici innovativi
Luca Varani

I nano-anticorpi e la speranza

La partnership con IBSA - multinazionale farmaceutica svizzera fondata nel 1945 a Lugano oggi presente con i suoi prodotti in oltre 90 Paesi, 800 milioni di fatturato e più di 2.000 collaboratori - è la miglior garanzia di successo per la neonata Choose Life Biotech, costituita da Luca Varani (Group leader di IRB, con una lunga esperienza nel campo delle proteine e degli anticorpi ricombinanti) e dal manager Vincenzo Martino. «Avendo lavorato a Cambridge e Stanford ho assistito alla nascita di molte start-up di successo. Sono convinto che la collaborazione con una grande azienda come IBSA ci consentirà di sviluppare approcci farmaceutici innovativi», afferma Varani citato in una nota congiunta delle due società. CLB è specializzata nello sviluppo preclinico di farmaci mediante ingegneria molecolare di nano-anticorpi, molecole naturali del sistema immunitario che possono ingaggiare con precisione uno specifico bersaglio nell’ambito di applicazioni terapeutiche e diagnostiche.

«Sviluppo entusiasmante»

Dal canto suo l’Institut biochimique SA può ampliare il proprio campo d’azione aprendosi, inoltre, a nuove prospettive terapeutiche. «Le immunoterapie stanno crescendo in modo esponenziale, con un numero sempre più elevato di prodotti sul mercato per il trattamento di patologie caratterizzate da poche opzioni terapeutiche disponibili. I nano-anticorpi rappresentano uno sviluppo entusiasmante nell’ambito delle immunoterapie, con peculiarità molecolari e industriali in grado di aprire nuove opportunità nel mercato globale», puntualizza Tiziano Fossati, Head of R&D Pharmaceutical di IBSA. I nano-anticorpi, grazie alle loro proprietà molecolari, per capirci, sono efficaci quando gli anticorpi convenzionali falliscono.

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