La siccità da record ha le ore contate
Il tempo siccitoso che ci ha accompagnato negli ultimi quattro mesi ha le ore contate. Mercoledì, finalmente, tornerà la pioggia. Poca, per la verità, almeno all’inizio, mentre venerdì le precipitazioni dovrebbero farsi più consistenti. «I modelli numerici sono concordi e mostrano un netto cambiamento della circolazione atmosferica su tutta l’Europa», spiega Luca Nisi di MeteoSvizzera. «Le condizioni anticicloniche che ci stanno regalando un tempo molto mite e soleggiato terminano domani». Martedì, poi, ci attende una giornata di transizione: «Aumenterà via via la nuvolosità e caleranno, seppur di poco, le temperature massime». Da mercoledì, invece, il tanto atteso ritorno della pioggia. «Fino a giovedì, però, si prospettano precipitazioni deboli e intermittenti. Parliamo di 5, massimo 10 millimetri al giorno. Nella notte su venerdì, invece, il quantitativo dovrebbe aumentare a 20-40 millimetri durante la fase più intensa dell’evento, che dovrebbe durare circa 24 ore. Più incerta, per contro, l’evoluzione meteorologica del prossimo fine settimana, ma è probabile che il cielo coperto e le piogge proseguiranno anche nel fine settimana, anche se indicazioni più precise le avremo solo nei prossimi giorni».
Non si vedeva dall’Ottocento
Mercoledì dovrebbe quindi concludersi un periodo di siccità vicino ai record. «Per trovare precipitazioni consistenti dobbiamo tornare al 27 novembre scorso», evidenzia Nisi. Oltre quattro mesi fa. «Tra dicembre e marzo, a Lugano e Locarno sono stati misurati tra i 40 e i 50 millimetri di pioggia. Si tratta del periodo più secco dal 1883 per Locarno, e dal 1864 per Lugano. Con le precipitazioni attese nei prossimi giorni, gli ultimi del mese di marzo, potremo anche non registrare un nuovo primato, ma resteremo comunque attorno al quarto posto di questa speciale classifica». Non solo. «Da mercoledì a venerdì, la somma totale di precipitazioni prevista è compresa fra 20 e 60 millimetri, ossia l’equivalente di acqua caduta sull’arco di quattro mesi, da dicembre ad oggi». Un periodo di siccità lungo, che si sta ripercuotendo anche sui livelli dei corsi d’acqua. I deflussi dei fiumi, stando a quanto riporta l’Ufficio federale dell’ambiente, sono ai minimi storici, anche perché, soprattutto nel Sopraceneri, è mancato totalmente lo scioglimento della neve. Da record (negativo) anche il Ceresio, dove ieri è stato misurato il livello di 269,95 metri sul livello del mare (il primato, 269,94, risale agli anni ‘60), mentre il Verbano ieri era a quota 192.70 (il livello minimo storico, 192,05 metri, risale al 1947).
Su le minime, giù le massime
Oltre all’ombrello, però, nei prossimi giorni occorrerà recuperare dall’armadio anche le giacche pesanti. «Assisteremo a un drastico calo delle temperature massime, che ora sono decisamente sopra la norma». Basti pensare che i 22 gradi toccati ieri pomeriggio, normalmente, vengono misurati nella seconda metà di maggio. «Negli ultimi giorni le temperature massime sono di circa 7 gradi sopra la media del periodo. Ma rappresenta una costante degli ultimi anni. Proprio in primavera, infatti, si avvertono maggiormente gli effetti del surriscaldamento globale. Nei prossimi giorni, però, si ridurrà anche la forte escursione termica: si alzeranno le temperature minime e si abbasseranno le massime». Una buona notizia, prosegue Nisi, soprattutto per l’agricoltura, «che, oltre all’arrivo delle attese precipitazioni, non dovrà più fare i conti con le gelate notturne». Nel dettaglio, martedì la massima si aggirerà sui 18 gradi, e mercoledì faticheremo a superare i 12-13 gradi. «Addirittura, il prossimo weekend potrebbe tornare il freddo. Con 8-9 gradi in pianura, mentre al nord delle Alpi potrebbe persino cadere la neve a quote collinari. A sud delle Alpi, invece, il limite delle nevicate potrebbe scendere fino a 1.200-1.500 metri a causa dell’aria fresca in arrivo».