La strada della discordia

I lavori sono iniziati da un mese e finora stanno procedendo al meglio. Chiusa da due anni e mezzo, via ai Ronchi a Daro riaprirà in estate. I confinanti non vedono l’ora di poter nuovamente percorrere la strada della collina. Tutto bene, dunque? Quasi. In quanto se da un lato c’è unanimità nel ritenere urgente l’intervento, dall’altro la Città ed i responsabili del cantiere per l’edificazione di quattro abitazioni non concordano sulle cause del crollo della parete che sosteneva lo scavo avvenuto il 27 agosto 2020. Il Comune di Bellinzona ha anticipato i costi (pari a 2,45 milioni di franchi), ma si ritiene parte danneggiata. Tanto che il Legislativo il 26 settembre scorso ha autorizzato il Municipio a stare in lite con le ditte «qualora non si riuscisse a trovare un accordo». Anche la controparte farà valere i suoi diritti. Individuare un punto di convergenza pare (forse) impossibile.
Versioni divergenti
Negli scorsi giorni abbiamo raccolto la voce dell’impresario, che finora non si era mai espresso pubblicamente, e dato la parola alla Città per una replica. «Se i lavori sono iniziati solo quest’anno il ritardo non è imputabile al sottoscritto», rileva il nostro interlocutore. Un’affermazione, quest’ultima, che non collima con quella del Municipio. Senza entrare nel merito ricordiamo che la convenzione fra le parti è stata sottoscritta alla fine di maggio dopo un accurato lavoro di cesellamento da parte di due noti studi legali. L’uomo è sereno, sicuro che presto la verità verrà a galla: «Una situazione simile era già capitata nel 2015, dopo un periodo di forti piogge. Tanto che erano addirittura state eseguite delle perizie geologiche. Allora il danno era stato contenuto. Lo stesso è accaduto nel 2020. Anche allora, nei dieci giorni precedenti, vi erano state delle precipitazioni abbondanti».

A suo dire si tratta dunque di un problema legato alle acque meteoriche (in particolare ad un tubo dell’acqua potabile che si sarebbe «sfilato dal manicotto»), e non tanto alla presenza del cantiere per l’edificazione delle case. Anche su questo aspetto la versione della Città è un’altra, come ribadito a più riprese rimarcando – si legge nel messaggio approvato dal plenum – i «danni subiti a causa del cedimento» per i quali si batterà per ottenere il risarcimento. Ma quindi lei non ha colpe?, chiediamo all’impresario. «Si può sempre fare meglio, certo, col senno di poi. Ma io sono tranquillo». Dal canto suo la Città ci fa sapere che respinge «nel modo più assoluto quanto sostenuto» dal nostro interlocutore e che non rilascia «dichiarazioni sul tema in considerazione della vertenza pendente».
Interventi sino a fine luglio
I lavori, intanto, come detto, sono cominciati. Quelli da impresario costruttore proseguiranno indicativamente sino alla fine di luglio. L’auspicio dei confinanti, come ci hanno confidato nell’edizione del 13 gennaio, è che gli interventi si possano svolgere secondo la tabella di marcia con dei disagi minimi. Poiché qualche fastidio, inevitabilmente, ci sarà. Via Ronchi in questi anni è stata percorribile solo a piedi o in bicicletta.