Ticino

La tassa di collegamento tra botta e risposta

Dopo la lettera del Governo alla Gestione, quest’ultima invierà a sua volta una richiesta di chiarimenti all’Esecutivo riguardo agli obiettivi del «balzello» – Ad ogni modo i partiti promotori del testo (UDC, PLR e Centro) sono concordi: «Dev’essere il popolo ad esprimersi» – Prima, però, verranno fatti alcuni approfondimenti
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
14.03.2024 06:00

Botta e risposta. Dopo la lettera inviata dal Governo alla Gestione per sollecitare l’evasione dell’iniziativa popolare che chiede di abrogare la tassa di collegamento, in queste ore la Gestione invierà una missiva al Governo per sollecitare a sua volta l’evasione di una richiesta fatta nel 2022. Già, perché quando in Gran Consiglio si votò per fissare la data d’entrata in vigore della tassa al 1. gennaio 2025, allo stesso tempo venne messo nero su bianco nella Legge sui trasporti pubblici che il Governo avrebbe dovuto rendere noti sei mesi prima della sua entrata in vigore (quindi il 30 giugno di quest’anno) gli obiettivi che si intendono raggiungere con la tassa. Obiettivi che non sono ancora stati spiegati alla Gestione che, appunto, ora ha chiesto al Governo un aggiornamento su questo aspetto.

Insomma, tra un sollecito e l’altro, la politica è tornata a parlare del tanto discusso «balzello» sui posteggi. E a questo punto le piste percorribili sono essenzialmente tre: evadere l’iniziativa e portare il popolo a votare; abolirla direttamente in Parlamento (un’ipotesi difficilmente realizzabile) oppure, in caso non si faccia in tempo, tenerla «congelata» fino alla votazione popolare. In ogni caso, come vedremo, al netto del botta e risposta tra Governo e Gestione, i lavori parlamentari sono solo all’inizio. Ma l’orizzonte che sembra delinearsi è quello di andare al voto a settembre oppure, al più tardi, a novembre.

Poche date a disposizione

«Non so se si tratti o meno di una coincidenza, ma anche noi stavamo per sollecitare il Gran Consiglio sulla tassa di collegamento». Per l’UDC, come confermatoci del capogruppo Sergio Morisoli, è il momento di tirar fuori l’iniziativa parlamentare (sostenuta anche dal PLR e dal Centro) e portare il popolo al voto. «Bene, dunque, che il Governo ci abbia anticipato sollecitando la Gestione», aggiunge Morisoli. «Perché è assurdo arrivare a questa situazione a pochi mesi dall’entrata in vigore della tassa di collegamento». Già, anche perché le date disponibili per le votazioni popolari non sono più molte. «Penso che il termine utile sia quello della votazione di settembre», rimarca Morisoli. «Questo perché a giungo la votazione è già carica di temi (ndr. in Ticino si voterà sull’acquisto del Palazzo EFG, sulla riforma tributaria e forse anche sulla Cassa pensioni), mentre a novembre rischierebbe di essere troppo tardi». In ogni caso, precisa il capogruppo, c’è un’iniziativa popolare firmata da 16 mila cittadini, quindi non può restare ferma troppo tempo vista la scadenza del 2025».

Un concetto ribadito anche dalla capogruppo del PLR Alessandra Gianella. «Chiaramente dal momento che sono state raccolte 16 mila firme dovrà essere il popolo a decidere se eliminarla o mantenerla». Ma, al netto di ciò, «occorre anche fare gli approfondimenti necessari su alcuni aspetti puntuali, perché la tassa è legata, ad esempio, anche al tema del trasporto pubblico». E, «per evitare di fare pasticci, occorre prima chiarire alcune cose. Ad esempio: il potenziamento del trasporto pubblico avvenuto in questi anni era anche legato alla tassa di collegamento; se verranno a mancare i venti milioni della tassa, questi mancheranno al trasporto pubblico?». Senza dimenticare il tema delle finanze cantonali. Già, perché quei «famosi» venti milioni della tassa di collegamento sono stati messi a Piano finanziario per il 2025, anno per cui è previsto il secondo pacchetto di misure di risparmio. Insomma, chiosa la capogruppo liberale radicale, «spetterà certamente al popolo esprimersi, ma prima, per evitare sorprese come nel caso dell’imposta di circolazione, è giusto fare alcuni approfondimenti. Ed è giusto farli prima che si arrivi al 1. gennaio 2025 per poter votare, idealmente, a settembre». Dal canto suo, Maurizio Agustoni (tra i promotori dell’iniziativa ma che si esprime come capogruppo), spiega che secondo la maggioranza del gruppo del Centro, «al di là dei chiarimenti che verranno chiesti al Governo, è opportuno che sia il popolo a decidere se abrogare o meno la tassa». Sarebbe al contrario «visto come problematico abrogarla direttamente in Gran Consiglio poiché si tratta comunque di una norma votata dal popolo». Insomma, chiosa Agustoni, «il popolo l’ha voluta, una parte del popolo ha chiesto un passo indietro, quindi ora è giusto che sia proprio il popolo a decidere se confermarla o meno».

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