Politica

Tassa di collegamento: «A quando la votazione?»

Il Consiglio di Stato, a meno di dieci mesi dalla sua (teorica) entrata in vigore, ha scritto alla Gestione sollecitando l’evasione dell’iniziativa popolare che raccolse 16 mila firme – Il testo, sostenuto da UDC, Centro e PLR e che mira ad abolire il «balzello», è infatti fermo in Commissione da alcuni mesi
©Gabriele Putzu

Il tanto discusso tema della tassa di collegamento potrebbe presto tornare a far discutere la politica cantonale. E questo per un semplice motivo. La tassa approvata di stretta misura dal popolo nel 2016 (con il 50,7% dei voti favorevoli) dovrebbe entrare in vigore il 1. gennaio 2025, ma su di essa pende un macigno non di poco conto: un’iniziativa popolare forte di 16 mila firme, che però per il momento è rimasta ferma in Commissione gestione e finanze. Motivo per cui, in questi giorni, il Governo ha sollecitato la Commissione per capire in quale direzione intende andare.

Una lunga diatriba

La tassa di collegamento, in un primo momento, era infatti stata “congelata” dai ricorsi giunti al Tribunale federale subito dopo il voto popolare. Poi, quando quest’ultimo nel 2020 ha dato il via libera al «balzello sui posteggi», essa era stata nuovamente sospesa, per decisione del Governo, durante il periodo pandemico. E la sua entrata in vigore era quindi stata rimandata al 1. gennaio 2025. Ossia tra meno di dieci mesi. Tuttavia, nel frattempo, tramite un’iniziativa popolare promossa dall’UDC e sostenuta dal PLR e dal Centro, sono state raccolte oltre 16 mila firme per abolirla. E il relativo messaggio governativo è stato licenziato il 15 novembre 2023, con questi toni: «Il Consiglio di Stato sostiene fermamente l’applicazione della tassa di collegamento, già approvata dal popolo e riconfermata dal Parlamento» e «è dell’avviso che con questa nuova iniziativa si calpesti la volontà popolare e si voglia abrogare una legge non ancora entrata in vigore e per la quale è oltretutto previsto un periodo di prova di 3 anni». Insomma, il Governo è rimasto fermo sulla sua posizione, favorevole all’entrata in vigore della tassa. Ma resta il fatto che quelle 16 mila firme sono state raccolte. E ora sono «parcheggiate» in Gestione.

La lettera

Proprio per questo motivo, per capire se l’iniziativa sarà portata avanti in tempi celeri per permettere al popolo di esprimersi prima del 1. gennaio 2025, il Consiglio di Stato in data 6 marzo ha scritto alla Gestione. Anche perché, ricordiamo noi, non va dimenticato che nel frattempo lo stesso Governo dovrà allestire pure il Preventivo 2025, nel quale sarà contenuto il secondo pacchetto di misure di risparmio. Sarà dunque importante capire se la tassa – che farebbe “ballare” circa 20 milioni di franchi – potrà o meno essere contabilizzata alla voce entrate oppure no. E tutto ciò, va da sé, dipenderà dalla votazione popolare.

«Siccome mancano meno di 10 mesi all’entrata in vigore, ci permettiamo di sollecitare l’evasione dell’iniziativa popolare così da permettere di poter organizzare in tempo utile la seconda votazione popolare sul tema», si legge nella missiva del Governo spedita alla Gestione, che il Corriere del Ticino ha potuto visionare. Ora, secondo quanto abbiamo appreso, in Commissione il dossier non è ancora maturo. Anzi. Ancora non è chiaro quale direzione sarà presa. I partiti, oltre a dover scegliere un relatore per l’eventuale rapporto, dovranno capire se tirare dritti con l’iniziativa così com’è, oppure prendere eventuali piste alternative. Insomma, al momento tutte le vie restano aperte.

Che cosa prevede?

La «famosa» tassa di collegamento prevede un prelievo per i cosiddetti «grandi generatori di traffico». Colpisce infatti coloro che dispongono di 50 o più posteggi: il costo per le aziende è di 3,50 franchi al giorno prelevati per ciascun posteggio, mentre ai centri commerciali saranno prelevati 1,50 franchi al giorno per ciascun posto auto dei clienti.

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