Il progetto

La villa abbandonata di Dino rinasce con inquilini di tutte le età

Nuovi promotori e nuovo progetto per rilanciare l’edificio che domina piazza dra Stazzion, vuoto da tempo: se ne prevede l’ampliamento e l’inserimento di un centro medico, di appartamenti per anziani autosufficienti, di un asilo nido e di una tea room
©Dino Senior Living SA
Federico Storni
12.10.2024 06:00

C’è un nuovo progetto per ridare vita all’ex albergo Stazione di Dino, sostanzialmente inutilizzato da decenni. La nuova proposta, della Dino Senior Living SA di Chiasso, prende alcune idee da tentativi precedenti - l’inserimento di un asilo nido e di un centro medico - con però importanti novità: l’ampliamento della villa stessa con la costruzione di un nuovo edificio di tre piani che conterrà, oltre all’asilo (dotato di due giardini protetti), un bar-tea room e appartamenti per anziani autosufficienti. Il centro medico invece si inserirà nel volume «storico», mentre un edificio accessorio sarà demolito. «L’obiettivo - si legge nella documentazione che compone la domanda di costruzione in pubblicazione in questi giorni all’albo di Lugano - è di offrire contenuti utili al pubblico e che vadano a colmare delle necessità attuali e future della popolazione. La realizzazione dell’ampliamento permette di raggiungere una sostenibilità finanziaria dell’intero investimento».

Gli anni bui

Come si presentava nel 2022. ©CdT/Gabriele Putzu
Come si presentava nel 2022. ©CdT/Gabriele Putzu

Lo sviluppo è importante e per certi versi sorprendente, tenendo conto dell’esito del progetto precedente. Due anni fa infatti era stata staccata - da un altro promotore, in nessun modo collegato a quello attuale - una licenza edilizia per inserire nella costruzione del 1902 un centro medico, ma il tutto era naufragato proprio nei giorni in cui la licenza cresceva in giudicato per l’arresto del promotore stesso in Italia (vedi box a lato). Si trattava di un ex assessore canturino poi condannato nella Penisola per reati finanziari a cinque anni di carcere, sentenza nel frattempo cresciuta in giudicato. Il tutto era di conseguenza sfumato e l’edificio rimasto alla banca.

Per una serie notevole di coincidenze, peraltro, tutte le attività che hanno provato a insiediarsi a Dino, dacché l’edificio non ospita più un albergo, hanno avuto strascichi penali: una clinica psichiatrica, un istituto scolastico privato e un asilo nido.

Oltre alla parola

Ribadito che i nuovi promotori non hanno niente a che spartire con i precedenti, il progetto in pubblicazione sulla carta è attraente per tutta l’area: «L’ottenimento della licenza per il centro medico è stato il primo tassello di una residenza multigenerazionale pensata per i fabbisogni della collina nord di Lugano», si legge. Sicuramente la proposta non ha lasciato indifferente Opera Charitas, la Fondazione che gestisce la vicina casa per anziani diSonvico, che ha firmato una lettera d’intenti in cui conferma il proprio interesse «a valutare la possibilità di sfruttare le sinergie fra le due strutture, in particolare gestire gli spazi comuni e le attività sociali del futuro edificio». In tal senso la parola «intergenerazionale» evocata a più riprese nella documentazione dai promotori non sembra essere messa lì solo per fare bella figura, ma racchiude un concetto ben sviluppato «che permetta alla diverse fasce d’età di riunirsi per condividere momenti di socialità». Ciò va oltre alla semplice vicinanza tra i bambini che frequenteranno il nido (una trentina di posti) e gli anziani che abiteranno nella struttura: tre dei diciotto appartamenti, ad esempio, saranno ad affitto ridotto e «riservati» a studenti o adulti a basso reddito che «avranno l’obbligo di svolgere delle attività sociali con o per gli altri ospiti della residenza per un minimo di cinque ore al mese». Al pianterreno del nuovo edificio sono poi previsti spazi di socializzazione come il bar-tea room (35 posti interni, 20 esterni) e sale multiuso per le previste attività di socializzazione intergenerazionale (ad esempio yoga bambini-anziani, racconta una fiaba, adotta un nonno, cuciniamo assieme,...).

Il concetto di «Senior Living»

Il concetto abitativo è quello del cosiddetto «Senior Living», vale a dire appartamenti con tutti gli accorgimenti per garantire l’indipendenza chi vi abita in tutta sicurezza. Saranno ad esempio dotati di dispositivi di telesoccorso «che permettono la sorveglianza e la gestione delle richieste d’aiuto in caso di malore o altre necessità» e accessibili alle persone con disabilità o difficoltà motorie. La vicinanza col previsto centro medico nell’edificio«storico» a fianco è ovviamente un atout.

Quanto al nuovo volume, esso sarà in collegamento contiguo con la villa esistente ma di minore altezza, per garantire «una separazione e la definizione di un rapporto tra l’esistente e il nuovo, mettendo in risalto il valore della facciata esterna».

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