Giustizia

La «viva preoccupazione» degli ex procuratori

Dieci ex magistrati scrivono al Gran Consiglio riguardo al processo (politico) di nomina dei procuratori pubblici
©Gabriele Putzu
Red. Ticino&Svizzera
07.03.2024 13:45

La politica, come noto, è tornata a litigare sul fronte delle nomine (politiche) dei procuratori pubblici. A questo giro, al centro dell'attenzione ci sono due nomi: quello di Alvaro Camponovo (in quota Lega) e quello di Luca Losa (in quota PS). Due nomi proposti dalla Commissione Giustizia e diritti per sostituire le uscenti Pamela Pedretti e Marisa Alfier, su cui però sia a Palazzo delle Orsoline che a Palazzo di Giustizia serpeggiano malumori. In particolare riguardo alla proposta di Camponovo, poiché figlio del diretto superiore di Sabrina Aldi (Lega), la quale è vicepresidente della stessa Commissione chiamata a «preavvisare» i candidati. Ma non solo: più in generale, riguardo a queste ultime nomine, a far discutere è anche il fatto che siano stati proposti profili con molta meno esperienza rispetto ad altri candidati. 

Ad ogni modo, come anticipato dalla RSI, oggi in questo dibattito si sono inseriti altri nomi di «peso», ossia quelli di dieci ex procuratori pubblici, che hanno preso carta e penna per scrivere direttamente all'Ufficio presidenziale del Gran Consiglio. E lo hanno fatto per esprimere la loro «più viva preoccupazione». La missiva è stata firmata da Maria Galliani anche a nome dei colleghi Bruno Balestra, Paolo Bernasconi, Fabrizio Eggenschwiler, Arturo Garzoni, Luca Maghetti, Luigi Mattei, Fulvio Pelli, Pietro Simona e Emanuele Stauffer. 

Nella missiva - che il CdT ha potuto visionare - si legge: «ci permettiamo rispettosamente (...) di sottoporre all'attenzione dei membri del Gran Consiglio l'espressione della nostra più viva preoccupazione riguardo ai criteri di selezione dei candidati alla funzione di Procuratore Pubblico. Infatti, poiché abbiamo trascorso molti anni nell'esercizio di questa funzione giudiziaria, ci riteniamo legittimati a sottolineare ancora una volta che, per affrontare efficacemente gli oneri che questa carica comporta, è indispensabile, fra le altre qualità, godere di una adeguata e specifica prolungata esperienza, idealmente maturata sia negli Ufficio giudiziari che nella libera professione». Insomma, il riferimento (indiretto) dei 10 ex procuratori va alla mancata esperienza di alcuni candidati. 

Nella lettera si ricorda poi che «proprio in questi ultimi anni il Gran Consiglio è stato più volte reso attento riguardo alla grave criticità in cui versa il Ministero Pubblico (...) a causa delle sue risorse ampiamente insufficienti rispetto alla inarrestabile crescita di problematiche nuove». E anche per questo motivo, viene fatto notare, «l'efficienza del Ministero Pubblico richiede l'elezione di Magistrati che siano in grado di iniziare la loro attività a pieno ritmo sin dal loro primo giorno, facendo tesoro ed apportando all'Ufficio la loro esperienza». 

Pertanto, scrivono i dieci ex magistrati, «mossi soltanto dalla preoccupazione del grave rischio di ulteriore deterioramento dell'efficienza del Pubblico Ministero del nostro Cantone, confidiamo che le scelte da parte del Gran Consiglio siano ispirate esclusivamente da criteri di idoneità personale, competenza ed esperienza professionale». Oltre a ciò, i dieci ex procuratori esprimono pure «la speranza che il Gran Consiglio possa prossimamente decidere anche riguardo alla proposte pendenti relativamente al sistema di elezione dei procuratori pubblici, in modo da evitare interferenze non istituzionali, pure nel rispetto della rappresentatività all'interno delle strutture giudiziarie cantonali». Insomma, anche secondo i dieci ex pp, la procedura di nomina va rivista. 

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