Finanze cantonali

Le tante domande sulla manovra e il preventivo che slitta ancora

Dai quesiti posti dalla Gestione al Governo emergono anche alcune possibili misure di risparmio alternative - All’orizzonte non si vedono intese politiche - I partiti attendono proprio le risposte dell’Esecutivo, che incontrerà i deputati il 16 gennaio
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
02.01.2024 20:00

Ora è certo. La discussione in Parlamento sul Preventivo 2024 slitterà (perlomeno) a febbraio. E questo per un semplice motivo: tecnicamente l’ultima data per presentare il rapporto commissionale è il 9 gennaio (un termine eventualmente prorogabile di una settimana), ma proprio la settimana seguente, il 16 gennaio, è già in agenda un’audizione del Consiglio di Stato, che incontrerà i deputati della Gestione. I tempi tecnici per andare in aula questo mese sono dunque essenzialmente già esauriti. E quindi se ne riparlerà a febbraio, forse a marzo.

In attesa della missiva

Detto delle tempistiche, sul piano dei contenuti l’audizione del Governo è parecchio attesa tra i partiti. Anche qui, per un motivo semplice: quel giorno l’Esecutivo risponderà alle domande aggiuntive formulate e inviate dalla Gestione lo scorso 22 dicembre tramite lettera. Una missiva – che il Corriere del Ticino ha potuto visionare in questi giorni – dalla quale emergono i tanti dubbi (e le tante domande) della Commissione riguardo alla manovra di rientro presentata dal Governo. Dubbi che in alcuni casi suonano come «stoccatine» all’indirizzo dell’Esecutivo, in altri come possibili alternative alle misure più «indigeste». Anche per questo motivo, perlomeno fino al 16 gennaio, ossia fino a quando le risposte del Governo saranno sul tavolo, è improbabile che in Commissione si trovi una qualsivoglia intesa tra i partiti. Pure durante la riunione di questa mattina, non a caso, di passi avanti concreti non ne sono stati fatti.

Dalle casse al personale

A proposito di domande sulle misure più «indigeste», diverse sono quelle che, nella missiva citata pocanzi, riguardano il taglio ai sussidi di cassa malati. La Gestione chiede, in generale, di avere dati più di dettaglio sulle conseguenze concrete della misura proposta nel Preventivo. Ma chiede anche al Consiglio di Stato se «ha riflettuto a una riforma più complessiva» e se «ha valutato altri scenari di potenziale contenimento della RIPAM». Ma non solo: come chiesto più volte dalla Lega, la Gestione chiede pure chiarimenti giuridici sulla possibilità di limitare i sussidi dei detentori di un permesso B.

Un altro capitolo importante della missiva riguarda la gestione (finanziaria e non) del personale dell’amministrazione. Ad esempio, viene chiesto «perché non è stato riproposto il blocco delle sostituzioni dei funzionari partenti, previsto nel 2023, nella misura del 20% o anche in percentuale maggiore». In questo senso, la Gestione domanda al Consiglio di Stato di «esprimersi sulla possibilità di rispettare il principio di limitare al 50% la rioccupazione dei partenti». Una misura, quest’ultima, «che potrebbe eventualmente compensare l’indigesto contributo di solidarietà» chiesto ai dipendenti.

Altre domande, poi, riguardano la possibilità di risparmiare sul settore dell’asilo, oppure, «qualora si ipotizzasse di risparmiare anche in ambito di investimenti», viene chiesto al Governo se «è stata valutata la possibilità di dilazionare l’esecuzione di alcune opere».

Insomma, i dubbi restano e, forse, le risposte del Consiglio di Stato aiuteranno a fare un po’ di chiarezza su alcuni aspetti controversi.

Verso un’analisi indipendente?

«Si tratta di risposte importanti, anche perché con esse faremo le valutazioni su alcune misure più contestate», spiega a tal proposito la capogruppo del PLR Alessandra Gianella. «Risposte che dunque potrebbero permetterci di trovare eventuali convergenze o perlomeno di capire con quali rapporti di forza si andrà in aula».

In attesa delle risposte dell’Esecutivo c’è anche il Centro, come spiega il capogruppo Maurizio Agustoni. Il Centro, però, da tempo si batte anche per far fare a un ente esterno una rigorosa analisi della spesa. E, a questo proposito, in Commissione si sta facendo avanti l’ipotesi di presentare al Parlamento un’iniziativa parlamentare che vada in questa direzione. «Mi sembra ci sia uno spirito collaborativo per presentare un progetto condiviso», osserva Agustoni. Già, ad esempio, da noi sollecitati su tale ipotesi, sia il PS che il PLR si sono detti aperti a questa possibilità.

Tornando al Preventivo 2024, anche in casa PS si mantiene la stessa posizione delle scorse settimane. «Sì – commenta il capogruppo Ivo Durisch – faremo un rapporto nel quale eliminiamo le misure critiche, ossia quelle legate alla socialità, ai dipendenti dell’amministrazione, ai sussidi di cassa malati e agli istituti sociali, compensando le mancate entrate con quelle derivanti dal nostro referendum sulla legge tributaria».

Sul fronte opposto, invece, l’UDC presenterà presto delle sue proposte. «Invieremo in questi giorni alla Commissione – spiega il deputato Tiziano Galeazzi – tre decreti legislativi urgenti che vanno nella direzione di fare un lavoro certosino su diverse voci d’uscita dello Stato. Ne discuteremo e poi valuteremo in base alle risposte degli altri partiti. Se saranno accolti, potremmo allinearci alla maggioranza, altrimenti valuteremo altre ipotesi». Come dire: non è escluso che anche da questo fronte arrivi un rapporto di minoranza.

«Verso la fase calda»

Come detto più volte nelle scorse settimane, di convergenze politiche all’orizzonte non ce ne sono molte per buona parte delle misure di risanamento proposte dal Governo. E anche il presidente della Commissione, il leghista Michele Guerra, è realista al riguardo: «Il fatto che ci si riunisca il 2 di gennaio, un unicum se penso agli ultimi anni, è il chiaro sintomo della situazione: complessa e priva di solide convergenze». Detto ciò, aggiunge Guerra, «in questa riunione abbiamo dedicato circa 2 ore al pacchetto di rientro e abbiamo previsto un audizione del Consiglio di Stato il 16 gennaio. Ad oggi, rimaniamo in attesa di una presa di posizione del Governo a carico di una serie di nostre proposte alternative e a carico di una serie aggiuntiva di domande. Quando avremo le prese di posizione del Consiglio di Stato entreremo nella fase calda, durante la quale dovremo contarci in modo definitivo su ogni singola misura di risanamento». La Commissione però, chiosa Guerra, «al di la delle misure, mi sembra che a maggioranza voglia comunque dare un preventivo al nostro Cantone, uscendo dallo stallo attuale. L’obiettivo rimane quindi quello di arrivare in aula con un documento che nel complesso possa contare su una maggioranza».

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