Lex Birolini? «Se fosse così sarei a posto da anni»
«Provo una certa soddisfazione, perché questo atto mi conferma quanto l’Esecutivo di Muzzano sia alla canna del gas e non abbia più strumenti legali per combattere contro il sottoscritto, e la paura di non spuntarla li obbliga a escamotage pericolosi». Giancarlo Birolini, titolare dell’impresa edile di via Industria, non è rimasto «meravigliato» dalle dieci domande che il deputato democentrista Tuto Rossi – tramite un’interpellanza cofirmata da Fabio Schnellmann (PLR) – ha posto al Consiglio di Stato in merito alla legalità della sua attività. Anzi, tutt’altro. In una presa di posizione, Birolini risponde per le rime all’avvocato bellinzonese e lo accusa di «utilizzare metodi poco ortodossi, spinto dall’Esecutivo di Muzzano, allo scopo di ostacolare la regolare attività della Birolini SA. Purtroppo per lui e i suoi accoliti, finiranno con le pive nel sacco, come è successo fino ad ora».
L’atto politico e la replica sono solo gli ultimi capitoli di una querelle tra la Birolini SA e il Municipio di Muzzano che si trascina ormai da anni a colpi di ricorsi e denunce (soprattutto in merito al deposito di materiali a cielo aperto). Tra le altre cose, Rossi domandava al Governo come mai l’attività in via Industria stesse proseguendo nonostante una sentenza del Tribunale federale avesse sancito il divieto d’uso del terreno dove opera la ditta di scavi. Ma per il titolare della ditta, «ciò che insinuano è pura fantasia». Inoltre, «non corrisponde al vero che la Birolini SA è totalmente abusiva, abbiamo licenze edilizie che lo confermano, oltre a decisioni dell’attuale Esecutivo, che confermano la possibilità di svolgere la nostra attività».
Quattordici domande dai liberali radicali
Per un’interpellanza che approda sulle scrivanie del Consiglio di Stato, ce n’è un’altra su quelle del Municipio di Muzzano. Il PLR sezionale ha posto quattordici domande all’Esecutivo per avere delucidazioni puntuali su questa vicenda ventennale: «Ci si chiede quanto ancora durerà e quanto potrà ancora costare la vertenza».