Territorio

L’ombra di due ricorsi si allunga sul compostaggio

I Municipi di Torricella-Taverne e Ponte Capriasca hanno deciso di opporsi all’impianto che dovrebbe sorgere a cavallo tra i due Comuni – Contestato è il Piano di utilizzazione cantonale, approvato qualche mese fa dal Gran Consiglio
Nico Nonella
07.10.2022 06:00

Un rifiuto, anzi, due, ai… rifiuti. In cantiere ci sono due opposizioni di peso al nuovo impianto di compostaggio di importanza sovracomunale che dovrebbe sorgere a cavallo tra Torricella-Taverne e Ponte Capriasca, in località Caiscio. I due Esecutivi hanno infatti deciso di presentare ricorso al Tribunale cantonale amministrativo contro il Piano di utilizzazione cantonale (PUC), ossia lo strumento pianificatorio che consente la realizzazione della la struttura. E proprio il fatto che siano stati i Municipi dei principali Comuni coinvolti ad opporsi non è un dato da poco. Ma se la decisione del 12 settembre di Ponte Capriasca era quasi scontata – il Comune aveva da tempo mostrato contrarietà –, a stupire è il fatto che il ‘niet’ sia arrivato, lo scorso 16 settembre anche da Torricella-Taverne, che in passato non aveva sollevato obiezioni.

Tre punti contestati

E veniamo dunque ai ricorsi messi in cantiere dai due Esecutivi. Il PUC è stato messo in pubblicazione dal 12 settembre al 12 ottobre (e i cittadini possono opporvisi entro 15 giorni dal termine).E, come detto, i Municipi hanno incaricato due avvocati di redigere i ricorsi. «Il progetto deve essere sospeso e rivalutato integralmente», osserva al CdT a deputata del PLR e municipale di Torricella-Taverne, Roberta Passardi, Già espressasi contro il PUC in sede parlamentare. «È inaccettabile che venga pianificato in un territorio già compromesso con sacrifici decennali degli abitanti nel vivere il quotidiano». Riguardo alle motivazioni, Passardi sottolinea in particolare tre punti spinosi «Il primo è che già da anni, soprattutto i Comuni di Torricella-Taverne e Ponte Capriasca, sono confrontati con i cattivi odori della precedente discarica di inerti e la successiva piazza di compostaggio. Data l'assenza di reali misure di accompagnamento al nuovo progetto, ad esempio la chiusura totale dell'impianto in silos, la situazione per gli abitanti dei due comuni peggiorerà. Inoltre – prosegue – non può essere sottovalutato il fatto che il nuovo progetto, essendo di valenza sovracomunale, creerà un notevole aumento dei mezzi pesanti e minori in transito sui Comuni di Ponte Capriasca e Torricella-Taverne. Soprattutto se pensiamo che in futuro ci potrebbe essere una discarica di inerti a monte del sedime».

«A ciò aggiungiamo il fatto che si dovranno disboscare 12 mila metri quadrati di bosco, ostacolando il passaggio faunistico, e si dovrà spostare due torrenti e un riale, per di più a pochi passi da una zona naturale protetta. In un’periodo in cui tutti si riempiono la bocca con la parola sostenibilità, è sconcertante che il Cantone promuova un progetto che avrà ripercussioni anche nella qualità ambientale».

Perplessità, queste, condivise anche dal sindaco di Ponte Capriasca, Pietro Lisdero: «Il ricorso partirà entro fine mese – assicura – . Le nostre richieste, in particolare la costruzione di un impianto interamente al chiuso, non sono state ascoltate». Quello di Lisdero non è un “no” di principio: «I disagi ci sono e sono evidenti e per questo vogliamo mettere i puntini sulle «i» e portare a casa la soluzione migliore. È giusto che siano i Comuni toccati ad avere l’ultima parola».

«Si valutino alternative»

Si sospenda tutto, dunque, è la richiesta formulata dai due Comuni. E poi? Ancora Passardi: «Si colga l’occasione dei «tempi morti» dovuti alla fase ricorsuale per iniziare a valutare altri scenari. La zona di Caiscio non deve avere un nuovo impianto sovracomunale di compostaggio, ma deve essere risanata e valorizzata ambientalmente».

Lanciata anche una petizione

Del futuro impianto se ne discute da anni. Ad aprile 2021 un comitato interpartitico di Ponte Capriasca aveva raccolto 1.500 firme per dire no al progetto. Lo scorso 23 giugno il Gran Consiglio aveva dato via libera al PUC con 53 sì, 5 no e 10 astenuti, sposando le conclusioni del rapporto della Commissione ambiente, territorio ed energia (relatore Alessandro Cedraschi, PLR), il quale riteneva, in sintesi, che «l’interesse pubblico predominante per l’opera» fosse «innegabile». E veniamo a lunedì scorso, quando a Torricella-Taverne PLR, PS e Verdi insieme a rappresentanti dei gruppi del Centro e della lista civica Per Torricella-Taverne hanno lanciato una petizione che chiede di sospendere e rivalutare il progetto. Gli argomenti sollevati dai promotori sono appunto la questione dei i cattivi odori, l’impatto su flora e fauna causato dal disboscamento e l’aumento del traffico di veicoli pesanti. Il termine della raccolta delle firme è fissato per il 24 ottobre. Domenica il comitato interpartitico di Ponte Capriasca deciderà se sostenerla.

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