Lugano vuole la tutela del deposito ARL
Sono giorni importanti per la pianificazione della Lugano del futuro. Giorni, anche, di tutele. Più o meno desiderate. Se quella proposta a sorpresa dal Cantone per la fontana di piazza Molino Nuovo, ieri, non ha certo fatto scoppiare di gioia il Municipio di Lugano - perché porterà a dover ripensare l’area - è invece la Città stessa ad aver insistito per tutelare l’ex deposito ARL in via La Santa, sfuggito in extremis qualche anno fa dalle ruspe quando erano già spuntate le modine. Quest’ultima proposta di tutela - condivisa dal Cantone - è stata formalizzata ieri con la pubblicazione della variante di Piano regolatore per tutta l’area che si sviluppa lungo via La Santa. Un progetto pianificatorio dunque più grande del solo deposito ARL, ma che prende le mosse proprio da esso e dalla sua tutela, che concettualmente sarà al centro della nuova impostazione. Essa prevede, tra le altre cose, un futuro a scopo pubblico per l’edificio, la trasformazione del suo piazzale in piazza aperta, e l’edificazione di un nuovo volume di sette piani nelle sue vicinanze.
Soluzione che soddisfa le parti
La soluzione proposta permette di soddisfare le parti in causa. Tutto era infatti partito dall’intenzione delle ARL di vendere il fondo 29, quello del deposito, a un privato, perché non ritenuto più strategico. La cosa non era andata in porto perché era emersa nella cittadinanza una forte volontà di preservare il deposito. Ciò si sta per concretizzare e, grazie a un trasferimento di indici edificatori e di un pezzo di terreno con il vicino fondo 30 (di proprietà della Città), viene resa possibile una nuova edificazione di sette piani (33 metri) così descritto nella documentazione: « una testata edilizia d’angolo tra via La Santa e via agli Orti, quale elemento emergente e riferimento urbano, a maggiore altezza e volumetria vincolata», con l’obbligo di creare un portico fruibile pubblicamente. Il tutto «in un concetto unitario di qualità che si accordi e relazioni con l’area pubblica dell’ex deposito». L’eventuale vendita del terreno ai privati (ci sarebbero già degli interessati) permetterebbe poi ad ARL di ottenere l’utile che prevedeva di fare in prima istanza, prima che si bloccasse tutto. La nuova impostazione pianificatoria, come accennato, è vista di buon occhio dal Cantone, che suggerisce però di formalizzarlo in un Piano di quartiere, anziché nel proposto «progetto a volumetria vincolata», per cui non vi sarebbe tra l’altro base legale.
Cestinato il «boulevard»
Poi c’è il resto di via La Santa, e sulla carta il cambio d’approccio pianificatorio è netto. L’impianto in vigore prevede il concetto di «boulevard»: dei filari d’albero e una serie di edifici di sette piani contigui, con le medesime distanze da strada e marciapiede. In trent’anni non è mai stato concretizzato (anche perché si trattava di demolire e ricostruire praticamente tutto l’esistente), dunque si è deciso di cambiare marcia e optare per il concetto di «sequenza di spazi urbani». In altre parole, riconoscere l’esistente e dare la possibilità di migliorarlo puntualmente. Ad esempio, la variante in pubblicazione regolarizza la casa alta su via La Santa, «fuorilegge» ai sensi della pianificazione attuale. O, ancora: l’imbocco di via Merlina è reputato troppo stretto (urbanisiticamente brutto, in altre parole). Viene data la possibilità, in caso di demolizione dell’edificio a stecca, di ricostruire condensando gli indici più lontano dalla strada, anche a mo’ di stimolo ad agire in tal senso. Perché, è bene precisarlo, una variante pianificatoria indica come si può costruire, ma ciò non significa che gli edifici esistenti non (più) conformi debbano essere demoliti.
La «striscia di fruibilità»
Un altro concetto importante è quello della «fascia di fruibilità pedonale» lungo via La Santa «per coordinare e regolare la continuità degli spazi fruibili privati e pubblici». Vengono poi identificate possibilità di miglioria all’altezza della rotonda di Bottogno. Esse potranno del caso essere concretizzate tramite un Piano di quartiere relativo ai fondi su cui sorgono l’edificio che ospita il Ristorante della Posta e quello adiacente a est, entrambi storici e di cui è auspicato il mantenimento. Questo Piano di quartiere prevede inoltre la creazione di percorso pedonale lungo il tracciato della vecchia roggia del Cassarate, oggi tombata.
In tutto questo, specificano i pianificatori - architetti Mauro Galfetti e Cristina Bocchi - «tra gli scopi della variante vi è anche quello di facilitare e promuovere l’idea di Centro civico, in particolare per quanto riguarda la presenza di luoghi d’incontro, servizi, commerci e attrezzature pubbliche, la presenza di spazi pubblici di qualità, l’inserimento di nuove attività ai piani terra e la coabitazione di spazi abitativi, commerciali e lavorativi in tipologie miste».