Politica

Manovra di rientro, ecco le risposte del Governo

Il Consiglio di Stato ha risposto ai quesiti dei partiti sul Preventivo 2024 - Sul personale: «Il 77% dei dipendenti avrà un salario pari o superiore a quello del 2023»
©Chiara Zocchetti

Qualche risposta evasiva, alcune molto tecniche, altre invece che, nel contesto della manovra di rientro e dei tagli alla spesa, potrebbero avere un certo «peso politico» nella discussione che si terrà prima in Commissione della gestione e in Parlamento poi. Le tanto attese risposte del Consiglio di Stato alle domande dei partiti sono infine arrivate. E, come detto, alcune di esse danno indicazioni interessanti per la discussione politica che verrà. Dal tema dei tagli sul personale dell’amministrazione a quello dei risparmi sui sussidi di cassa malati, gli spunti di analisi forniti dal corposo documento di 46 pagine (con cui nel dettaglio il Governo risponde ai quesiti di PS, Lega e Centro) non mancano di certo.

Il personale

Partiamo da un tema caldo. Anzi, vista la manifestazione che si sta svolgendo a Bellinzona in queste ore, un tema caldissimo: i tagli sul personale. Nel rispondere a un quesito del PS sui 20,9 milioni di franchi che verranno risparmiati in quest’ambito, il Governo mette infatti i puntini sulle «i», cercando di quantificare meglio l’impatto delle misure che toccheranno il personale. «Rileviamo che il Consiglio di Stato – spiega lo stesso Governo –, nel proporre le misure sul personale (amministrativo e docenti), ha comunque preservato la progressione prevista all’interno della scala salariale (scatti), evitando quindi di penalizzare i dipendenti in carriera, che rappresentano circa l’82% del totale dei dipendenti, rispetto a quelli che sono al massimo degli aumenti della loro funzione di riferimento». Una scelta che, scrive l’Esecutivo, «permette, nonostante l’introduzione di un contributo di solidarietà del 2% per la parte di stipendio che eccede i 60.000 franchi, di garantire nel 2024 a circa il 77% dei dipendenti un salario pari o superiore a quello del 2023». E questo perché «lo scatto previsto per il prossimo anno permette di compensare nella maggior parte dei casi l’ammontare del contributo di solidarietà». Insomma, detto in soldoni, gli scatti per il personale «in carriera» permetteranno di limitare i danni.

Cifre, medie e mediane

Il tema del «personale» era al centro pure di diverse domande poste dalla Lega, che chiedeva innanzitutto, a fronte della spesa per il personale in aumento, «quanto di questo aumento è dovuto agli scatti automatici e quanto all’aumento delle unità». Nel rispondere, il Governo ha precisato che «il costo degli scatti è valutato a 8 milioni (...) ai quali si aggiungono 2 milioni di oneri sociali». Considerando, però, la partenza di personale con esperienza e l’arrivo di giovani (meno «costosi»), il Governo fa notare che la stima di questo aumento, in percentuale, è dello 0,5% per gli impiegati e dello 0,67% per i docenti. L’aumento delle unità, invece, peserà per 9,9 milioni per i docenti, mentre per gli impiegati «il Consiglio di Stato ha deciso di non destinare risorse per il 2024».

Sempre riguardo al personale, i leghisti hanno chiesto al Governo che cosa intende fare per tenere sotto controllo il livello delle assenze, ritenuto «molto più alto» rispetto ad altre organizzazioni paragonabili. L’Esecutivo spiega che l’introduzione nel 2006 di un processo di gestione dei casi ha permesso la riduzione e la stabilizzazione delle assenze. Tuttavia, rimarca il Consiglio di Stato, «nel periodo post-pandemico si osserva un’inversione di tendenza (che ha toccato anche il privato) dove si è registrato un aumento dei giorni di malattia». Il Governo sottolinea di rimanere vigile sulla situazione e di riflettere «su eventuali possibili misure di intervento». La Lega aveva inoltre chiesto un aggiornamento sui salari mediani e medi dell’amministrazione. Stando alle cifre di novembre 2023, considerato un grado di occupazione al 100%, essi ammontano a 104.144 franchi all’anno di media e 104.783 di mediana per l’Amministrazione. Tale cifra è leggermente inferiore (circa 94 mila franchi di mediana) per gli impiegati e un po’ superiore (quasi 110 mila di mediana) per i docenti.

Meno agenti di Polizia?

Da parte sua, il PLR fra le altre cose ha insistito sulla Polizia, chiedendo - ad esempio - perché il Ticino è il Cantone ad avere più agenti per abitante. Nella risposta il Governo tiene a sottolineare che, vista la particolarità della nostra regione, nel rapporto fra popolazione e agenti di Polizia va tenuta in conto la presenza di «due categorie di cittadini che popolano il territorio cantonale nella maggior parte dell’anno, ossia i frontalieri e i turisti, anche loro utilizzatori dei servizi di sicurezza». Tuttavia, rispondendo a un’altra domanda dei liberali radicali, nella quale veniva chiesto se sia stata fatta «una riflessione sulla possibilità di sospendere l’organizzazione della scuola di polizia per un anno», il Governo ha spiegato che «sì, a fronte della manovra finanziaria», il Dipartimento delle istituzioni e la Polizia cantonale «hanno esaminato la situazione e valutato diverse possibilità». Ad ogni modo, l’ipotesi «più attuabile» riguarda la diminuzione su più anni del numero di partecipanti alla scuola. In questo senso il Governo spiega che «l’obiettivo per i prossimi anni è quello di non superare le 20 ammissioni» che, di fronte a circa 35 partenze all’anno, permetteranno di ridurre «gradatamente il numero di agenti attivi».

Strutturale oppure no

Una critica rivolta al Governo da più partiti riguardava invece il fatto di non aver presentato misure strutturali nella manovra di rientro. Un tema sollevato nelle domande anche dal Centro e dal PS, che hanno chiesto di precisare l’ammontare delle misure, suddividendole in «strutturali» e «non strutturali». Ora, il Governo spiega che le misure puntuali corrispondono circa a 35,1 milioni di franchi. Quelle invece che avranno un effetto strutturale per l’intero periodo di Piano finanziario ammontano a 45,71 milioni. Infine, precisa l’Esecutivo, «per tutte le altre misure, corrispondenti a circa 53,1 milioni di franchi, la loro conferma negli anni sarà rivalutata contestualmente ai prossimi preventivi tenuto conto dell’evoluzione della situazione finanziaria».

La complessità della salute

Un capitoletto a parte va poi dedicato al complesso (e delicato) tema dei sussidi di cassa malati. Il Governo, nel presentare la manovra, aveva spiegato che le misure di risparmio avrebbero portato a una diminuzione di circa 6.400 persone beneficiarie. Nel rispondere a una domanda del PS, il Consiglio di Stato (come peraltro aveva già fatto nello stesso preventivo) ha voluto ricordare che a fine 2022 per compensare il carovita aveva deciso un adeguamento delle soglie per accedere alle prestazioni. Un adeguamento che comporta un aumento teorico dei beneficiari quantificato in 1.200 unità, che concretamente avrà effetto anch’esso nel 2024. E quindi, tenendo conto di queste due variabili, i tagli da una parte e gli adeguamenti dall’altra, in realtà le persone beneficiarie che rischiano di perdere l’accesso ai sussidi sono 5.200 e non 6.400. Detto ciò, va pure detto che le misure previste nella manovra, oltre a comportare la perdita del sussidio per circa 5.200 persone, avranno effetti anche per chi il sussidio lo riceverà comunque. E qui la discussione si fa più complessa. Il Governo, su richiesta del PS, ha appunto fornito una serie di tabelle che mostrano gli effetti pratici dei risparmi per varie categorie di famiglie (dalla coppia con un figlio alla persona sola con due figli, per fare due esempi). In alcuni casi il sussidio subirà una flessione anche importante, in altri nonostante tutto aumenterà, in altri ancora resterà pressoché invariato. In generale si può dire che chi ha un reddito modesto vedrà comunque aumentare il proprio sussidio. Invece, man mano che il salario aumenta, anche le probabilità di veder diminuire l’aiuto dello Stato aumenteranno. Spetterà dunque ai partiti dare una lettura politica di questi dati e capire se il taglio ai sussidi, in queste proporzioni, è «accettabile» oppure no.

La mano di Berna

Il Movimento di via Monte Boglia ha pure chiesto chiarimenti sulle voci di spesa che, rispetto al 2023, aumenteranno di oltre un milione di franchi. E ciò, anche per capire se tali spese sono aumentate per decisione del Governo oppure per via di leggi cantonali o federali. Ora, tabelle alla mano, sulle 8 misure oltre il milione, una è legata al Governo, quattro alla legislazione federale e quattro a quella cantonale (ndr. alcune misure si sovrappongono).

Verso anni difficili

Nel rispondere a una domanda del Centro, il Governo ha pure tratteggiato tinte molto fosche per il futuro. Il tema è di quelli molto tecnici: il rispetto del meccanismo sul freno al disavanzo. Il Centro ha infatti chiesto al Governo a quanto ammonterebbe nel 2025, 2026 e 2027 la «necessità supplementare di rientro» per rispettare tale vincolo. Ebbene (tenendo conto che si tratta di simulazioni), tale «necessità» ammonterebbe a 137,7 milioni nel 2025, a 290,5 milioni nel 2026 e a 465,5 milioni nel 2027.

Il Centro, come fatto più volte negli scorsi mesi (e anni) ha chiesto lumi pure riguardo alla necessità di compiere un’analisi approfondita della spesa pubblica (magari coinvolgendo un ente esterno). Su questo punto il Governo cita i «6 scenari d’intervento possibili» elaborati dallo stesso Esecutivo e poi inviati alla Gestione. E in questo senso, il Governo rispedisce la palla proprio alla Commissione. «Il citato Decreto legge – scrive il Consiglio di Stato – prevede che la Commissione riferirà al Gran Consiglio in merito a queste proposte di analisi della spesa pubblica». E, «come indicato, il Consiglio di Stato è a disposizione per discutere e approfondire le riflessioni e gli scenari formulati». Una risposta che, quasi inutile dirlo, probabilmente non soddisferà buona parte della politica.

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